mercoledì 30 dicembre 2020

Naomi

E' arrivata a Chaaria nel 2008 con una teraparesi da cause sconosciute... probabilmente polio, dal momento che non era stata vaccinata nell'infanzia a motivo di una situazione familiare di estrema poverta'.
Era stata ricoverata in ospedale, incapace di muovere sia gli arti superiori che quelli inferiori. Era piagata, non solo sul sacro ma anche sulla colonna toracica.
Era migliorata in fretta con terapia cortisonica, recuperando la motilita' in modo graduale ed in senso cranio-caudale.
Aveva cioe' ripreso a muovere gli arti superiori ed il busto. Questo ha favorito la guarigione dei decubiti.
Speravo in un miglioramento anche per gli arti inferiori ed avevo il sogno di vedere Naomi in piedi e capace di camminare.

martedì 29 dicembre 2020

Doni

Di cuore ringraziamo gli amici inglesi che hanno organizzato negli scorsi mesi una maratona culinaria (pastadhon) in cui la gente si recava in ristoranti designati e pagava un prezzo maggiorato con il fine dichiarato di aiutare Matiri a ristrutturare la cucina dell'ospedale, al momento in condizioni molto decadenti.
La raccolta fondi britannica ha portato ad una cifra di oltre 350 mila scellini che permettera' l'inizio dei lavori di ristrutturazione.
Alla raccolta fondi si e' unito anche il benefattore kenyano Mahomed Moti, con una generosa donazione di 100 mila scellini.
Abbiamo ricevuto i due assegni in una piccola funzione ieri pomeriggio.
Siamo profondamente riconoscenti ai generosi benefattori, a cui promettiamo impegno, dedizione e servizio ai bisognosi.

Fr Beppe

lunedì 28 dicembre 2020

La Festa dei Santi innocenti

Sabato scorso ho ricoverato Monica Kiende, una bellissima bimba di 9anni con caratteristiche somatiche vagamente somale. Al vederla subito mi ha ricordato Stella. Era magrissima, tanto che le si potevano contare tutte le ossa; la sua bocca era coperta di ulcere e di materiale biancastro che le impedivano sia di nutrirsi che di bere.
Era molto disidratata. La mamma mi diceva che aveva diarrea da tre mesi ininterrottamente, e che vomitava tutto quello che cercava di deglutire. 
La sua pelle dall’aspetto vecchieggiante era coperta di macchie di colore scuro. Monica era debolissima, teneva gli occhi semichiusi e reagiva appena agli stimoli. I primi esami clinici sono stati spietati: il test HIV era positivo sia per la paziente che per la madre. 
Dare la notizia è stato, come sempre, durissimo: avrei preferito fare 10 cesarei piuttosto che spendere quegli interminabili 30 minuti a parlare con quella donna disperata. Lei mi ha detto di essere sola, perché il marito era morto già da due anni, e prima del consorte era morta anche la secondogenita. Non sapeva di cosa erano mancati. 

domenica 27 dicembre 2020

Chiamate notturne

Dal 24 dicembre le chiamate notturne sono state insistenti, e si è trattato sempre di casi di maternità.
Anche stasera è tardi quando mi cercano in ospedale. Ci vado quasi barcollando, consolato solo da un cielo stellato mozzafiato.
Raggiungo l’ambulatorio, accompagnato dal clinical officer David: davanti a noi una scena raccapricciante: una povera donna a cui il marito aveva staccato il pollice sinistro e quasi amputato la mano destra, durante un momento di follia. 
Il crimine, come al solito, era stato compiuto con un machete (o panga, in Kiswahili), e la malcapitata è stata portata in ospedale dai vicini di casa che hanno usato la consueta ambulanza tradizionale: cioè un carretto trainato da una mucca.
La mia prima reazione è stata di malessere: sangue ovunque. Agitazione delle infermiere che non sapevano dove inserire l’accesso venoso, pianti delle donne che aspettavano nell’anticamera.

