lunedì 30 novembre 2020

Pochi interventi, ma molto complessi...

A parte due cesarei urgenti che hanno in qualche modo cambiato la lista operatoria, oggi ho operato solo due pazienti.
Ma la realta' e' che ho fatto 5 interventi in due sedute operatorie.
Il primo paziente aveva infatti frattura distale di femore, frattura del collo del femore e frattura dell'omero. Sistemare queste fratture, cambiare le posture del paziente per il differente approccio chirurgico, rifare i campi sterili e' stato un lavoro duro.
Ma il risultato e' stato molto incoraggiante, e speriamo il paziente si riprenda prestissimo.
Il secondo intervento e' stato di frattura femore e frattura radio e ulna. Anche qui due interventi molto diversi, che pero' abbiamo fatto nella stessa seduta, al fine di aiutare il paziente e permettergli di tornare a casa.

domenica 29 novembre 2020

Una diagnosi un pò anomala...

Dieci giorni fa si era presentata nel nostro ospedale una giovane donna che lamentava febbre e dolori addominali. Aveva sulla faccia delle lesioni che ricordavano molto il lupus vulgaris della tubercolosi, ma diceva di averli da molto tempo.
L'ecografia addominale ha dimostrato la presenza di una grossa massa solida a livello cecale ed una serie di linfonodi paraortici dilatati.
Abbiamo pensato ad un tumore intestinale con metastasi peritoneali, anche se la donna aveva soltanto 30 anni età.
Eravamo indecisi se tentare l'intervento oppure se dichiarare la malata inoperabile. Le abbiamo rivelato la nostra ipotesi diagnostica ed anche la prognosi che ci pareva davvero infausta. Lei ha accettato in modo stoico la notizia del possibile cancro in fase avanzata, ma ci
ha detto che non avrebbe avuto i mezzi finanziari per iniziare radio e chemioterapia.

venerdì 27 novembre 2020

Galvanizzati

La paziente è molto giovane: 17 anni.
Era su un mototaxi e l'incidente in cui è stata coinvolta le ha causato frattura del femore destro e frattura a libro del pube.
Era anche molto anemica, e trovare il sangue è stato un dramma.
Circa una settimana fa abbiamo sistemato il femore con un chiodo di Sign.
Abbiamo poi aspettato che l'emoglobina migliorasse: con una sacca di sangue siamo arrivati a 9 grammi di emoglobina.
Oggi, dopo lunghe peregrinazioni, siamo riusciti a reperire una seconda sacca di sangue.
Con l'aiuto del Dr. Kinyua abbiamo oggi operato la frattura pubica: una prima assoluta per Matiri e per il sottoscritto.
Abbiamo usato una placca che ci ha permesso di fissare la grande diastasi dei rami pubici.

giovedì 26 novembre 2020

Lezione

Oggi l'argomento era COVID e diabete.
Argomento molto molto emotivo per me, ragion per cui ho deciso di non essere io a presentare la lezione di oggi.
Anche qui in Kenya i numeri di infezione COVID e di morti sono in costante aumento, e la gente e' molto spaventata.
Io sono come apatico e svuotato. Non so piu' cosa pensare.
Chissa' quando questa crisi che ha cambiato tutto finira'.
Un abbraccio. Preghiamo anche per Kimani che e' andato in cielo oggi: un angioletto in piu' in Paradiso. Kimani e' morto per cause non correlate al COVID.
La sua morte aumenta la nostra tristezza in un periodo molto duro.

Fr Beppe

mercoledì 25 novembre 2020

Nuovo libro: "Madri" - Autori: Beppe Gaido e Stefania Bergo

E' già prenotabile ebook, che sarà disponibile dal 27 novembre, così come il cartaceo.
Il formato Kindle è disponibile nello shop di Amazon https://amzn.to/2UZyQMF
Informerò anche quando uscirà (prestissimo) il cartaceo in tutti gli store.
I diritti d'autore sia miei che di Stefania andranno tutti a favore dei pazienti indigenti dell'ospedale di Matiri.
Grazie a tutti coloro che lo acquisteranno e lo regaleranno.

