lunedì 31 maggio 2021

Volata in cielo

Elizabeth lottava da quasi due anni contro un tumore della mammella che si era presentato in una forma molto anomala: aveva subito ben due biopsie per linfonodi del pilastro anteriore dell’ascella, entrambi positivi per cancro. La mammografia e l’eco mammaria erano però sempre  risultate negative.
Data la complessità diagnostica, l’avevamo perciò affidata alle cure del Kenyatta National Hospital di Nairobi, dove Gacheri ha subito dapprima mastectomia e poi chemioterapia.
Per circa un anno la sua salute è andata bene. La malattia sembrava sotto controllo e lei non accusava importanti effetti collaterali per la chemio.
Poi il tracollo è arrivato veloce, quasi improvviso, circa tre settimane fa: si è rivolta a me per un dolore sordo all’epigastrio, e purtroppo l’ecografia mi ha mostrato una diffusione metastatica impressionante. 

domenica 30 maggio 2021

Festa della trinità

Mi e' sempre stato difficile parlare di questo mistero, che sinceramente faccio fatica metabolizzare.
La mia vita spirituale e' soprattutto centrata sul Vangelo e sugli esempi di Gesu'.
Penso poco a Dio Padre, o forse spesso dico "Padre" nelle mie preghiere ma poi penso a Gesu' Cristo.
Mi rivolgo di piu' allo Spirito Santo, soprattutto quando ho bisogno di forza e di fede.
Ma la Trinita' e' un mistero.
Quello che mi ha colpito di piu' oggi nell'omelia della Messa e' stato il messaggio che Trinita' e' amore e unita'.
Allora questo mi basta. Non capisco molto di piu', ma la Trinita' puo' essere oggi per me ispirazione ad una vita di amore vicendevole e di unita' fraterna, al di la' delle incomprensioni e delle inevitabili frizioni.

Fr Beppe

sabato 29 maggio 2021

William ora mi stringe la mano

Ha delle escrescenze bluastre su tutto il corpo. Sono dei bubboni durie dolenti alla palpazione. Quelli sul volto gli conferiscono un aspetto grottesco e mostruoso.
Alcuni noduli sono chiaramente purulenti e si vede una patina di pus giallo che li ricopre.
William e’ molto irritabile e sembra arrabbiato con la vita...
“Che cos’hai da guardarmi cosi’? Lo so che sembro un mostro e che faccio schifo. Lo so che puzzo come le feci a causa dei bubboni. Sono HIV positivo, e sono sicuro che ora nessuno osera’ piu’ toccarmi  rivolgermi la parola”.
“Perche’ dici questo? Stiamo seguendo molti malati nella tua stessa condizione, ed oggi ci sono delle medicine che possono veramente ridurre la massa del sarcoma di Kaposi che ti affligge”.
“Non ci credo... e poi a che pro vivere se nessuno osera’ piu’ neppure stringermi la mano?”.

venerdì 28 maggio 2021

Solitudine

Il covid per me ha certamente significato solitudine. Non piu' volontari con cui condividere fatiche e tempo libero. Non piu' facilita' di ricevere le cose di cui ho bisogno nella valigia degli stessi.
Impossibilita' anche di spostamenti con l'ineluttabile sofferenza di essere assente in momenti importanti come la morte ed il funerale di mia mamma.
Non so quando finira'.
Certo il covid ha portato tanta solitudine a chi si trova all'estero come il sottoscritto.
Venire in Italia per una breve vacanza e' un continuo punto interrogativo...non ho ancora ricevuto il secondo vaccino anti Covid e non so neppure se i vaccini saranno disponibili.
I pazienti sono tanti. Il distanziamento in ospedale e' spesso piu' una frase fatta che una realta'... e comunque speriamo in Dio.

Fr Beppe

Formazione

L'appuntamento del giovedi' mattina e' fisso. Anche questa settimana ci siamo trovati per imparare qualcosa sull' ATLS, cioe' tecniche avanzate di supporto alla vita nei primi momenti dopo l'incidente per il paziente politraumatizzato.
E' stato molto interessante ed utile, soprattutto nella considerazione che siamo ormai a tutti gli effetti un centro traumatologico. Certo ci mancano molte cose e siamo molto indietro con le strumentazioni richieste, ma il primo punto e' certamente la conoscenza sul cosa fare e la costituziobe di una squadra per l'emergenza.
Passo dopo passo miglioreremo.