sabato 26 dicembre 2020

L'emergenza di Santo Stefano

E' arrivata verso le undici di questa mattina, quando già eravamo alle prese con una lista operatoria di quattro fratture.
Paziente con anse intestinali dilatate alla lastra dell'addome diretto, molto sofferente e disidratato.
L'addome è disteso ed è duro come una pietra.
Non ho dubbi che si tratti di un addome acuto, anche se ancora non so quale ne sia la causa.
Dall'ambulatorio il malato passa direttamente in sala, dopo una veloce preparazione e dopo gli esami clinici del caso.
Incidiamo quella pancia distesa, sperando che si tratti di qualcosa di chirurgicamente non troppo complicato, ma già dopo aver aperto il peritoneo ci rendiamo conto che questo paziente è venuto all'ospedale in ritardo: vediamo infatti un enorme volvolo del sigma che sfortunatamente è già nero e completamente necrotico.

Buon Natale

"Mi accade spesso di vivere periodi durissimi, durante il giorno senza pause e continue chiamate notturne, week and affollati di pazienti e  momenti da delirio, sia in sala operatoria che nei reparti. Eppure esco da queste maratone con un vigore che non riesco a spiegarmi. 
sempre me ne stupisco. 
Forse la dedizione agli altri contiene in sé una forza rigenerante. Quando tieni fisso lo sguardo sul fine del tuo operare, il servizio incondizionato agli ammalati, le energie non si  esauriscono mai. 
E quando la forza fisica e mentale stanno per afflosciarsi, entra in funzione il cuore a sostenerle. Ed è proprio perché sei interiormente carico che basta una doccia o poche ore di sonno per essere nuovamente pronto a ricominciare. La totale donazione fa sentire in qualche modo appagati, realizzati e contenti di se stessi.

Endoscopia digestiva

Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad un importante aumento delle endoscopie digestive, soprattutto gastroscopie ma anche un certo numero di colonscopie.
Credo che questo sia in parte legato allo sciopero del personale sanitario nelle strutture pubbliche, ed in parte sia anche dovuto al fatto che pian piano si viene a sapere che a Matiri si fanno endoscopie tutti i giorni ad un costo davvero molto contenuto.
Ovviamente la cosa mi fa piacere, ma aumenta notevolmente il peso che grava sulle mie spalle, essendo io l'unico a farle in questo ospedale.
Sono molto stanco, e saro' io a coprire in ospedale tutte le festivita', in quanto il mio collega ha le ferie.
Tanto con il Covid non avrei comunque potuto andare in giro.

martedì 22 dicembre 2020

Non sempre il paziente ha ragione

Antonia (nome di circostanza) e’ venuta da noi per il parto. Ha una cicatrice dovuta ad un cesareo precedente. Facciamo l’eco e ci rendiamo conto che e’ giunta a termine. 
Alla visita ci sembra che il suo bacino sia contratto, anche se lei sostiene che il primo intervento chirurgico era stato motivato dalla presentazione podalica.
Le parliamo a lungo e cerchiamo di consigliarle un secondo cesareo, sia per l’anatomia della sua pelvi, sia per la cicatrice pregressa. 
A questo punto pero’ la mamma si irrigidisce ed afferma di volere il parto naturale a tutti i costi. Proviamo a spiegarle, ma lei e’ irremovibile.
Le facciamo firmare la cartella, ma anche questo passo non la dissuade: non ha problemi a dichiarare per scritto che lei rifiuta la soluzione chirurgica.
Purtroppo, come ci aspettavamo, il travaglio si prolunga e non procede per il meglio. La dilatazione e’ lenta e la testa del feto rimane alta.

