martedì 30 giugno 2020

300 e 130

A Matiri siamo gia' arrivati a 300 chiodi di Sign inseriti in altrettanti pazienti fratturati.
300 famiglie salvate dalla poverta' che sarebbe stata inflitta dall' immobilita' e dalla disabilita'.
Di cuore ringrazio "Sign", ed in modo speciale il suo fondatore Dr Lewis Zirkle, per il continuo supporto e per la grandisdima stima nei miei confronti.
Sono quasi le 23 ed esco ora da un altro cesareo.
Oggi e' la fine del mese, e sono felice perche' a giugno di quest'anno abbiamo stabilito un nuovo piccolo record per Matiri: 130 interventi chirurgici in un mese. Non eravamo mai arrivati a questo numero. Ringrazio il Signore anche per questo. Poter ancora aiutate tanta gente e' certamente un segno ed un incoraggiamento ed uno stimolo per un maggior impegno.

Fr Beppe

lunedì 29 giugno 2020

Le incognite della notte

Sono stato chiamato di notte per una consulenza in maternità. Dorothy non sa ancora se si tratterà di un parto con ventosa ostetrica o se si dovrà optare per il cesareo.
Per questa ragione non chiamo ancora nessuno e mi dirigo in sala parto da solo.
La testa del nascituro quasi fa capolino e mi pare onesto tentare la ventosa. Ci provo tre volte, ma senza successo. Mi sento depresso per questo fallimento.
La mamma è esausta e dal canale del parto esce un meconio verde, denso e poco rassicurante. Anche il battito cardiaco fetale non è dei migliori.
Ecco perchè mi arrendo e decido di andare in sala: il cesareo è infatti l'unica soluzione per salvare il bimbo.
Prepariamo la mamma per l'operazione e la trasportiamo in camera operatoria.
Di solito ci si mette un po' a praticare la spinale in donne che hanno travagliato per molte ore: non riescono infatti a stare in posizione a causa del pancione, sono irrequiete ed in continuo movimento.
Con mia sorpresa invece Peter trova lo spazio giusto al primo colpo e l'anestesia è fatta dopo meno di un minuto.

domenica 28 giugno 2020

Avviso

Carissimi amici e sostenitori, 
le polemiche seguite al caso Silvia Romani, l’annunciata riforma delle ONLUS, il COVID, i conseguenti inconvenienti  subiti da chi giá aveva prenotato dei voli poi cancellati, le enormi difficoltà, i disagi e il prolungamento coatto del soggiorno subito dai volontari presenti a Matiri quando è scattato il blocco, la persistente difficoltà di programmazione dei voli, il lievitare dei costi .... tutte queste cose inducono l’Associazione a bloccare fino a data imprecisata l’invio di volontari a Matiri.
Questo non ci impedirà di continuare a sostenere a distanza l’instancabile attività del Dr Beppe Gaido a Matiri. 
Chi ci segue sul blog, fb o sul sito dell’Associazione si sarà reso conto di quanto abbia pesato l’aiuto economico di diverse  Associazioni , non certo ultima la nostra, che ha fatto sí che l’Ospedale sia cresciuto notevolmente. 
Questo ha reso  possibile un aumento quali-quantitativo dell’offerta assistenziale. 
Invitandovi a continuare a sostenerci, ringraziamo di cuore quanti ci hanno aiutato fino ad oggi  e chi lo farà in futuro. 
Ricordo a tutti quelli che volessero devolvere alla nostra Associazione il 5 per mille i nostri dati: Codice Fiscale 97848620015 
Un augurio a tutti   di un prossimo ritorno alla normalità e ancora grazie.

D.ssa Marialuisa Ferrando
Presidente Associazione Aiutando nel mondo

Grazie, Matteo...

Con grosse difficolta' logistiche dovute alla chiusura degli aeroporti in Kenya a motivo del Covid 19, oggi Matteo e' arrivato in Italia con un volo speciale.
Matteo ha trascorso con noi sei mesi. Avrebbero dovuto essere tre, ma  il lock down lo ha bloccato a Matiri per altri tre mesi.
Ringraziamo Matteo per il suo servizio ai malati di Matiri.
Con la sua partenza Matiri rimane senza volontari.
Il coronavirus per ora ci impedisce di accogliere altri volontari. I voli sono per ora ancora sospesi e dobbiamo chiarirci bene anche sulla quarantena in caso essi riapriranno. 
Per questo al momento non possiamo dire di si' ad alcuna richiesta di volontariato fino a data da chiarire. 
Non sappiamo come evolvera' la situazione coronavirus in Kenya dove i casi continuano ad aumentare e neppure conosciamo l'evolversi della situazione in Italia. 
Per queste ragioni al momento non accoglieremo altri volontari. Sara' nostra premura informare quando le condizioni saranno propizie per la ripresa del volontariato.
Anticipatamente ringrazio tutti coloro che ci vorranno ancora aiutare economicamente, anche se non con la presenza fisica.
Grazie a chi ci mandera' offerte sia online con la raccolta fondi per il Covid, e sia tramite le varie associazioni.
Pregate per me, da oggi ancora piu' solo.