Fr Beppe

martedì 25 maggio 2021

Esther

E’ arrivata in ospedale verso mezzogiorno su una barella perché ognivolta che tentava di mettersi in piedi collassava. La sua fronte s’imperlava di sudore freddo, le ho misurato la pressione, ma non si percepiva nulla. L’ho fatta portare in ambulatorio e, mentre la preparavano per un’ecografia, ho notato una cicatrice sul suo ventre.
“Quanti anni hai ?” le ho chiesto
“Diciannove” mi ha risposto con voce flebile.
“Hai altri figli? Che genere d’intervento hai subito?”
“Non ho figli, mi hanno fatto un intervento per gravidanza extrauterina.”
Ho messo una mano sul suo addome, era molto dolente e ogni volta che tentavo di premere, Esther sobbalzava con un forte lamento, era sempre più pallida. 
Ho provato con delicatezza estrema a percuotere la pancia ed ho avvertito un gorgoglio di fluido in movimento. Ho subito pensato a una nuova gravidanza extrauterina nell’unica tuba che le era rimasta, come purtroppo mi ha confermato il risultato dell’ecografia.

lunedì 24 maggio 2021

Grazie

Nella valigetta aperta che teniamo in mano c'e' un nuovo trapano ortopedico che oggi abbiamo ricevuto dalla generosita' dei nostri benefattori.
Grazie di cuore.
Si tratta di un trapano cannulato, autoclavabile ed a batteria.
Ci e' di grandissima utilita' e porta a tre il numero dei nostri trapani sterilizzabili. Ad essi si aggiunge il trapano da falegname che a volte usiamo, coperto da un panno sterile, per le procedure a minor richiesta di sterilita'.
Quattro trapani ci permettono un buon turn-over; ci consentono di lavare, sterlizzare ed anche far raffreddare questi preziosi strumenti, prima di usarli nuovamente.
Che Dio ricompensi i nostri benefattori.
Grazie.

Fr Beppe

domenica 23 maggio 2021

Pentecoste

Buona festa dello Spirito Santo a tutti gli amici e lettori.
Con tutti voi imploro il dono dello Spirito, affinche' ci doni la pace del cuore, l'unita' dell'amore fraterno, la forza per servire Gesu' nei poveri e sofferenti.
Prego oggi per tutti i malati ricoverati in ospedale, per tutti quelli che stanotte non dormiranno per l'ansia che precede l'intervento, per coloro che ancora hanno male dopo l'operazione e per chi ancora giace nel suo letto con un arto fratturato ed in attesa di un intervento che non sono riuscito a fare per mancanza di tempo.
Prego per chi non ha soldi per l'operazione e che comunque cerchiamo di aiutare perche' sono i poveri la ragione della nostra missione. Ringrazio i donatori che mi aiutano a
servire anche chi non ha soldi e su tutti i donatori invoco il dono dello Spirito Santo.
Quando la mia giornata e' piena di malati, quando in ambulatorio vedo gente da molto lontano che chiede il mio aiuto, quando alla sera non riesco quasi a camminare dopo una lunga giornata in sala, allora ringrazio il Signore.

Pensieri

Per me è importante cercare di sorridere alla gente, anche quando nonne ho voglia, anche quando dentro sento ribellione o tristezza.
Credo che il sorriso sia parte del mio servizio e del mio apostolato: vorrei che il mio sorriso gentile ed affettuoso trasmettesse serenità e pace a chi sta male e viene a noi perchè disperato, povero ed  ammalato.
Non sempre ci riesco: a volte la gente mi chiama “burbero” e mi dice che ho un caratteraccio scontroso; lo so di essere a volte incoerente, ma ciò non toglie che nel sorriso io ci creda e che per esso mi impegni molto ogni giorno, pur con le mie debolezze. Chiara Lubich la chiamava l’ascesi del sorriso, un’ascesi difficile ma importante da perseguire.
Questo sorriso in cui credo, la serenità di fondo che permane anche nelle burrasche che spesso si agitano dentro e fuori di me, affondano le loro radici profonde in quella poca fede che spero di aver conservato ancora, nonostante tutte le batoste che la vita mi ha dato: una fede che non passa attraverso ragionamenti teologici di cui non sono neppur capace, ma che si alimenta di un quotidiano in cui cerco di dedicarmi a quegli ultimi in cui mi sforzo di riconoscere il volto di Cristo.