lunedì 21 dicembre 2020

Il nuovo trapano ortopedico

Di cuore ringrazio la Associazione Karibu Africa di Cagliari. Oggi abbiamo messo in uso il nuovo trapano ortopedico che ci e' stato donato dalla generosita' dei benefattoried amici della Sardegna.
Infatti il vecchio trapano ortopedico donatoci da Sign e' arrivato al capolinea. Non funziona piu' e non e' riparabile. Troppo uso e troppe sterilizzazioni.
Ora possiamo comunque contare su due trapani offertici dagli amici della Associazione di Cagliari e sul trapano acquistatoci dalla Associazione Aiutando Nel Mondo di Torino.
Tre trapani non sono molti, considerando il numero di interventi ortopedici... in media 5 o sei al giorno. Li usiamo ancora caldi dopo la sterilizzazione, ma per ora ce la facciamo ad andare avanti e ad offrire ai pazienti gli interventi di cui necessitano.
Grazie di cuore ai nostri donatori.

domenica 20 dicembre 2020

Prolasso di cordone

Ieri ero andato a letto euforico, dopo una giornata tremenda in cui i pazienti avevano messo a dura prova la nostra resistenza fisica.
La ragione della mia gioia era stata che nell’ultimo cesareo della estenuante giornata avevo visto quasi un miracolo avvenire davanti ai miei occhi: erano infatti le 22 quando era arrivata quella mamma con il prolasso del cordone ombelicale.
Noi lo sappiamo che si tratta di una complicazione tremenda, che porta ad una mortalita’ neonatale molto vicina al 100%.
Ma il fetoscopio ci aveva confermato la presenza di battito cardiaco.
Ecco quindi che abbiamo iniziato la nostra corsa contro il destino: volevamo farcela e salvare quella creatura.
Il tempo intercorso tra la rasatura, il reperimento della vena e la preparazione preoperatoria non ha superato i cinque minuti. Abbiamo fatto la spinale con la paziente sul fianco per evitare pressioni sul cordone, e la Provvidenza ha voluto che “ci venisse” al primo colpo.

Dimostrami la tua Fede senza le opere, ed io con le mie opere ti dimostrerò la mia Fede (San Giacomo)

E’ questo un pensiero della Bibbia che mi sta aiutando moltissimo inquesti ultimi mesi. Spesso mi trovo confuso. Non mi e’ piu’ chiaro come forse lo era in passato in che modo io possa essere testimone di Cristo oggi: sento una certa repulsione per una religiosita’ fatta solo di fedelta’ formale, che spesso rischia di essere di facciata.
Continuo a chiedermi quale sia il vero fulcro della mia fedelta’ a Dio, quel centro inossidabile che non puo’ venire distrutto neppure quando pare che attorno ci sia un po’ di deserto e di incomprensione.
Mi ritornano alla mente le parole di Paolo VI che diceva ormai quarant’anni fa che “il mondo oggi non ha bisogno di predicatori ma di testimoni”.
Certo l’incoerenza fa parte della nostra natura umana, cosi’ debole e corrotta dal peccato, ma credo che ognuno di noi possa arrivare ad una opzione fondamentale per il bene, e che questa possa diventare la forza trainante e la stella polare da seguire per costruire giorno per
giorno la fedelta’ alla nostra vocazione.

giovedì 17 dicembre 2020

Emergenze



Un gruppo di donne sta entrando in ospedale, quando una giovane ragazza collassa davanti ai miei occhi. La soccorriamo, la mettiamo sdraiata, ed iniziamo una flebo di soluzione fisiologica per riprendere la sua pressione che era scesa a livelli imprendibili. 

Mi dicono che ha avuto un aborto e che ha sanguinato tanto. Mi rendo conto che c’è bisogno urgente di sangue, ma in questo periodo proprio ne siamo in grave carenza. La portiamo in sala per una revisione della cavità uterina.
L’anestesista pratica la spinale con successo, ma la mamma non collabora… dice sempre di aver dolore e sostiene che l’anestetico “non e’ penetrato”. Resistiamo per un po’ e poi ci arrendiamo: dobbiamo ripetere la puntura lombare.