Fr Beppe


sabato 27 giugno 2020

Trauma addominale


Gli incidenti della strada non sono solo fratture.
Ieri notte per esempio abbiamo ricevuto un paziente caduto dalla motocicletta.
Non aveva fratture, se non escoriazioni su molte parti del corpo e un enorme edema del volto.
Il suo più grande dolore era nella pancia, che appariva durissima e praticamente invisitabile: appena lo toccavi il paziente saltava dal male.
L'emocromo dimostrava una anemia moderata, e globuli bianchi aumentati.
Ho quindi fatto un'eco di emergenza, ed ho visto tanto sangue in addome.
Non ci ho pensato due volte ed ho mobilizzato il personale di sala.
Abbiamo fatto una laparatomia d'urgenza che è durata fino alle due di mattina, ma avevo ragione: una brutta rottura di milza con ingente emoperitoneo.
Siamo riusciti a fermare l'emorragia ed a eseguire la splenectomia.
Sicuramente il paziente deve essere caduto rovinosamente sulla pancia.

Rottura d'utero a sei mesi di gestazione

Veramente strano quello che è successo ieri notte!
Vero è che la donna aveva una cicatrice da pregresso cesareo, ma rimane abbastanza inquietante il fatto che abbia rotto l'utero a metà del secondo trimestre.
Il feto era già morto quando l'abbiamo ricoverata: le ostetriche non sentivano il battito cardiaco fetale e me l'hanno inviata per una ecografia di conferma.
L'esame ultrasonografico non solo ha confermato la terribile notizia della morte del piccolino, ma ha anche diagnosticato la presenza di sangue in addome.
Nonostante il fatto che si trattasse di una gravidanza pretermine e di un feto morto, abbiamo quindi dovuto correre in sala ed operare: purtroppo l'utero era spappolato al di là di ogni possibilità di riparazione.
D'urgenza siamo stati costretti a cambiare i piani: da cesareo su feto morto a isterectomia.
La paziente ha comunque rischiato le penne, perchè l'intervento è stato particolarmente difficile e l'emorragia è stata copiosa.
Fortunatamente la donna è viva, anche se noi siamo andati a letto alle 4 del mattino

Fr Beppe

giovedì 25 giugno 2020

Grazie

Oggi il mio post sara' brevissimo. Scrivo mentre stanno preparando un'altra mamma per cesareo. 
Desidero semplicemente ringraziare tutti coloro che mi pensano e mi sono vicini. Un grazie sincero a chi mi aiuta anche economicamente.
Sto dando il massimo e sono molto stanco, ma allo stesso tempo sono davvero sereno ed anche molto orgoglioso del fatto che l'ospedale abbia ripreso a pieno ritmo, che sia ora apprezzato da molti e che si sia riempito.
Il fatto che anche il Vescovo sia molto contento non puo' che aumentare la mia gioia.
La missione di servire i malati e di essere sempre disponibili 24 ore al giorno e' a volte dura ed esigente. 
Ci sono momenti di stanchezza e di fatica estrema...non manca lo scoramento che sovente fa capolino. Ma la gioia della donazione e' comunque presente, e porta con se' la sua ricompensa di umana soddisfazione e di grande gratificazione.

mercoledì 24 giugno 2020

Anche oggi abbiamo lottato

Giornata piena ed impegnativa.
Tra tutti i casi di oggi voglio ricordare il cesareo: mamma mandata qui a Matiri da una struttura governativa periferica per sospetto di presentazione trasversa.
All’ecografia confermo questa situazione ed in più vedo pure una placenta previa.
Sono io l’anestesista in sala perchè Peter è impegnato dall’altra parte con un enorme taglio sul cranio e sta lottando con Apophie per fermare l’impressionante emorragia che rischia di ammazzare il paziente.
La spinale non mi dà problemi; ma le difficoltà iniziano poco dopo con un importante sanguinamento causato dalla placenta previa, non appena ho aperto l’utero.
Poi sono venuti momenti di puro terrore: il bimbo era davvero trasverso, ma io non riuscivo a fare la versione interna...dalla breccia operatoria usciva sempre e solo la mano, ed io non riuscivo a girare il feto in una posizione favorevole per uscire.
I secondi passavano, ma a me parevano ore.
Provavo a girarlo in posizione podalica e non ci riuscivo...non trovavo i piedini; cercavo allora la testa e non la trovavo.
Temevo anche di creare una grossa lacerazione dell’utero con la mia mano che ci rovistava dentro, ed avevo una paura tremenda di una possibile emorragia dall’arteria uterina.
Mi tremavano le gambe, ma poi sono riuscito ad afferrare la testolina e pian piano ho messo il feto in posizione verticale. 

