sabato 5 dicembre 2020

Traumatologia

A Matiri ci confrontiamo in maniera veramente pesante con la traumatologia: la ragione principale sono stati gli incidenti della strada, per lo più causati da matatu e mototaxi. Non sono però mancati altri tipi di eventi, come cadute da alberi e atti di violenza.
Abbiamo avuto pazienti con gravi traumi cranici: due hanno riportato ematomi intracerebrali che abbiamo deciso di non operare e di trattare con terapia medica. 
Entrambi sono rimasti in coma a lungo, ma, contro ogni nostra aspettativa, sono pian piano rinvenuti ed hanno recuperato quasi completamente, senza neppure riportare crisi epilettiche residue.
Un altro degente, dopo scontro frontale tra due moto-taxi, ha avuto ferite lacero-contuse del volto e fratture comminute del massiccio facciale con pneumo-encefalo (cioè con aria nella scatola cranica).


Inoltre ha riportato una lacerazione profonda della sclera dell’occhio sinistro da cui abbiamo notato una deiscenza persistente di umor vitreo per vari giorni. Non avendo avuto la possibilità di mandarlo ad un chirurgo maxillo-facciale, abbiamo deciso che che le multiple microfratture si sarebbero consolidate da sole. 
Abbiamo quindi suturato i tagli sul volto, abbiamo bendato l’occhio e lo abbiamo tenuto disinfettato con colliri antibiotici. Abbiamo instaurato terapie antibatteriche ad ampio spettro ed abbiamo somministrato farmaci anti edema cerebrale e profilassi antiepilettica. 
Il malato è rimasto in coma per vari giorni. Il volto era sfigurato ed estremamente edematoso, ma ora è totalmente sgonfiato. Il malato è cosciente. Purtroppo ci vede pochissimo dall’occhio interessato dal trauma, ed aspettiamo che l’oculista ci dica cosa fare a tale riguardo.
L’altro caso è stato causato da una caduta a terra con trauma cranico dovuto all’impatto della testa contro una pietra. 
Il paziente appariva confuso e disorientato. Alla TAC abbiamo diagnosticato un enorme ematoma sub-durale che occupava tutta la regione parietale destra.
Abbiamo eseguito trapanazione cranica e drenaggio dell’ematoma: con mia grandissima sorpresa, già al risveglio dall’anestesia generale il malato era ragionevolmente orientato nel tempo e nello spazio. Oggi, otto giorni dopo l’intervento, lo abbiamo mandato a casa completamente ristabilito.
Un altro incidente di moto-taxi ci ha obbligati ad un difficile intervento ortopedico per una frattura comminuta di radio ed ulma destra.
Alcuni giorni fa poi, abbiamo soccorso una persona la cui casa era stata svaligiata da persone armate: l’abbiamo ricevuta alle nove di sera in condizioni gravissime a motivo di ferite multiple da arma da taglio sul volto, sul capo, sul collo ed al braccio destro (dove muscoli e tendini erano stati sezionati): siamo usciti di sala all’una di notte , ma il paziente è ora in condizioni stabili e continua a migliorare.
Ieri poi è arrivata la ciliegina sulla torta: un uomo sulla quarantina caduto da un albero. Aveva la coscia destra semi-distrutta da una orrenda ferita lacero-contusa da cui protrudeva estesamente il moncone prossimale del femore. Con una punta di disagio poi, visitando il paziente, mi sono accorto di una seconda ferita posteriore nel cavo popliteo del ginocchio, da cui fuoriusciva il moncone distale del femore: si trattava di una orribile frattura esposta del femore; il rischio di osteomielite era altissimo, per cui abbiamo deciso per una fissazione esterna. La sutura della cute è stata estremamente difficile in quanto la lacerazione dei tessuti era gravissima...ma alla fine ci siamo riusciti!
Altro dramma poi sono i politraumi: persone che ci arrivano con 5 o più fratture: gli esempi sono tanti. Abbiamo una persona con entrambi i femori fratturati, una frattura del collo del femore, una frattura dell’omero. Un altro paziente ha entrambi i polsi fratturati e le due tibie. Oggi abbiamo fatto il primo intervento ortopedico per un paziente a cui abbiamo fatto una splenectomia due settimane fa per rottura di milza...ha ancora altre tre frattura da sistemare.
In genere non possiamo operare i politraumi in una sola seduta operatoria, soprattutto a motivo del fatto che non abbiamo sangue in emoteca. Si tratta di ricoveri lunghissimi, con vari ritorni in sala operatoria.
La frustrazione più grande è quella di essere stanchissimi, di dare il massimo, ma di vedere ogni giorno che la lista dei pazienti in attesa di intervento non si riduce, ma si ingigantisce, anche a motivo dei politraumi che tornano in sala varie volte.
Come potete vedere è una specie di campo di battaglia a cui si deve aggiungere il normale flusso dei pazienti, i cesarei, gli interventi di chirurgia programmati e quelli di emergenza.

Fr Beppe



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