venerdì 21 maggio 2021

Un momento di terribile scoraggiamento

Abbiamo ricevuto un paziente di circa cinquant'anni in preda a continue convulsioni. Aveva anche una certa rigidità sia nucale che ai quattro arti. Era in coma profondo. Non aveva febbre e non pareva un caso di malaria cerebrale o di meningite. Aveva invece segni di lato,
con apparente emiplegia destra, deviazione della rima buccale ed anisocoria pupillare.
Era inoltre severamente iperteso con valori pressori di 230/150.
Per l'ipertensione abbiamo immediatamente predisposto una terapia in flebo con idralazina: abbiamo stabilito una bassa dose iniziale, in quanto volevamo che la pressione scendesse lentamente, al fine di evitare ulteriori accidenti ischemici cerebrali.
Le convulsioni (tonico-cloniche generalizzate di tipo Jackoniano) però continuavano ed è stato giocoforza decidere di usare del diazepan in vena, secondo le linee guida nazionali.
Dovevamo "stoppare" quelle crisi comiziali subentranti, per scongiurare ulteriori danni cebrebrali!

mercoledì 19 maggio 2021

Lottare contro la cultura dominante

Nelle zone molto rurali come quella in cui ci troviamo bisogna spesso  lottare contro una cultura di fatto apatica e molto resistente al cambiamento.
“Abbiamo sempre fatto così” è la frase più frequente che mi sento ripetere, quando vorrei proporre qualcosa di nuovo.
A nulla vale la mia osservazione che “Abbiamo sempre fatto così” ha di fatto portato l’ospedale sull’orlo del baratro.
Di fondo la cultura dei villaggi è una cultura della sopravvivenza e del poco impegno, e, se tenti di far cambiare i ritmi, se provi a fare qualcosa in più, allora diventi inviso ed osteggiato.
Mi sono sentito dire: “sei tu straniero a doverti adattare ai nostri ritmi, e non noi ai tuoi”.
Questa cosa mi ha fatto male perchè i miei ritmi elevati son finalizzati esclusivamente ad aiutare delle persone in difficoltà, per altro non della mia, ma della loro stessa cultura.
La cultura dominante qui nella zona dove Matiri si trova può essere devastante e scoraggiante: ti senti pieno di energia e vorresti aiutare, ma ti trovi solo perchè nessuno ti segue, e spesso remano contro.

Buonanotte

Oggi mi sento stanco. Ho lavorato sodo dal mattino dopo messa a stasera tardi. I pazienti non finivano mai. Bisognava continuamente saltare dalla sala, all'ambulatorio, alla maternita'. 
Ho cercato di dare il meglio e di offrire a tutti servizio e competenza.
Vorrei scrivervi di alcuni pazienti ma mi sento troppo stanco ed ho il cervello fuso. Allora vi lascio alcune foto di Matiri che parleranno al vostro cuore.

Fr Beppe

lunedì 17 maggio 2021

Tanti

Anche oggi sono affluiti a noi in tanti, sicuri di trovare risposte ai loro bisogni: credo che la costanza delle prestazioni e la fedeltà nell'essere disponibili ventiquattr'ore al giorno per sette giorni alla settimana sia da sempre la forza del servizio ed anche un po' la sua "maledizione".
"Forza": perchè ci rende punto di riferimento sicuro a cui la gente guarda con fiducia.
"Maledizione" (per modo di dire): perchè ormai non ci sono più riposi, nè giorni festivi; la gente viene sempre e comunque, di giorno e di notte; nei giorni feriali e festivi.
Oggi per esempio abbiamo operato al femore una bimba di sei anni che era caduta da un albero ed aveva riportato una brutta frattura. Al pomeriggio invece è arrivata una ragazza con una peritonite da appendicite perforata. In entrambi i casi ci hanno detto candidamente: "veniamo qui perchè operate subito!".

domenica 16 maggio 2021

Sabato ortopedico

Nella giornata di ieri abbiamo operato 9 fratture.
Il lavoro e' iniziato al mattino prestissimo ed e' finito tardissimo alla sera.
Un sabato campale in cui abbiamo cercato di dare il meglio per i pazienti in attesa di intervento.
Non si puo' riposare quando nei reparti molti poveretti giacciono in preda al dolore.
Operare tutti, subito e nel miglior modo, affinche' si possano ridurre le sofferenze di quante piu' persone sia possibile...ecco il nostro sogno in traumatologia.