martedì 23 giugno 2020

Chiudere la giornata piena con una nota triste

Se penso alla giornata di oggi posso definirla pesantissima... ma in fondo è come una delle tante. Il problema è che il trend di pazienti continua ad aumentare, lasciandomi quotidianamente spossato.
Ieri è stata una giornata simile...forse ieri è il giorno in cui ho visto più pazienti in assoluto qui a Matiri. 
In corridoio dell’ambulatorio non si poteva proprio passare, e quasi tutti erano pazienti per me: visite pre o post-operatorie. Ho saltellato come un grillo, riuscendo anche a fare 4 interventi, tra un paziente e l’altro.
Alla sera ero stremato e trascinavo le gambe, anche se poi mi hanno chiamato per un caso di maternità alle 23.45, ed ho dovuto ritrovare la forza per alzarmi. 
Il nuovo reparto è completamente pieno e non abbiamo un solo posto letto libero.
Anche la maternità oggi è affollata, per gli standard di Matiri.
Oggi abbiamo sentito più volte la sirena di ambulanze esterne (Marimanti, Tunyai, Meru), vuoi per fratture, o anche per maternità complicate.
Ma non è tutto questo che stasera mi fa andare a letto con una punta di depressione nel cuore: il lavoro non mi deprime; anzi, mi galvanizza e mi rimotiva sempre di più. Più lavoro e sono sommerso dai malati, e più sento che il Signore è contento di me... anche in questa nuova situazione di servizio.
Il mio stato d’animo deriva dal fatto che in serata ho perso ben due malati nel giro di mezz’ora: un bambino piccolissimo di circa un mese, ed un anziano affetto da ictus cerebrale.

lunedì 22 giugno 2020

Raccolta fondi online

Oggi sono riuscito ad acquistare mascherine chirurgiche per il valore di 350 Euro (erano quasi finite), oltre a detergenti per le mani del valore di 250 Euro, che abbiamo nuovamente distribuito in tutti i settori dell'ospedale (sia sapone liquido che liquidi sanitarizzanti da poter usare senza acqua).
Ringrazio di cuore tutti coloro che, con piccole e grandi offerte, mantengono viva la raccolta fondi online con la quale cerco di far fronte a tanti fabbisogno del nostro ospedale, nella lotta al COVID 19.
Ieri sono stato commosso da una bella donazione di 250 euro dall'Italia, seguita a poche ore di distanza da una offerta di 1 euro dal Kenya. Mi sono scese le lacrime per entrambe. Grazie di cuore.
I casi in Kenya continuano ad aumentare e siamo quindi ancora nella fase crescente dell'infezione. 
La curva delle infezioni non è esponenziale come lo è stata in Italia. L'aumento è lento ma costante, cosa che ci fa temere un tempo molto lungo di convivenza con la pandemia. Qui si parla di picco a settembre.
Grazie a chi ci dà una mano in questo momento difficile, in cui le magre finanze dell'ospedale vengono in gran parte risucchiate dal coronavirus e dalle necessarie misure preventive.

Fr Beppe


domenica 21 giugno 2020

Amore di padre

Non è così frequente vederli, ma direi che ultimamente non è più neppure tanto raro.
Vengono in ospedale con un bambino piccolo affetto da malaria cerebrale o da polmonite.
A volte il figlio ha un problema chirurgico e deve essere operato: in questi casi di solito la mamma non viene in ospedale con il figlio ammalato perchè è a casa con un bambino più piccolo da allattare, o magari perchè è malata lei stessa; raramente capita di incontrare un marito abbandonato dalla moglie e non ancora risposato: un vero "single father".
In questi casi non possiamo ricoverare i bambini ed il genitore in pediatria, perchè questo è un ambiente rigorosamente femminile.
Ricoveriamo papà e bimbo nel reparto uomini: i bimbi accompagnati in ospedale dal papà dormono quindi nelle camere degli adulti.
Questi papà sono in genere molto buoni ed affettuosi, e direi che fanno concorrenza alle tante mamme che abbiamo in pediatria.
Mi sorprendo a volte ad osservarli mentre contemplano con occhi pieni d'amore il loro figlioletto ammalato, mentre vigilano con attenzione sul flusso delle gocce di chinino che fluisce nelle vene dei loro piccoli, mentre coccolano il figlio in preda a qualche dolore dopo un intervento chirurgico.