mercoledì 16 dicembre 2020

Continua la maratona ortopedica

La presenza del Dr Daniele e da oggi della Dottoressa Makandi ha dato un grande impulso all'attivita' ortopedica a Matiri. Lavoriamo davvero sodo, a testa bassa, alternando visite in reparto, pazienti ambulatoriali e soprattutto tanti interventi.
Siamo molto stanchi, ma la considerazione del lavoro fatto ci da' tanta gioia e ci incoraggia a continuare. Anche il personale e' molto stanco, ma la loro disponibilita' mi commuove.
La lista dei pazienti in attesa di intervento si assottiglia, nonostante i nuovi ricoveri...e moltissime sono le dimissioni dei pazienti guariti.
Sto sperimentando solidarieta' ed amicizia da parte del Dr Daniele Sciuto e della Dottoressa Makandi, e di questo sono a loro estremamente grato.
I veri amici li riconosci sempre nel momento del bisogno.

Fr Beppe

martedì 15 dicembre 2020

Daniele

Il Dr Daniele Sciuto,
amico sincero e fedele, è venuto a Matiri ad aiutarmi in questa settimana: sapeva infatti che sto affogando sotto il numero schiacciante delle fratture da operare.
Era al corrente delle mie difficoltà causate dal numero eccessivo di interventi e dallo stress che mi deriva dal fatto di avere lunghe liste di attesa ortopediche che non riesco a finire.
Ecco perchè ha preso qualche giorno di ferie, per venire in mio soccorso.
Ha lasciato il Samburu County Hospital, per aiutare Matiri ed il sottoscritto.
Insieme a Daniele operiamo da ieri in due sale contemporaneamente (in stereo, dice lui), e pian piano stiamo riducendo il numero delle persone in attesa.
E' bello lavorare con una persona amica, e poi condividere qualche momento sereno durante la cena: tra l'altro lui è un cuoco stupefacente e mi sta viziando con i suoi manicaretti.

lunedì 14 dicembre 2020

Il nostro punto di osservazione

A volte qualcuno mi chiede di scrivere delle cose più positive sul nostro servizio, e lamenta che quasi in noi ci sia un interesse morboso per ciò che è patologico o estremamente negativo.
In realtà, io penso che il nostro raccontare storie talvolta tristi non sia una insistenza eccessiva su ciò che non va, nè tantomeno una forzatura della realtà.
Piuttosto è l’angolo visuale da cui io, medico missionario da tanti anni, scruto la vita e ci medito su.
E’ chiaro che un ospedale è un ottimo osservatorio, ma in sè porta ad un modo di vedere un po’ particolare.
Chi è sano infatti, non viene da noi, e siccome si lavora più di 12 ore al giorno, sarà difficile per noi avere rapporti particolari con gente spensierata e senza problemi di salute. Noi spendiamo davvero tutta la nostra giornata con ammalati e feriti.

domenica 13 dicembre 2020

Messa per mia mamma...

Una folta delegazione da Chaaria e ' venuta a Matiri dove abbiamo celebrato la messa di requiem per mia mamma.
Mi ha commosso il numero di persone intervenute.
E' stato un momento emozionante di preghiera e di suffragio.
E' anche stata una bella dimostrazione di affetto da parte della gente di Chaaria.

Fr Beppe

Settimana segnata dalla violenza

Le emergenze di questa settimana sono state continue, con ritmi di lavoro mozzafiato che hanno fiaccato la mia resistenza fisica.
Come sempre l'hanno fatta da padrone le emergenze traumatologiche della strada, ma questa settimana quello che mi ha impressionato maggiormente è stato un accumulo di atti di violenza davvero raccapriccianti.
Lunedì mattina alle tre abbiamo iniziato la giornata con una donna accoltellata dal marito sull'addome. Aveva le anse necrotiche che protrudevano all'esterno dal giorno prima, perchè aveva fatto peregrinazioni in vari ospedali, dove però non l'avevano operata.
Fortunatamente ora la donna è fuori pericolo e penso proprio che il nostro intervento sia stato un successo.
Abbiamo poi avuto 4 casi in cui abbiamo dovuto ricorrere all'amputazione.
Abbiamo amputato la mano destra necrotica di una donna a cui il coniuge aveva causato una frattura esposta del polso con il machete (panga).