Fr Beppe

Momenti solenni e devastanti

Quando non ce la faccio nella mia battaglia per la vita e vince la morte, gli occhi della mamma dapprima vagano sperduti fissando ora il mio volto e poi quello del bimbo: non riesce a capire come possa essere successo quanto in cuor suo già percepisce! Io sono il dottore bianco e quindi nel suo immaginario io sono onnipotente: non può quindi essere vero quello che l’evidenza le suggerisce. Il bimbo non può essere morto!
Cerca di catturare il mio sguardo per cogliere la verità nei miei occhi: normalmente mi basta guardarla intensamente per un attimo per trasmetterle tutto il mio sgomento ed il mio senso di  fallimento. 
Lei capisce anche prima che io parli. Qualche volta ha il coraggio di abbozzare la tremenda domanda: “è morto?”, ed a me basta annuire con il capo, senza proferire verbo. Solitamente piange e singhiozza in modo sommesso: non urla e non fa scene. Capita che voglia toccare il
bambino e poi si ritira chiusa nel suo dolore.
Poche piangono forte e si disperano. Per lo più c’è una disperazione silenziosa e colma di dignità.

venerdì 14 maggio 2021

Momenti solenni

La mamma è in piedi alle mie spalle ad una manciata di centimetri da me.Sento sul collo il suo respiro pesante e avverto addirittura il calore che emana dalla sua pelle. 
Mi guarda ansiosa ed implorante: i suoi occhioni neri compiono una continua gimkana tra me ed il suo bimbo che
sto cercando di rianimare sul fasciatoio. 
Qualche volta lascia che la sua spalla sfiori delicatamente la mia, quasi a darmi una spinta per
incoraggiarmi a fare di più.
Ha nel cuore una fiducia illimitata nei miei confronti, perchè io sono il dottore bianco, e quindi, nel suo immaginario, io sono più o meno un semidio che sa e può tutto.
I suoi occhi esprimono terrore alla vista del suo piccolo, speranza quando carpiscono dal mio volto qualche segnale di speranza, e totale abbandono nelle mie mani che si muovono veloci sulla sua creatura: dove potrebbero andare se non da me? 

mercoledì 12 maggio 2021

Occlusione intestinale

E' stata una emergenza imprevista al termine di una giornata dura.
Il paziente si presentava chiaramente occluso, sofferente, disidratato.
La storia era sospetta: ultracinquantenne con alvo irregolare da tempo e con perdita di peso di 10 Kg negli ultimi mesi.
Sono entrato in sala aperto alla possibilita' che potesse trattarsi di un tumore.
Ed infatti proprio di questo si trattava: una massa durissima alla flessura splenica del colon. Ho fatto molta fatica a staccarla dalla parete addominale e dagli organi circostanti con cui aveva preso salda aderenza. Si trattava di un tumore del colon che causava occlusione intestinale ed aveva invaso lo stomaco ed il pancreas.
Purtroppo nella fase di isolamento della massa ho lacerato lo stomaco.
Ho dovuto quindi anche eseguire una gastrorrafia prima ancora di togliere il tumore e di confezionare la colostomia.

martedì 11 maggio 2021

Grazie

Ringrazio di cuore i generosi benefattori che hanno inviato una grande cifra indirizzata all'acquisto di viti, placche ed infissi ortopedici.
Oggi abbiamo ricevuto i due terzi del materiale, mentre il resto sara' consegnato entro la fine del mese.
Eravamo quasi completamente senza infissi per piccole ossa, ma ora siamo nuovamente in grado di lavorare per i nostri pazienti ortopedici.
Come sapete gli infissi ortopedici sono donati gratuitamente ai nostri malati. 
Ringraziamo dunque i generosi benefattori a nome di tutti i pazienti.