sabato 20 giugno 2020

Alta chirurgia

Oggi sabato campale.
I pazienti sono stati moltissimi, anche in ambulatorio.
Ma è la sala che oggi ha fatto la parte del leone.
Per la prima volta a Matiri, oggi abbiamo fatto un intervento congiunto di shunt-ventricolo-peritoneale per iderocefalo e correzione di spina bifida.
II bimbo era nato qui due settimane orsono con taglio cesareo, ed oggi abbiamo corretto di difetti neurologici, grazie alla presenza del dr Nyaga, della dottoressa Apophie e di alcuni specializzandi del Meru Hospital.
Altro grande successo chirurgico di oggi, a cui devo molto al team di chirurghi-amici che mi hanno fatto visita, è l'asportazione di un enorme carcinoma del colon destro con segni di occlusione intestinale.
Naturalmente, come da curriculum abituale, oggi abbiamo anche operato due bruttissime fratture, in cui chiodi, viti e placche di "Sign" sono state il nostro asso nella manica e la nostra fortuna.

venerdì 19 giugno 2020

Stavolta la scelta giusta

Ann ha sedici anni e la sua faccia è già quella di una donna vissuta, dimostra infatti almeno quarant'anni. I suoi denti sono cariati: chissà come mai non se li è mai fatti aggiustare.
E' HIV positiva, e la malattia la dimostra tutta, anche se è in terapia antiretrovirale.
E' incinta di otto mesi, e certo la gravidanza le avrà dato una bella botta al sistema immunitario.
Purtroppo è anche affetta da condilomi acuminati, ed è difficile starle vicino in quanto il tanfo è davvero penetrante.
All'ecografia il bambino è ancora abbastanza piccolo e quindi spero proprio che non partorisca, anche se purtroppo ha contrazioni abbastanza forti.
Le ho prescritto terapia tocolitica, ma il travaglio è progredito nonostante tutto.
Stamattina l'ho trovata completamente "dilatata" e con la testa del bambino molto bassa.
Mi sono reso conto che fermare il travaglio non sarebbe più stato possibile: allo stesso tempo ho sempre saputo che i condilomi acuminati costituiscono un pericolo per il nascituro e non si può lasciarla partorire normalmente.
L'indicazione al cesareo c'è tutta, sia per l'HIV che per i condilomi...ma il bambino non è a termine e quindi potrebbe aver problemi riespiratori dopo la nascita.

giovedì 18 giugno 2020

Emma

Oggi la volontaria Emma e' riuscita a partire dopo vari tentativi non riusciti a motivo della chiusura degli aeroporti in Kenya. 

E' salita su un volo speciale organizzato in accordo con l'Ambasciata Italiana in Kenya.

Ringrazio di cuore Emma per i suoi tre mesi di servizio a Matiri. 

La ringrazio per la sua semplicita' ed il suo grande impegno.

Buon rientro in Italia!

Fr Beppe


mercoledì 17 giugno 2020

L'altra faccia della medaglia

Oggi, dopo una nuova chiamata notturna per cesareo, riflettevo sul nostro quotidiano impegno per la vita e sul fatto che l'ostetricia è in sè entusiasmante, gratificante ed anche un'esperienza spirituale di partecipazione all'opera creatrice di Dio.
Quante volte però il nostro sforzo per promuovere la vita incontra quell'insuccesso e quel fallimento estremo che è la morte!
Visitare un bambino con febbre altissima e convulsioni; impostare tutte le terapie che conosci e che hai a disposizione; vedere la faccia della mamma che certamente spera da te la guarigione, anche se a stento trattiene le lacrime, mentre ti esprime i sintomi e la situazione clinica del figlioletto...e poi venire a sapere da altri membri dello staff che quel bimbo è andato in Paradiso e che la mamma disperata ha deciso di non rimanere un minuto in più in ospedale e si è fatta dimettere all'istante...eppure hai fatto tutto quello che potevi per quella creatura; gli hai dato le medicine che ritenevi efficaci, in scienza e coscienza, e lo sai che in tante altre occasioni la stessa terapia aveva fatto il miracolo ed il bambino era guarito.