Fr Beppe


martedì 24 novembre 2020

Un dolore sperimentato troppo spesso

Sono le 22 e sono stanchissimo.
Vorrei andare a letto perchè non ce la faccio proprio più, ma la mia attenzione è attirata da un lamento angosciante che proviene dalla pediatria.
Non posso andare in camera senza passare a vedere come mai quella mamma piange disperata... se lo facessi, i sensi di colpa mi impedirebbero di prendere sonno! Nella stanza dei bambini trovo già Mercy ed Erah che si prendono cura di un paziente pediatrico di circa 8 anni di età: Mercy ha il fonendo sul torace del paziente e mi guarda con occhio espressivo e triste.
Poi dice alla mamma di prendere il figlio in braccio e di portarlo in ambulatorio: la ragione per cui facciamo questo è in genere di cercare un posto un po' isolato dove poter dare alla mamma la notizia che forse lei già immagina, e cioè che Mercy con il fonendo non ha sentito alcun battito cardiaco.

lunedì 23 novembre 2020

Il mio ideale di medico

Ho sempre creduto che la professione medica sia soprattutto una chiamata, una vocazione.
Penso che il medico sia prima di tutto chiamato a lottare sempre per la vita. Questo e’ il concetto base del giuramento di Ippocrate, ma credo importante che ce lo ripetiamo quotidianamente per non dimenticarcelo.
Lottare per la vita e’ la nostra priorita’, e la nostra caratteristica principale come medici.
E’ vero che tante volte il nostro servizio alla salute ed alla vita incontra invece la morte, ed e’ altrettanto vero che talvolta la morte e’ piu’ potente di tutti i nostri sforzi; cionondimeno il nostro
impegno e’ sempre quello di salvare, di far star meglio, di guarire.
Quante volte, anche recentemente, i miei sforzi hanno avuto come esito la morte del malato!
Quello che conta, e cio’ che rende il mio operato etico, e’ comunque il fatto che il mio tentativo e’ sempre stato quello di salvare la vita. 

domenica 22 novembre 2020

Gli scrittori della porta accanto

Prossima uscita per la collana #gliscrittoridellaportaaccanto.
“Madri” un #memoir scritto a quattro mani da Beppe Gaido e 
In arrivo in tutti gli store #online

«È passata la mezzanotte da appena dieci minuti quando a #Matiri accogliamo il primo #neonato del 2019. Una bellissima bambina, in ottime condizioni di salute. Un parto nei primi dieci minuti dell’anno nuovo è di buon auspicio. Che bello iniziare così!» 

Beppe Gaido è un #chirurgo. Dal 1981 è anche un religioso, missionario prima in #Tanzania, poi in #Kenya, dove ha prestato la sua opera a Chaaria e in seguito a Matiri.
Vive e lavora qui, nel “luogo della polvere”, dove sorge un ospedale affacciato su una splendida vallata. Il reparto che preferisce è la #Maternità, dove vita e morte si incontrano e scontrano di continuo, tra gioie persistenti e dolori che si piazzano sotto lo sterno come macigni. 

In Africa, capita anche questo....

In Italia l'età a cui si partorisce il primo figlio continua ad aumentare, e non sono rare le primipare quarantenni.
Qui la situazione è molto diversa.
Ieri ha partorito una ragazza di 14 anni, ed oggi l'ultimo cesareo della giornata (speriamo che sia l'ultimo!) è stato per una mamma diciassettenne.
Se questo è l'andamento medio delle gravidanze, non è quindi raro dalle nostre parti essere già nonna a quarant'anni o giù di lì.
Che differenza abissale con l'Italia!
A questo riguardo, poco tempo fa è successo un fatto curioso: Jane, una donna che da poco aveva superato la quarantina, è stata ricoverata per travaglio lo stesso giorno in cui pure la sua figlia primogenita ha iniziato a sentire le doglie.

venerdì 20 novembre 2020

Mentre mamma veniva sepolta

E’ davvero dura vivere il distacco dalla mamma, senza poterla vedere e senza poter neppure partecipare al funerale.
La separazione che il COVID impone è dura da digerire, ed aumenta il dolore.
Ho lavorato tutto il giorno, sia perchè sono da solo (la dottoressa Apophie ha finito la sua permanenza ed il Dr Nebert è ad un corso), e sia perchè ho promesso a mamma di offrire la mia fatica per lei nel giorno del funerale a cui non sono stato presente.
E’ stata dura lavorare. Il mio cervello spesso non era qui, ma ci ho provato con forza.
Di tutte le cose capitate oggi, voglio condividere una breve storia di maternità.
Ricevo una donna appena arrivata da una maternità rurale a circa cinquanta chilometri di sterrato. E' stata in secondo stadio di travaglio, e cioè a cervice completamente dilatata dalla mezzanotte.

