venerdì 20 novembre 2020

Mentre mamma veniva sepolta

E’ davvero dura vivere il distacco dalla mamma, senza poterla vedere e senza poter neppure partecipare al funerale.
La separazione che il COVID impone è dura da digerire, ed aumenta il dolore.
Ho lavorato tutto il giorno, sia perchè sono da solo (la dottoressa Apophie ha finito la sua permanenza ed il Dr Nebert è ad un corso), e sia perchè ho promesso a mamma di offrire la mia fatica per lei nel giorno del funerale a cui non sono stato presente.
E’ stata dura lavorare. Il mio cervello spesso non era qui, ma ci ho provato con forza.
Di tutte le cose capitate oggi, voglio condividere una breve storia di maternità.
Ricevo una donna appena arrivata da una maternità rurale a circa cinquanta chilometri di sterrato. E' stata in secondo stadio di travaglio, e cioè a cervice completamente dilatata dalla mezzanotte.


La mamma appare esausta e la sua pressione molto bassa: non mangia infatti da molte ore.
Il battito cardiaco fetale è molto flebile e lento.
La testa del bimbo è quasi fuori ma la mamma non ha la forza di spingere.
Cosa fare?
Non c'è tempo da perdere se vogliamo tentare di salvare quel pupo, ed anche prevenire una rottura d'utero.
Pensare ad un cesareo mi pare improponibile, sia perchè ci vorrebbe troppo tempo a preparare la sala e la paziente, e sia soprattutto in quanto sono certo che l'inevitabile ipotensione causata dalla spinale darebbe il colpo di grazia al piccolo.
L'unica via percorribile è di tentare con il forcipe. Ci attiviamo rapidamente ed in meno di 3 minuti il bambino viene alla luce.
Purtroppo le sue condizioni non sono delle migliori ed dobbiamo rianimare a lungo per permettergli di avere una respirazione spontanea, ma pian piano il pupo si riprende ed inizia a piangere forte.
La mamma da parte sua sta bene: non ci sono per fortuna segni clinici di rottura d'utero, e la prima cosa che lei mi dice dopo essersi sincerata che il suo bambino stia bene è: "mi posso alzare?"
Incredibili davvero queste donne africane, dei veri monumenti.
Grazie a tutti coloro che mi hanno mandato le condoglianze

Fr Beppe



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