martedì 16 giugno 2020

Angela

L'avevo operata a Chaaria alla fine del 2018.
Osteosarcoma del ginocchio per cui avevo fatto una amputazione.
Era stato drammatico spiegare alla mamma le ragioni per cui dovevo amputare quasi all'inguine una bambina di 10 anni.
Ricordo Angela come una bimba tenerissima, anche quando sedeva sulla carrozzina dopo l'intervento.
Ne avevo perso le tracce, ma a gennaio di quest'anno me la sono trovata in reparto qui a Matiri.
Non l'avevo riconosciuta, ma lei mi aveva chiamato forte dal suo letto di dolori: le piaceva salutarmi e ricordarmi spesso che mi aveva conosciuto a Chaaria.
Per lei abbiamo fatto solo terapia palliativa. Infatti era piena di metastasi, ed era assolutamente emaciata.
La cosa che più mi colpisce è che Angela è stata sempre serena, anche se era costantemente a letto, in posizione obbligata per controllare le tremende piaghe da decubito.

lunedì 15 giugno 2020

Ed è subito sera

Quante volte questa poesia di Quasimodo mi torna alla mente quando, come oggi, mi ritrovo alle 11 di sera, stremato e con il cervello appiattito, dopo una giornata che oserei chiamare massacrante.
Ed è subito sera...non hai neppure il tempo di accorgertene. Ti alzi da letto prestissimo, corri come un pazzo tutto il santo giorno, ed a letto desideri tornare perchè le forze ti abbandonano: la giornata è volata via e pare un attimo da quando ti sei alzato al mattino.
Oggi è stato come un film che girava con il tasto di "avanti veloce": tutto è stato una corsa a perdifiato. I malati erano tantissimi, la sala operatoria pesantissima, in sala parto un'attività continua.
Oggi è lunedì, e ce lo aspettavamo!
Ma in genere tutto corre così veloce: ed è sempre subito sera.
E così passano le nostre giornate, sempre uguali e monotone perchè sempre piene di malati e di sala operatoria, ed allo stesso tempo sempre diverse perchè i casi che ci si presentano sono sovente strani, interessanti e difficili da risolvere. 
Ma soprattutto le nostre giornate passano in fretta.
Anche ora guardo le tre donne che passeggiano fuori dalla sala parto in preda alle doglie, e non posso fare altro che sperare che il travaglio proceda bene...se no anche stanotte potrebbe essere disturbata.

Fr Beppe


domenica 14 giugno 2020

Era podalico

Erano quasi le 20 quando una partoriente è arrivata con forti contrazioni da un villaggio abbastanza lontano.
C'è stato appena il tempo di darle la divisa dell'ospedale che già iniziava ad accusare spinte violente.
Non era il primo figlio per lei, e quindi ci aspettavamo un parto molto veloce.
In un attimo la donna era sul lettino da parto, e pochi secondi dopo è apparsa la parte presentata.
"Accipicchia! E' un podalico"...nessuno lo sapeva nè lo sospettava in quanto la paziente era appena arrivata! Inoltre non aveva mai fatto un’ecografia”.
Janet e lo staff della notte decidono di condurre questo parto, in quanto non c'è tempo da perdere: esce il podice, vengono liberati i piedini. Anche il tronco fuoriesce pian piano con le manovre ostetriche che il nostro staff conosce molto bene.
Ma qui arriva il problema: le spalle non si disimpegnano ed il bimbo rimane inchiodato al corpo della mamma con la testolina ancora dentro.

sabato 13 giugno 2020

Anche oggi dico grazie...

Il mio pensiero va oggi ai generosi donatori che mi hanno permesso di acquistare con le loro offerte un nuovo trapano odontoiatrico, in sostituzione del precedente malfunzionante. 

Oggi siamo riusciti a fare 10 cure canalari, ed abbiamo speranza che il nostro gabinetto dentistico continui a crescere. 

Grazie a chi ci sostiene.

Fr Beppe


venerdì 12 giugno 2020

Il nuovo reparto chirurgico

Oggi è stata una giornata speciale in quanto abbiamo inaugurato il nuovo reparto chirurgico dell'ospedale di Matiri, che abbiamo chiamato "reparto San Francesco".
Questo sogno che oggi si avvera ha avuto fin da subito l'appoggio di Padre Emilio e del consiglio di amministrazione.
Non è molto grande, avendo una capacità di 35 posti letto, ma è un buon inizio. Certo non basterà, visto che i pazienti chirurgici sono al momento l'80% dei nostri ricoveri, ma vedremo come organizzarlo.
E' stato ricavato dalla ristrutturazione di un magazzino già esistente. Abbiamo cercato di farlo con spesa minima.
Di cuore ringrazio i donatori che hanno finanziato questo importante progetto, questo sogno divenuto realtà:

1) L'Associazione AVI Montebelluna che ha sponsorizzato sia il rifacimento del tetto, che anche l'acquisto di parte dei comodini, dei letti e dei materassi.

giovedì 11 giugno 2020

Cosa fare?