giovedì 19 novembre 2020

Gli occhi delle mamme

La mamma è in piedi alle mie spalle ad una manciata di centimetri da me.
Sento sul collo il suo respiro pesante e avverto addirittura il calore che emana dalla sua pelle. Mi guarda ansiosa ed implorante: i suoi occhioni neri compiono una continua gimkana tra me ed il suo bimbo che sto cercando di rianimare sul fasciatoio. 
Qualche volta lascia che la sua spalla sfiori delicatamente la mia, quasi a darmi una spinta per
incoraggiarmi a fare di più.
Ha nel cuore una fiducia illimitata nei miei confronti, perchè io sono il dottore bianco, e quindi, nel suo immaginario, io sono più o meno un semidio che sa e può tutto.
I suoi occhi esprimono terrore alla vista del loro piccolo, speranza quando carpiscono dal mio volto qualche segnale di speranza, e totale abbandono nelle mie mani che si muovono veloci sulla sua creatura: dove potrebbero andare se non da me? Chi potrebbe aiutare il suo piccolo se non il medico bianco?

mercoledì 18 novembre 2020

Mamma


E' andata in cielo la notte scorsa verso mezzanotte. E' volata via lasciandoci svuotati e pieni di solitudine.
Dopo 39 anni potra' rivedere mio papa' che l'ha lasciata vedova giovanissima.
Ho nel cuore un senso di grandissimo smarrimento, di vuoto.
Ad esso si uniscono i sensi di colpa per questi 23 anni di Africa in cui ho fatto poco o nulla per lei.
Mamma mi ha voluto un bene immenso che non ho mai meritato.
Mi ha sempre sostenuto, anche quando le mie scelte la facevano soffrire. Aveva perso il marito giovanissima e puntava molto su di me, ma io ho scelto di lasciarla per entrare in vita religiosa. Non era certo quello che avrebbe desiderato, ma non mi ha ostacolato. Non avrebbe sicuramente voluto che io andassi in Africa, ma ha rispettato sempre le mie scelte.

martedì 17 novembre 2020

Lock down e lock out

Mia mamma sta morendo di COVID in Italia.
Ho pregato tanto che non succedesse, ma la sorte ha voluto che anche mamma presto diventera' un numero ed una fredda statistica che ai Tg sara' riportata senza nome, solo per ingrandire il numero dei morti.
Mamma certamente ha tantissimi problemi di salute e non so se morira'  di covid o con covid.
Questo non cambia quasi niente alla mia tristezza. Mamma e' anziana certo, con grandi co-patologie certamente.
Ma senza il covid forse non sarebbe successo adesso. Forse avrebbe ancora avuto qualche tempo con noi.
La cosa che mi rende piu' triste e' comunque il fatto che ancora una volta (come quasi sempre in questi 22 anni di Africa) lascio mia sorella da sola a prendersi cura della mia mamma terminale. Lascio mia sorella sola nelle sue angosce e nei pesi che la morte di mia mamma comporta.

lunedì 16 novembre 2020

Giornata confusa

Oggi giornata pesante con interventi difficili di alta chirurgia ortopedica da parte del Dr Kinyua (di Meru), che sara' a Matiri anche domani e mercoledi' mattina.
Per lui riserviamo i casi piu' impegnativi che da solo non sarei in grado di fare. 
Chirurgia ortopedica ricostruttiva. Arti deformi. Salvataggio di arti compromessi da fratture esposte. Chirurgia plastica delle ustioni, con contratture e cheloidi. Chirurgia della mano, spesso per correzione di fratture mal trattate e non guarite, o per ricostruzione di tendini in lesioni da machete di lunga data.
Oggi la sala e' stata cosi' impegnativa per il Dr Kinyua, che alcuni pazienti ambulatoriali non han potuto aspettare e sono andati via senza visita...questo ci spiace sempre tantissimo.
Domani la seduta operatoria sara' altrettanto impegnativa.

domenica 15 novembre 2020

Clinica per l'ipertensione

Siccome i malati in ambulatorio non sono tantissimi, abbiamo organizzato la clinica per l'ipertensione negli stessi giorni in cui abbiamo la clinica antidiabetica.
Lo staff fornisce agli ipertesi le informazioni dietetiche rilevanti mentre i clinical officers controllano i sintomi ed i livelli pressori. Inoltre prescrivono i test necessari per controllare eventuali danni agli organi bersaglio.
Anche per l'ipertensione valgono considerazioni simili a quelle fatte ieri per i pazienti diabetici. Qualunque ne sia la causa, l'ipertensione e' in forte aumento nella popolazione.
Il prezzo dei farmaci continua ad essere un grande problema ed una causa centrale dell'alto numero di pazienti che smettono la terapia e complicano.
Anche su questo fronte speriamo di dare una mano.