venerdì 11 dicembre 2020

Dolore ed impotenza

Bisognava fare qualcosa per tentare di salvarle la vita.
Le sue condizioni erano pessime.
Diabete scompensato che le aveva causato una osteomielite del piede sinistro con gangrena umida e puzzolente ormai fino al ginocchio.
Febbre e stato settico; insufficienza renale cronica, probabilmente legata al diabete.
L’unica speranza di sopravvivenza stava nell’amputazione: ne avevamo parlato a lungo nel tanfo quasi insopportabile che circondava il suo letto. Dapprima non voleva, e si era poi convinta dopo vari giorni di ripensamenti e solo al vedere quell’arto putrefarsi sotto i suoi occhi.
Eravamo entrati in sala pieni di speranza: la glicemia era controllata dall’insulina, l’emoglobina era al di sopra dei 10 grammi; la creatinina purtroppo era 2... ma dovevamo agire comunque, prima che uno shock settico si portasse via la nostra malata.

giovedì 10 dicembre 2020

mercoledì 9 dicembre 2020

Decisione sofferta

Sono nel mio studio e, con la lingua fuori, cerco di ascoltare per l’ennesima volta gli stessi racconti riferiti a dolori vari, sparsi su un corpo provato dalla malattia. 
Sono cosi’ stanco che quasi non riesco piu’ a capire il Kiswahili; se poi provo a parlarlo, e’ come se la lingua mi si gonfiasse in bocca ed il cervello annaspasse nelle sabbie mobili. Per questo chiedo a Makena di stare con me e di interrogare lei i pazienti.
Ad un certo punto sento bussare alla porta: “Karibu”, rispondo quasi come un automa.
Judith fa capolino con uno sguardo malizioso, senza mettere piede in room 17; poi con un sorriso sarcastico mi dice: “abbiamo un problema!”.
Immediatamente io le rispondo che di problemi ce ne sono sicuramente tanti.
Judith riparte dicendo: “questo pero’ non so come risolverlo. 
Ho una gravida con una presentazione podalica. Il piede del bambino e’ completamente fuori. Lo si puo’ vedere anche quando la mamma cammina.

martedì 8 dicembre 2020

Protesi totale di anca

Oggi abbiamo eseguito un intervento di protesi totale di anca per una anziana signora con gravissima osteoartrite.
L'intervento è stato fatto dal Dr Kinyua che pian piano ci sta formando a questa tecnica, nuova per me e per Matiri.
Ne sono orgoglioso, e soprattutto sono felice che anche questa ulteriore possibilità sia ora offerta ai pazienti di Matiri.
La protesi costa molto, ma con l'aiuto di donatori, riusciamo ad aiutare molto anche sul costo.
E' stato un bel modo di celebrare la festa dell'Immacolata.

fr Beppe

lunedì 7 dicembre 2020

Sciopero generale della sanità pubblica

E' iniziato oggi, per motivi anche più che leciti: stipendi non pagati, mancata copertura sanitaria COVID per infermieri, medici e personale sanitario, assoluta ineguatezza dei mezzi di protezione per il personale sanitario, in una seconda ondata della pandemia molto più aggressiva anche qui in Kenya.
Questo però ha causato il delirio negli ospedale missionari che sono ora presi d'assalto, soprattutto nel settore della maternità ed in quello chirurgico-ortopedico.
Non abbiamo più un letto libero, e la gente continua ad arrivare.
Stiamo usando barelle di emergenza, abbiamo trasformato uffici in camere di degenza.
La sala operatoria è sotto gravissimo stress... per le fratture, per i cesarei, ma anche per la chirurgia generale e di emergenza.
Ho passato la notte in sala facendo una laparatomia d'urgenza per una donna accoltellata in addome. E' stato un intervento lungo, di oltre tre ore e mezza.