Fr Beppe

domenica 9 maggio 2021

Non giudichiamo i poveri

Oggi ho dovuto prendere la macchina ed accompagnare a casa i resti di una persona morta parecchi giorni prima nel nostro ospedale. Era tempo  che non facevo più questo servizio. 
Da tempo mi sono convinto che non possiamo permettercelo perché le strade sono pessime, le nostre automobili vecchie e le forze inevitabilmente misurate. Sempre, inoltre, dobbiamo fare i conti con le non indifferenti spese di carburante.
Ma la situazione oggi era diversa: si trattava di un uomo morto da più di 10 giorni, e collocato in cella frigorifera nel nostro obitorio.
Già stavo pensando di seppellirlo nel cimitero interno dell’ospedale, ma sono stato dissuaso dal “Public Health Technician” che mi ha detto che per legge dovevo aspettare fino a 15 giorni.
Poi, con mia sorpresa, due giorni fa è arrivata una bambina di non più di 14 anni. 
Era impaurita ed evidentemente poverissima: cercava suo papà e nessuno dello staff aveva il coraggio di dirle che il suo babbo non c’era più. 

sabato 8 maggio 2021

Il parto a casa

E’ ancora molto frequente nei villaggi attorno a Matiri.Le complicazioni di questa pratica sono moltissime, ma oggi condivido con i lettori quella che più frequentemente osserviamo nel nostro ospedale.
Si tratta della placenta ritenuta.
E’ abbastanza frequente ricevere una donna che ha partorito a casa con successo, ma che non è riuscita a secondare la placenta. 
Si tratta  di una complicazione molto rischiosa per la vita della partoriente, in  quanto una placenta ritenuta può causare perdite ingenti di sangue in
pochi minuti: ciò significa che una donna che magari è già relativamente anemica a causa di una splenomegalia o di una malaria ricorrente, può raggiungere livelli di emoglobina pericolosi per la vita in pochissime ore.
L’arrivo in ospedale è spesso ritardato da vari fattori, come per esempio le condizioni delle strade, o la diponibilità di un matatu che possa trasportare fin qui la donna. In genere passa parecchio tempo dal parto al ricovero.

giovedì 6 maggio 2021

Squat and smile

E' una particolare foto che dobbiamo fare ai nostri pazienti operati di chiodo endomidollare per vedere se la frattura e' stabile, se hanno dolore e se hanno conservato l'uso delle articolazioni dopo la terapia chirurgica della frattura.
La foto "squat and smile" la dobbiamo fare a sei ed a dodici settimane dall'intervento di fissazione interna di frattura con chiodo endomidollare.
In questo caso il bambino si rannicchia senza problemi; non ha male e quindi sorride anche sotto la maschera.
Questa foto "squat and smile", cioe' "rannicchiati e sorridi" sembra essere un indicatore molto importante di guarigione della frattura.
Insieme a "Sign" stiamo raccogliendo dati su questo semplice test di follow up post-operatorio per i pazienti operati con chiodo endomidollare per fratture di femore o tibia.
Magari in futuro, quando la metodica sara' validata, si potra' usare lo "squat and smile" cone sostituto (almeno parziale) della lastra di controllo che per molti e' ancora molto costosa.A me poi fa molto bene proporre la tecnica ai pazienti, in quanto anche io faccio esercizi e mi mantengo in forma.

Fr Beppe

Gladys

Sto lavorando in ambulatorio e mancano pochi minuti all'inizio della mastectomia in sala. Siccome so che l'intubazione della paziente e la preparazione del campo operatorio prenderanno all'incirca 15 minuti, dico all’assistente di chiamare una paziente esterna per ecografia ostetrica: l'eco ostetrica è la scelta migliore nei casi in cui hai i minuti contati, perchè normalmente la esegui, scrivi il referto, dici due parole di felicitazioni ed incoraggiamento alla mammina, e poi l rispedisci in sala parto o nella clinica prenatale dove un'ostetrica continuerà a prendersi cura di lei.
Con mia sorpresa però, la mia assistente mi informa che la donna è in carrozzina e non può camminare: io penso subito ad una gravida in  avanzata fase di travaglio, magari prossima al parto.
Apro la porta dello studio ed invece mi ritrovo davanti una povera creatura gravemente handicappata sia mentalmente che fisicamente.