PS: la foto del reparto e' pre-covid. Per questo i pazienti non hanno maschera.

Fr Beppe

sabato 14 novembre 2020

Diabete

Domani si celebra la giornata mondiale del diabete.
In passato questa era una malattia per lo piu' occidentale, ed era quasi sconosciuta tra i pazienti locali.
La si considerava una malattia dei bianchi...e dei pochi africani ricchi.
Negli ultimi anni la dieta e' pian piano cambiata, ed anche qui sono entrate cattive abitudini alimentari, con meno fibre, piu' grassi e zuccheri.
I vecchi non sanno neppure cosa siano le patatine fritte, ma i giovani si nutrono di cibi molto europei...e questo non e' poi cosi' buono.
E' anche aumentata l'obesita', sia negli adulti che nei bambini.
Per questo sono aumentati moltissimo anche i casi di diabete mellito, soprattutto di tipo due.
Abbiamo comunque anche un certo numero di diabeti giovanili e neonatali.

giovedì 12 novembre 2020

La vita dei campi e quella dell'ospedale

In questi giorni la campagna brulica di gente, per lo più donne, curve fino a terra ed intente nel noioso lavoro di diserbare a mano i campi in cui è stato seminato il granoturco.
E’ un lavoro faticoso sotto il sole cocente, ma è assolutamente necessario per evitare che la gramigna soffochi le pianticelle che poi daranno cibo a tutta la famiglia nel momento del raccolto.
La stagione delle piogge è arrivata in ritardo quest’anno, ma sta piovendo bene: ci sono forti acquazzoni di notte, mentre di giorno splende un sole stupendo ed il cielo è di un blu accecante. Il caldo del giorno e l’umidità piovosa della notte costituiscono una miscela particolarmente favorevole per la crescita dei raccolti.
C’è anche molta più erba, e lungo le rive che costeggiano le strade sterrate si vedono bambini che accompagnano le mucche al pascolo.

mercoledì 11 novembre 2020

Madri stoiche

Catherine viene dal Tharaka, non lontano da Matiri. Ci e’ stata inviata per anemia grave e per assenza di battito cardiaco fetale. 
Lei e’ forte, in quanto le hanno detto tutto, ma riesce ad essere composta e stoica. Non parla di spiriti maligni e continua a ripetere: “Kazi ya Mungu” (e’ la volonta’ di Dio).
La sua emoglobina e’ 4 grammi, ma, con nostra sorpresa, lei cammina e non lamenta grandi problemi, se non una tachicardia severa con cuore che galoppa ad oltre 140 al minuto.
Le faccio un’eco, soprattutto per decidere il da farsi. Sono infatti combattuto tra una revisione della cavita’ uterine ed un parto pilotato con oxitocina.
Ma questa volta il monitor mi presenta un’immagine dolce a vedersi: il battito e’ presente e vivace. Il feto e’ di circa quattro mesi, ed e’ per questo che nel dispensario di partenza non avevano sentito l’attivita’ cardiaca, mentre la mamma ancora non era cosciente dello scalciare del piccolo. Le ho dato la notizia, che l’ha fatta saltare sul lettino ed esultare con un forte: “Alleluya, God is great!”.

lunedì 9 novembre 2020

Il nuovo librio.... "Madri"

Questo è il titolo del nuovo libro che insieme abbiamo realizzato Stefania Bergo ed il sottoscritto.
Stefania è stata direttrice dell'ospedale di Matiri negli anni in cui esso era affidato a ONG Italiane, e, proprio per questo, ne è da una parte una profonda conoscitrice, e dall'altra una affezionatissima amica e sostenitrice.
La ringrazio perchè mi ha aiutato tantissimo, e senza di lei non avrei certo potuto avere tempo e lucidità per un altro libro sulla vita di missione. Stefania lo ha fatto a titolo assolutamente gratuito e come dono a Matiri.
Per me questo libro è idealmente il terzo volume di un trittico, iniziato con AD UN PASSO DAL CUORE, continuato con POLVERE ROSSA, ed ora giunto a MADRI.
E' un libro dedicato completamente a storie di maternità, semplice o complicata, serena o drammatica, come di solito capita in questo piccolo angolo di Africa.