L’ho visitata per la prima volta venerdì scorso.
Lamentava dolori addominali importanti e sanguinamenti genitali.
L’ecografia ha dimostrato dei grossi fibromi uterini di cui la giovane donna era già al corrente.
Era infatti venuta specificamente per farsi operare di miomectomia.
La cosa che però mi ha messo in crisi è il fatto che, oltre ai fibromi, l’eco ha dimostrato anche una gravidanza iniziale e perfettamente vitale.
La paziente aveva così tanto male che assolutamente voleva l’intervento.
Mi diceva che anche in altri ospedali le avevano spiegato che sia il male che l’emorragia erano probabilmente dovuti a dei fibromi andati in necrosi, e quindi da togliere al più presto.
Io le ho detto che, per motivi etici, non mi sentivo di fare l’operazione fintantochè il prodotto del concepimento era vivo: ogni intervento sull’utero può in effetti causare aborto, e con fibromi così grandi la probabilità di perdita della gravidanza era praticamente del 100%.
Inoltre le ho fatto presente che, a parte i rischi di indurre noi un aborto, una miomectomia in gravidanza sarebbe stata pericolosa anche per lei perchè un utero gravido può essere davvero emorragico in corso di intervento. 
Lei si è convinta.

mercoledì 10 giugno 2020

Bilanci

Di acqua ne è passata tanta sotto i ponti da quando sono diventato medico...tante cose sono cambiate da allora; soprattutto sono cambiato io, e non solo perchè sono più vecchio di quasi 30 anni!
La giornata di oggi è iniziata presto in sala operatoria con una tiroidectomia che ho fatto da solo, con trepidazione ma anche con una certa tranquillità: mi sono sentito giovane ed ancora in grado di imparare in questa infinita formazione permanente che è la medicina.
Che bello arrivare alla soglia dei 60 anni e potersi sentire ancora come uno specializzando che vuole e deve imparare tante cose nuove, per servire gli altri sempre meglio e sempre di più!
A questo intervento ne è seguito un altro, altrettanto impegnativo: addome acuto da peritonite purulenta, secondaria ad appendicite retrocecale.
Anche questo intervento è andato bene e siamo riusciti a fare l’appendicectomia, senza causare perforazioni intestinali; l’operazione è stata veloce ed in un’ora o poco più avevamo già richiuso la cute...ma il paziente ha avuto problemi di risveglio.

martedì 9 giugno 2020

Pangato più volte e lasciato mezzo morto

Ce lo hanno portato da un altro ospedale.
E’ chiaramente psichiatrico ed ha due brutte fratture esposte sotto il ginocchio.
La storia che abbiamo raccolto è agghiacciante: si tratta infatti di ferite da machete infertegli da sconosciuti. Chi può essere così crudele da infierire così su un malato di mente?
Fatto sta che la “panga” ha sezionato non solo la cute, ma anche tibia e perone da entrambi i lati. Devono essere stati dei colpi tremendi inflitti con la chiara intenzione di azzopparlo: chissà chi poteva aver paura di lui!
Il poveretto è chiaramente fuori di testa, ed invece di starsene a letto in attesa dell’intervento, si trascina per l’ospedale “a pancia molle” come se fosse un serpente. 
Non è violento, e, quando parli con lui e gli chiedi che cosa stia facendo sul pavimento, lui ha sempre delle spiegazioni plausibili: “cerco il bagno; vado a vedere dove danno da mangiare”, ecc.
Oggi lo abbiamo operato, in anestesia generale perchè temevamo che in spinale non avrebbe accettato l’intervento e non avrebbe collaborato.
Non è stato possibile pensare a dei chiodi endomidollari, perchè la frattura era esposta e ci sarebbero stati rischi troppo alti di osteomielite; abbiamo quindi posizionato dei fissatori esterni sulla tibia da entrambi i lati.

