domenica 19 maggio 2024

DOLORE

 

Sono le 22 e sono stanchissimo.

Vorrei andare a letto perchè non ce la faccio proprio più, ma la mia

attenzione è attirata da un lamento angosciante che proviene dalla

pediatria.

Non posso andare in camera senza passare a vedere come mai quella

mamma piange disperata... se lo facessi, i sensi di colpa mi

impedirebbero di prendere sonno! Nello stanzone dei bambini trovo già

Mercy ed Erah che si prendono cura di un paziente pediatrico di circa

8 anni di età: Mercy ha il fonendo sul torace del paziente e mi guarda

con occhio espressivo e triste.

Poi dice alla mamma di prendere il figlio in braccio e di portarlo in

ambulatorio: la ragione per cui facciamo questo è in genere di cercare

un posto un po' isolato dove poter dare alla mamma la notizia che

forse lei già immagina, e cioè che Mercy con il fonendo non ha sentito

alcun battito cardiaco.

Quella donna prende in braccio il suo bimbo mentre continua ad urlare

disperata, ed a camminare verso il dispensario... all'improvviso però

fa una cosa che nessuno di noi si sarebbe immaginato: afferra il

figlioletto per le spalle e tenta di farlo stare in piedi.

Lo implora disperata di reggersi sulle gambe, ma queste sono flaccide

ed inerti, mentre la testa è riversa all'indietro.

Sono così stanco ed ora anche sconvolto che mi manca la capacità di

abbozzare una reazione ad una scena tanto grottesca e inquietante: è

stata Erah a prendere l'iniziativa e ad afferrare il paziente,

prendendolo lei in braccio ed avviandosi verso l'ambulatorio.

Dare la notizia alla mamma è stato tremendo: lei si disperava ed

urlava; gesticolava e sbatteva la testa sul muro, senza prestare la

minima attenzione ai nostri tentativi di consolarla.

Il bambino è stato ucciso da una diarrea irrefrenabile che non siamo

riusciti a dominare nè con la terapia antibiotica, nè con i fluidi di

reidratazione e neppure con lo zinco solfato: la diarrea, questa

tremenda malattia!

Anche oggi purtroppo la giornata si conclude con un decesso, per di

più di un bambino: è vero che tanti sono guariti e sono andati a casa;

è vero che la lista operatoria era lunga e tutti gli interventi

sono andati bene... ma queste morti sono come un macigno sul nostro

cuore, un peso che tende a farci dimenticare tutti i successi ottenuti

durante una giornata piena e faticosa.

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