La maternità non conosce sosta

Anche oggi sono stato di guardia fino alle 16, quando la dottoressa Apophie mi ha sostituito e mi ha concesso un po' di riposo.
L'ospedale pareva tranquillo e la domenica sembrava essere calma. Gli operati andavano tutti bene. Pensavo di fare il bucato ed anche di dormire un po', dopo una settimana davvero complessa.
Ma ci ha pensato la maternita' a tenermi sveglio ed occupato.
In un attimo infatti la calma apparente si e' trasformata in caos.
Due ambulanze sono arrivate, quasi contemporaneamente, da due maternita' rurali diverse. 
Entrambi i casi erano per cesareo. 
Il momento piu' difficile e' stato quello di decidere chi far entrare in sala per prima.
Ho scelto la primigravida con meconio, lasciando la donna in travaglio con cesareo pregresso per seconda.

sabato 7 novembre 2020

Donne senza diritti

Ricevo in ambulatorio una paziente di etnia Rendille.
Ha i capelli rasati alla maschietto ed è tutta adorna di braccialetti e collari, come da tradizione della sua tribù.
Non riesco a visitarla da solo perchè non sa una parola di inglese o kiswahili, e devo quindi chiamare un traduttore.
Con lei entra un uomo molto più anziano che pare conoscermi perchè mi saluta come se fossimo vecchi amici. Io non lo ricordo, anche se lui insiste che è stato a lungo mio paziente in quel di Chaaria.
Gli chiedo se la donna è sua moglie, ma lui dice di no; afferma invece di essere un amico del marito che è rimasto a casa.
Insisto e domando se non ci fosse la possibilità che a tradurre fosse un parente più stretto.
Lui candidamente afferma che fuori c’è il padre della donna, ma che anche lui conosce solo la lingua rendille: non ci sono quindi alternative!

venerdì 6 novembre 2020

Impegno formativo

Continua a ritmo settimanale il nostro appuntamento con la formazione medica ed infermieristica.
Questa settimana, con la guida di Sr Sofia, abbiamo parlato di ruoli e compiti dell'infermiere nell'assistenza ai malati. Abbiamo cercato di analizzare le aree in cui la nostra collaborazione e' carente, in modo da arrivare ad un servizio che sia il migliore possibile per il bene dei pazienti.
Manca forse ancora la coscienza dell'importanza di questi incontri, ed il quorum non e' mai come lo vorrei.
Ma spero che con il tempo il personale capisca l'importanza della formazione permanente, la partecipazione migliori.
Intanto noi continuiamo.
La cosa bella e' che un buon numero di persone si sono rese disponibili a presentare, liberandomi molte volte dalla necessita' di preparare io la lezione.
Inoltre a fine mese speriamo di avere un team esterno di esperti che iniziera' con noi un percorso formativo in vista di iniziare con il PAP test tra i nostri pazienti.

giovedì 5 novembre 2020

29 anni da medico

Oggi ricordo 29 anni di professione medica, con il cuore pieno di riconoscenza e con un misto di sensazioni che mi aiutano a ricordare un po’ i vari aspetti di questa splendida professione e missione. 
Era il 5 novembre 1991, quando qualcuno ha pronunciato la frase fatidica che mi ha dichiarato dottore in medicina e chirurgia.
Di acqua ne è passata tanta sotto i ponti...tante cose sono cambiate da allora; soprattutto sono cambiato io, e non solo perchè sono più vecchio di 29 anni!
La giornata di oggi è iniziata presto in sala operatoria con una tiroidectomia. Che bello arrivare alla soglia dei 59 anni e potersi sentire ancora come uno specializzando che vuole e deve imparare tante cose nuove, per servire gli altri sempre meglio e sempre di più!
Celebrare il mio ventinovesimo anniversario di medicina con una tiroidectomia andata bene è stato davvero un bell’inizio. Mi ha galvanizzato e mi ha fatto pensare che nei prossimi 20 anni avrò ancora tantissimo di apprendere.