lunedì 8 giugno 2020

Il carcinoma della mammella

E' estremamente frequente.
A volte si vedono donne giovanissime con forme avanzate ed ormai metastatizzate; altre volte visiti donne con cavolfiori ulcerati e pieni di vermi che non sarebbe neanche più possibile operare.
Allora ti chiedi: ma come è possibile arrivare ad uno stadio così avanzato? Perchè non farsi vedere prima?
La risposta è davvero difficile da trovare, ma penso che in parte si da ascrivere alle carenze del sistema sanitario locale: ricordo una ragazza di 28 anni, morta in ospedale due giorni dopo il ricovero.
Aveva una forma avanzatissima di tumore alla mammella che le aveva causato metastasi polmonari e versamento pleurico. 
Quando le avevo chiesto come mai fosse venuta in ospedale così tardi, mi aveva risposto che lei era andata da subito al dispensario locale a motivo di un eczema del capezzolo. 
In quella struttura, invece di rendersi conto che si trattava probabilmente di una forma di cancro fin dal primo momento (il cosiddetto morbo di Paget della mammella), l'avevano curata per mesi con delle pomate cortisoniche. 
Naturalmente non era migliorata, e quelle terapia dermatologica sbagliata avevano dato il tempo al tumore di stroncare quella giovane vita.
Ho un altro caso in mente, dove la povertà e l’ignoranza l’hanno fatta da padrona. Donna trentacinquenne, a cui fu fatta un anno fa una biopsia che però la paziente non aveva mai portato all’anatomo-patologo per mancanza di soldi. Si è presentata pochi giorni fa con una mammella distrutta e con metastasi ovunque.

domenica 7 giugno 2020

Buona festa della Trinita'

Speravamo che il coprifuoco finisse ieri, ma invece continua, anche se ridotto di tre ore. Pure il lock down di alcune aree viene prolungato per un altro mese. Pensavamo che oggi l'aeroporto sarebbe stato aperto, ma non ci sono notizie al riguardo per ora.
Le scuole rimangono chiuse fino al primo settembre.
C'era una enorme aspettativa per la ripresa delle funzioni religiose ma anche li' non e' cambiato nulla. Ancora il divieto di tutte le riunioni pubbliche con molta gente. Anche oggi niente messa e probabilmente per un altro mese.
I nuovi casi di corona non sono molti rispetto agli standard italiani, ma continuano ad aumentare ogni giorno. Anche i morti sono relativamente pochi...ad oggi 83.
L'idea e' comunque che i numeri sono tali proprio per il lock down, e che una riapertura veloce porterebbe ad una impennata spaventosa. Il presidente ha detto chiaramente che non si puo' aprire quando i casi continuano ad aumentare.
La situazione economica e' grave, soprattutto per i poveri che non hanno un lavoro stabile e sopravvivono con impieghi a giornata, ma il governo e' certo che una apertura oggi in nome della ripresa economica porterebbe a molti morti ed anche ad ulteriori e piu' gravi problemi economici in futuro.
L'altro punto sottolineato ieri e' che i pochi letti di rianimazione disponibili sono vicini alla saturazione gia' oggi, ed un aumento esponenziale dei casi porterebbe al collasso il sistema sanitario.

sabato 6 giugno 2020

Sabato

Molti pazienti. Difficile rispondere alle necessita' di tutti.
I primi a chiamarmi al telefono hanno iniziato alle 6.30...avrei voluto arrabbiarmi e dire che era sabato, ma poi ho pensato che, se mi cercano, e' perche' hanno bisogno di me. Sono quindi stato disponibile e affettuoso.
Abbiamo poi lavorato senza sosta, dividendoci tra sala, maternita' e ambulatorio. Non sembra un fine settimana. Cosi' tanti pazienti affollano l'ospedale oggi che pare lunedi'...forse tutti pensano che di sabato si aspetta di meno! Meno male che almeno posso contare sulla dottoressa Apophie che oggi e' con me.
In sala operiamo molti e riusciamo a finire la lista nonostante un cesareo che complica le cose.
Oramai anche a Matiri bisogna accettare che il sabato e' un giorno lavorativo come gli altri.
La volonta' c'e'. La stanchezza si fa sentire. Speriamo di poter riposare un po' domani

Fr Beppe

venerdì 5 giugno 2020

Grazie al cuore generoso di molti

Anche oggi scrivo con il cuore pieno di riconoscenza.
Grazie alle generose donazioni di Massimo e di Antonio, oggi abbiamo riparato la sedia dentistica e la sua luce; abbiamo comprato un nuovo manipolo per il trapano in sostituzione del vecchio che perdeva aria, abbiamo riparato il compressore ed abbiamo anche installato un nuovo detartratore.
Abbiamo anche revisionato il radiologico odonto, ora completamente funzionante.
Grazie di vero cuore agli amici che con le loro offerte ci permettono di crescere poco alla volta.
In sala denti manca ancora molto, soprattutto per quanto riguarda gli strumenti per le estrazioni, ma possiamo già lavorare e cercare di aiutare molti che hanno problemi odontoiatrici.

