Se penso alla giornata di oggi posso definirla pesantissima... ma in fondo è come una delle tante. Il problema è che il trend di pazienti continua ad aumentare, lasciandomi quotidianamente spossato.
Ieri è stata una giornata simile...forse ieri è il giorno in cui ho visto più pazienti in assoluto qui a Matiri.
In corridoio dell’ambulatorio non si poteva proprio passare, e quasi tutti erano pazienti per me: visite pre o post-operatorie. Ho saltellato come un grillo, riuscendo anche a fare 4 interventi, tra un paziente e l’altro.
Alla sera ero stremato e trascinavo le gambe, anche se poi mi hanno chiamato per un caso di maternità alle 23.45, ed ho dovuto ritrovare la forza per alzarmi.
Il nuovo reparto è completamente pieno e non abbiamo un solo posto letto libero.
Anche la maternità oggi è affollata, per gli standard di Matiri.
Oggi abbiamo sentito più volte la sirena di ambulanze esterne (Marimanti, Tunyai, Meru), vuoi per fratture, o anche per maternità complicate.
Ma non è tutto questo che stasera mi fa andare a letto con una punta di depressione nel cuore: il lavoro non mi deprime; anzi, mi galvanizza e mi rimotiva sempre di più. Più lavoro e sono sommerso dai malati, e più sento che il Signore è contento di me... anche in questa nuova situazione di servizio.
Il mio stato d’animo deriva dal fatto che in serata ho perso ben due malati nel giro di mezz’ora: un bambino piccolissimo di circa un mese, ed un anziano affetto da ictus cerebrale.
Vado a letto con queste due immagini davanti, e con il pianto di quella mamma nelle orecchie.
Passo per l’ambulatorio alle 21.30; lo trovo pieno anche se c’è il coprifuoco. Vedo un bambino che ha certamente una frattura di omero dopo incidente stradale.
Chiamo la radiologa.
Già, un altro intervento ortopedico per domani.
Ma la mia mente è triste.
Chiedo al clinical officer di ricoverare il paziente e di prescrivere la terapia.
Lo aggiungo alla nutrita lista operatoria di domani, ortopedica al 100%, e mi avvio verso camera mia un po’ sconsolato. Spero di prendere sonno.
Fr Beppe
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