La Messa in ospedale

Come ogni mercoledi', anche oggi abbiamo avuto la messa in ospedale per il personale e per i pazienti che possono parteciparvi.
E' un momento intenso in cui si ravvivano le nostre motivazioni ed in cui si prega l'uno per l'altro.
Anche i pazienti che non possono partecipare alla Messa, hanno comunque la possibilita' di ricevere la Comunione, se lo desiderano.
La Messa e' alle 7.30 del mattino e non interferisce con le normali attivita' dell'ospedale.

Fr Beppe

martedì 3 novembre 2020

I miracoli della chirurgia tropicale

Ann ha 32 anni e si presenta in ospedale con una grossa tumefazione della loggia renale sinistra. E’ in preda ad una terribile sofferenza.
Sembra un dolore della fossa iliaca sinistra più che della massa che le sporge dalla schiena: infatti cammina piegata a novanta gradi perchè la posizione eretta per lei è troppo dolorosa.
E’ così sofferente che le scappano parole forti, come per esempio: “sto morendo! Questa volta proprio non ce la faccio!”
Se il male non fosse dal lato sinistro, con irradiazione alla gamba sinistra, direi che la sintomatologia potrebbe farmi pensare ad un ascesso peri-appendicolare.
Faccio l’ecografia sulla massa del fianco e mi rendo conto che è liquida, seppur contenente un materiale denso che potrebbe essere sangue o pus.
Penso immediatamente ad un ascesso dello psoas, che da noi non è così raro.
La posizione antalgica con cui la paziente cammina è possibilmente dovuta all’irritazione dei muscoli della parete addominale.

Il cesareo più sofferto

La vicenda è iniziata questa mattina alle 4.30 quando sono stato chiamato in maternità per una mamma con emorragia antepartum a circa sette mesi di età gestazionale.
Il battito cardiaco fetale era buono, ma la mamma era debole e con pressione piuttosto bassa. L’emoglobina materna era di 5 grammi e purtroppo il suo gruppo sanguigno era 0 negativo: tale gruppo è rarissimo, e trovare del sangue da trasfondere assolutamente difficile.
Naturalmente non ne avevamo in emoteca e tutte le mie telefonate sono state vane: tutti gli ospedali del Meru e del Tharaka mi hanno dato la stessa risposta negativa. 
So di essermi ricevuto un sacco di accidenti dai laboratoristi reperibili per l’ora delle mia telefonate!
All’ecografia il bambino pesava circa 1800 grammi, e ciò che causava l’emorragia era una placenta previa.
Abbiamo messo la mamma a riposo assoluto; le abbiamo prescritto dei tocolitici, sperando di aver più fortuna durante il giorno nella nostra ricerca di sangue. 

domenica 1 novembre 2020

E se manca la luce

Uno dei problemi non ancora risolti a Matiri e' quello del generatore.
La corrente elettrica manca spessissimo in Tharaka, soprattutto durante la stagione delle piogge, ed il nostro generatore purtroppo non e' automatico.
Passano a volte 10 minuti prima che il responsabile della manutenzione lo attivi manualmente. Puo'anche apparire un tempo relativamente breve, ma vi assicuro che, se capita quando devi legare l'arteria uterina, o quando una prostatectomia sanguina, questo ritardo diventa eterno ed infinitamente stressante.
Puo' capitare che il responsabile sia fuori sede per varie incombenze, e noi rimaniamo al buio in sala anche per l'intera durata dell'intervento. Mi e' successo ieri notte durante un cesareo!
Per vederci ormai ci siamo attivati con torce frontali.
Per l'anestesia generale ci affidiamo alla batteria del ventilatore. 

Siamo invasi

La pioggia ha portato con se' miliardi di insetti che alla sera invadono l'ospedale, a motivo delle luci accese.
Questa sera il giro visita notturno e' stato un delirio, con insetti che ti volavano da tutte le parti come una nuvola, ti entravano nei vestiti, nelle narici e nelle orecchie. 
Poveri pazienti, per loro e' ancora peggio...soprattutto per quelli piu' gravi e per i neo-operati.
Ora mettiamo le zanzariere a tutti e poi spegniamo le luci.
Ho appena finito un cesareo, per una donna arrivata alle 21. Anche in sala questi insetti entravano, nonostante le precauzioni.
Non riusciamo a tenere gli insetti fuori dell'ospedale. Le zanzariere alle finestre sono tutte rotte, sia nei corridoi che nelle camere...e anche in sala.

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EMERGENZA IN MATERNITA' E'arrivata al mattino con una cicatrice da pregresso cesareo ed una emorragia antepartum. Era anche in trava...