fr Beppe


giovedì 4 giugno 2020

La panga a portata dei bambini

Abbiamo ricoverato Antony in una pozza di sangue.
Aveva una ferita sulla parte posteriore del collo, per fortuna abbastanza superficiale. L’abbiamo quindi suturata senza grossi problemi.
Purtroppo pero’ aveva anche una ferita disastrosa nella parte volare dell’avambraccio. 
Tutti i tendini flessori erano stati recisi, insieme a buona parte dei muscoli.
Peter ha praticato un buon blocco anestetico all’ascella, ed abbiamo quindi potuto fare le nostre tenorrafie a paziente sveglio.
Pensiamo di aver fatto un buon lavoro e di aver trovato e ricostruito tutti i tendini.
Il fatto che Antony fosse un ragazzo di 15 anni appena, mi ha incuriosito un po’, perche’ mi sembrava troppo giovane per essere classificato come il solito avvinazzato che conclude una rissa qualunque con dei colpi di machete.
“Cosa e’ succeso?” gli ho chiesto, mentre suturavo la cute e mi sentivo ormai rilassato.
“E’ stato mio fratello piu’ piccolo”, mi ha risposto senza lasciar trapelare emozioni.

mercoledì 3 giugno 2020

La morte

Ieri sera ho lottato fino a mezzanotte.
Credo che si sia trattato di una embolia polmonare.
Il paziente è morto lentamente, nel giro di 5 ore, con una progressiva fame di aria, ma rimanendo cosciente fino a 5 minuti prima del decesso.
Continuava a chiamarmi, a chiedermi ossigeno. Voleva sapere se ce l’avrebbe fatta. Ad un certo punto mi ha detto che il suo cuore si stava fermando...e poi è spirato, lasciandomi vuoto e devastato interiormente.
Veder morire una persona per cui ti sei impegnato tantissimo e’ sempre una sconfitta gravissima per un medico. 
Se poi questo malato era giovane e lascia dietro di se’ una piccola creatura orfana ed un consorte affranto, il senso di fallimento diventa doloroso e frammischiato a innumerevoli sensi di colpa: “ho fatto veramente tutto quello che potevo? Dove ho possibilmente sbagliato?”
A questo si aggiunge l’angoscia di dover affrontare i parenti: la paura di non saper far fronte alle loro emozioni; il timore che, in un momento di rabbia, ti accusino anche di cose che non hai fatto.
La profonda depressione che segue la morte di un malato affidato alle tue cure non e’ un segno di “delirio di onnipotenza”: lo sappiamo tutti che in medicina ci sono battaglie perse in partenza, ed altre che hanno alte percentuali di sconfitta. 
Ci rendiamo conto che ogni procedura da noi eseguita ha delle percentuali di mortalita’ che sono ormai conosciute in tutto il mondo e documentate in letteratura. 
Ma quando quel “per cento” riguarda te e la persona per la cui sopravvivenza stavi lottando, le cose cambiano. Il mondo sembra crollarti addosso. 

lunedì 1 giugno 2020

Una nuova vita

Sto visitando un paziente in ambulatorio, quando vengo chiamato urgentemente in sala parto. Il bimbo dell’ultimo cesareo e’ veramente in pessime condizioni. Non respira, e’ cianotico e l’attivita’ cardiaca e’ lentissima.
Dalle narici aspiriamo un liquido verde e densissimo: “ha inspirato molto meconio… Prendi subito l’adrenalina, e iniziamo la rianimazione cardiorepiratoria”.
La medicina viene iniettata lentamente attraverso il cordone ombelicale. Lucy afferra il piccolo torace tra le dita e ritmicamente usa i pollici per il massaggio cardiaco. Io infondo aria e ossigeno con l’ambu.
Sono minuti eterni, in cui il nostro sudore scorre abbondante anche a causa della lampada che abbiamo acceso a distanza ravvicinata dalla cute del neonato, per assicurargli una adeguata temperature corporea.
Il colore viola delle sue labbra pian piano cambia al roseo, grazie al ritmico pompare e all’ossigeno che entra abbondante attraverso la minuscola sonda di Mayo.
Il battito cardiaco, dapprima non superiore ai 30 al minuto, gradualmente risale fino a valori normali per un neonato.

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