Oggi ricordo 29 anni di professione medica, con il cuore pieno di riconoscenza e con un misto di sensazioni che mi aiutano a ricordare un po’ i vari aspetti di questa splendida professione e missione.
Era il 5 novembre 1991, quando qualcuno ha pronunciato la frase fatidica che mi ha dichiarato dottore in medicina e chirurgia.
Di acqua ne è passata tanta sotto i ponti...tante cose sono cambiate da allora; soprattutto sono cambiato io, e non solo perchè sono più vecchio di 29 anni!
La giornata di oggi è iniziata presto in sala operatoria con una tiroidectomia. Che bello arrivare alla soglia dei 59 anni e potersi sentire ancora come uno specializzando che vuole e deve imparare tante cose nuove, per servire gli altri sempre meglio e sempre di più!
Celebrare il mio ventinovesimo anniversario di medicina con una tiroidectomia andata bene è stato davvero un bell’inizio. Mi ha galvanizzato e mi ha fatto pensare che nei prossimi 20 anni avrò ancora tantissimo di apprendere.
A questo intervento ne è seguito un altro, altrettanto impegnativo: addome acuto da peritonite purulenta, secondaria ad appendicite retrocecale.
Anche questo intervento è andato bene e siamo riusciti a fare l’appendicectomia, senza causare perforazioni intestinali; l’operazione è stata veloce ed in un’ora o poco più avevamo già richiuso la cute...
Ma oggi penso anche ai pazienti che non vanno bene dopo la prostatectomia.
Pure questo mi ha ricordato un altro grande aspetto di questi 29 anni di medicina pratica: quante sconfitte, quante volte in cui ha vinto la morte, lasciandomi devastato; quanto dolore condiviso ed anche provato insieme ai miei malati ed ai loro familiari!
Sì, 29 anni di traguardi raggiunti, di nuove tecniche apprese e messe in pratica, di prestazioni cliniche sempre più elevate ed avanzate; ma anche 29 anni di sconfitte e di dolore vero e profondo, soprattutto di fronte alla morte.
E poi tanto lavoro: oggi è stato uno di quei giorni terribili in cui si esce di sala operatoria che son quasi le 19. Avresti voluto staccare un po’ la spina, ma non ci sei riuscito perchè i bisogni sono sempre tanti.
Se penso al tempo trascorso in Kenya, ma anche a quello precedente in Italia, è stato sempre caratterizzato da tantissimo lavoro, da innumerevoli sacrifici, da tanta dedizione al paziente e da una sincera donazione personale.
Fatica, impegno e sacrificio...elementi davvero importanti nella “missione” di un medico che è sempre chiamato a vivere la propria professione come un servizio all’umanità sofferente.
Ora è ormai giunta la sera. Le luci in sala operatoria sono al momento spente. La sala parto è vuota. I reparti sono tutti pieni, ma i malati sono tranquilli.
Provo a fare un bilancio di questi 29 anni, e non trovo altro da fare che ringraziare il Signore per tutto quello che mi ha donato in tale lungo periodo di continua crescita professionale e di innumerevoli soddisfazioni; quello che sono diventato come medico e come chirurgo (qualcuno dice che sono un medico a 360 gradi) è certamente dono Suo,
dono accolto con riconoscenza e fatto fruttificare con un sincero e quotidiano impegno personale.
La giornata di oggi (vorticosa, esilarante per molti aspetti, entusiasmante per i nuovi traguardi che ancora mi si presentano) è per me un’occasione grande di rendimento di grazie.
Grazie al Signore per il dono della vita e della salute, che posso mettere a disposizione degli altri.
Oggi è stato un giorno assolutamente feriale e lavorativo esternamente, ma è anche stato un giorno di gioia semplice e profonda nel segreto del mio cuore.
Fr Beppe
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il commento.