Ritiro di preghiera durante il lavoro

Una volta al mese, normalmente al mercoledi', abbiamo una giornata di preghiera che si interseca con le normali attivita' lavorative dell'ospedale. Ci si alterna per i momenti di preghiera in modo che, i malati vengano comunque serviti. 
In genere la sala operatoria non si ferma, e per il sottoscritto i momenti di ritiro non sono molti, a parte la preghiera del mattino presto.
La preghiera e' guidata da Don Giovanni Tortalla. Inizia presto, alle 6.30, con le lodi mattutine e con la predicazione che da' il tema della giornata. Questo mese il tema era l'inno alla carita' di San Paolo nella prima lettera ai Corinti.
Per le 8 tutti tornano al lavoro.
Don Giovanni rimane disponibile per confessioni e direzione spirituale individuale. Ci si ritrova poi all'una per la preghiera dell'ora media e per il pranzo offerto dall'ospedale a tutto lo staff. La giornata si chiude alla sera con la messa all'aperto.

sabato 5 dicembre 2020

Era otite

Ivonne ha pochi mesi ed è arrivata in condizioni estreme dovute ad una malattia febbrile molto severa.
Era stata ricoverata in un dispensario rurale ed era stata sotto chinino endovena per vari giorni senza mai migliorare.
La febbre superava i 40°C, e questo portava a frequenti convulsioni febbrili. La mamma è venuta a Matiri dal medico bianco perchè disperata, in quanto non vedeva alcun miglioramento della sua bambina, sempre più prostrata e grave.
Alla prima visita, quello che mi ha colpito fortemente è il fatto che
Ivonne, nonostante il febbrone che durava da giorni, non fosse in coma: "se fosse malaria, a quest'ora ci saremmo dovuti aspettare un interessamento cerebrale!"
Lo stato di coscienza e l'assenza di rigidità nucale mi portavano in qualche modo ad escludere anche la possibilità di meningite; nonostante tutto, abbiamo fatto una puntura lombare, e, come prevedibile, abbiamo ricevuto un esito negativo.

Traumatologia

A Matiri ci confrontiamo in maniera veramente pesante con la traumatologia: la ragione principale sono stati gli incidenti della strada, per lo più causati da matatu e mototaxi. Non sono però mancati altri tipi di eventi, come cadute da alberi e atti di violenza.
Abbiamo avuto pazienti con gravi traumi cranici: due hanno riportato ematomi intracerebrali che abbiamo deciso di non operare e di trattare con terapia medica. 
Entrambi sono rimasti in coma a lungo, ma, contro ogni nostra aspettativa, sono pian piano rinvenuti ed hanno recuperato quasi completamente, senza neppure riportare crisi epilettiche residue.
Un altro degente, dopo scontro frontale tra due moto-taxi, ha avuto ferite lacero-contuse del volto e fratture comminute del massiccio facciale con pneumo-encefalo (cioè con aria nella scatola cranica).

giovedì 3 dicembre 2020

Comunicato stampa del libro "Madri"

Leggi l'articolo cliccando qui...

Presentazione video del libro "Madri"

 



Grazie carissima amica

Oggi la giornata è stata illuminata dalla presenza a Matiri dell'amica e collega, Dottoressa Makandi, che ha lavorato con me tutto il giorno, permettendoci una lista di sette fratture in due sale operatorie che hanno lavorato in contemporanea dal mattino alle 8 alla sera alle 19.
La dottoressa è una grande amica, ed ogni volta che possiamo lavorare insieme per me è una grande gioia.
Insieme condividiamo gli stessi ideali di servizio, facciamo parte della grande famiglia di Sign, e cerchiamo di prenderci cura dei malati con scienza, coscienza e soprattutto con amore.

Fr Beppe

martedì 1 dicembre 2020

Libro "Madri", in versione cartacea

Finalmente anche la versione cartacea del libro è disponibile (a breve ebook e cartaceo saranno collegati in un'unica pagina).
Ecco il link: 

Grazie a chi lo ordinerà, lo leggerà e lo regalerà.
Sarà un modo di aiutare anche i nostri malati di Matiri, a cui andranno i diritti d'autore sia miei che di Stefania.

Fr Beppe




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