martedì 4 maggio 2021

Ah..baby, quanto mi costi

Ann è ricoverata in travaglio per partorire il suo figlioletto primogenito.
E’ giovane e bellissima; alta come una somala, ha una carnagione di un marroncino chiaro; i suoi capelli lunghissimi sono raccolti in fittissime treccine che esaltano le delicate fattezze del suo viso.
E’ stata molto cooperante in sala parto sin dalle prime doglie, ma il suo travaglio ha incontrato alcune difficoltà: la cervice si è dilatata bene fino ai cinque centimetri, ma poi si è inchiodata lì, senza dare segni di voler lasciare che il bimbo fosse partorito.
Le contrazioni continuavano forti e frequenti, ma il travaglio era in una condizione di stallo..da alcune ore eravamo bloccati e non vedevamo progressi sul partogramma.
Il battito cardiaco fetale però rimaneva sempre buono e fortunatamente non dava segni di sofferenza. Inoltre la testolina era molto bassa nel canale del parto, a testimonianza del fatto che non eravamo di fronte ad un ostacolo osseo alla discesa.

lunedì 3 maggio 2021

Il vecchio generatore

Ora che il nuovo generatore e' arrivato e ci permette di coprire i fabbisogni energetici dell'ospedale nelle lunghe ore e giorni interi in cui l'energia di rete manca, pensiamo opportuno anche revisionare ed aggiustare il vecchio generatore che vorremmo usare come backup.
L'idea e' di collegarlo in serie al nuovo generatore e di usarlo in caso di guasto del nuovo, oppure anche in modo regolare, come alternanza tra i due gruppi autogeni per permettere al nuovo generatore di raffreddarsi.
Grazie a chi ci aiutera' in questo nuovo progetto.

Fr Beppe

domenica 2 maggio 2021

La Messa della Domenica

Alle 7.30 di ogni domenica, cercando di rispettare distanziamento sociale e regole anti COVID, ci ritroviamo all'aperto per la santa Messa. Ad essa partecipa tutto lo staff presente, oltre ai pazienti che possono camminare.
La preghiera insieme ci da' forza e ci aiuta a servire i nostri fratelli in difficolta'.

Fr Beppe

sabato 1 maggio 2021

International labour day

Quando e’ festa, per noi e’ sempre peggio degli altri giorni. Bisogna dare i dovuti riposi ai nostri collaboratori, e alla fin fine il lavoro e’ molto piu’ pesante che in un giorno feriale qualsiasi.
E’ successo anche oggi: le piogge stanno rallentando molto, e alle 6 di mattina gia’ il sole faceva capolino.
Gli altri medici sono a riposo, cosi’ come molti altri infermieri e membri dello staff.
La sala operatoria è stata impegnativa anche oggi, ed ancora per la maggior parte ortopedica.
Anche in ambulatorio il lavoro non è mancato.
Adesso comunque ho finito l’ultimo paziente. Osservo l’ambulatorio, ora così silenzioso e vuoto; sono stanco, anche per un paio di chiamate notturne nelle due notti precedenti Trascino i piedi ed ho la lingua impastata a motivo dello sforzo continuo di parlare in Kimeru o Kiswahili durante l’ambulatorio, ma offro tutto al Signore. 
Oggi poi è San Giuseppe, ed è la festa dei lavoratori. Penso quindi che io abbia vissuto la giornata odierna nel modo migliore, in unità con tanta gente sfruttata e stremata da condizioni di lavoro che in molte parti del mondo non sono certo così rosee come in Europa.

Donne

Non le vedi ma le noti…L’osservazione del loro incessante quotidiano e’ nutrimento per la mente che senza tregua ripropone una dopo l’altra le loro immagini…
Le vedi uscire dalla foresta con qualche carico di legna sulle spalle.. ricurve sotto quel peso.. precedute da una piccolina che diventera’ come loro, figlie di una condizione radicata che non da’ loro ne’ giusto peso ne’ giusto spazio…
Piccole lavoratrici educate sin da giovani al “compito della donna”: le vedi portare sciabole taglienti piu pesanti di loro, o tirare a stento un carretto carico d’erba... e ancora, camminare veloci prima dell’imbrunire accanto a qualche fratello mentre riportano a casa il bestiame.
Sono volti di piccole bimbe che richiamano quelli ancor piu’ espressivi e significativi delle madri.. donne che ormai portano i segni di quest’ Africa costruita su tante gocce di sudore che hanno il sapore umano di madri, figlie, lavoratrici, e comunque sempre donne.
Sono loro il volto di questo continente.. sono i loro perenni sorrisi che mascherano uno sguardo che tutto porta con se’.

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