martedì 28 novembre 2023

CHI SALVA UNA VITA, SALVA IL MONDO INTERO


E' scritto nel Talmud di Babilonia.

La frase era esposta davanti alla fabbrica di Oskar Shindler.

E' un momento buio per la storia dell'umanità.

Prima ancora di pensare all'Ucraina ed a Gaza, il mio cuore va alla Somalia, all'Etiopia, alla Repubblica Democratica del Congo... e poi a tanti focolai di guerriglia ancora presenti in Africa.

Non siamo mai riusciti a liberarci dalla guerra, ed ora ce l'abbiamo anche nel cuore dell'Europa e dell'Occidente.

Ormai sono migliaia le vittime di una guerra che nessuno si aspettava in Ucraina nella Terra Santa.

E' stato sparso molto sangue, giovani, bambini, civili inermi...sono morte tante speranze per il futuro. Giovani vite spezzate, sogni infranti, bambini mai cresciuti, inimmaginabile dolore.

Questo dolore è più acuto in noi, perchè pensavamo che le guerre in Europa fossero una cosa del passato.

Che strano!

Le notizie di morti in Etiopia o nella Repubblica Democratica del Congo ci facevano un po' meno male.

Non so come spiegarmelo...forse è la vicinanza geografica.

La guerra è un controsenso.

Noi qui ci impegnamo notte e giorno, fino all'esaurimento delle nostre forze per cercare di ridurre la sofferenza di uomini, donne, vecchi e bambini. A volte per riparare i danni di un atto di violenza (magari con il machete), lavoriamo ore ed ore. Un colpo di arma da fuoco può creare fratture tanto complesse che ci vogliono mesi e mesi per arrivare ad una guarigione.

Ma altrove si buttano bombe, si distruggono città e villaggi, si uccide, si massacrano esseri umani che gli aggressori neppure conoscono.

Ci vuole un attimo a distruggere, ferire ed uccidere. E' difficilissimo ed a volte impossibile riparare, ricostruire e guarire.

In maternità ho donne che piangono per un figlio nato morto, ma nella guerra si uccidono anche i bambini.

In un giorno di guerra in Ucraina o Palestina muoiono più persone di quante, con tutto l'impegno, possiamo salvare in un anno di dedizione totale...e questo è micidiale, è una sproporzione tremenda tra il bene ed il male.

Chi salva una vita, salva il mondo intero.

Ma le nuove guerre, insieme alle altre mai concluse ed ora un po' dimenticate, fanno sorgere il dubbio sulla possibilità che il mondo si possa salvare.

Tanti morti da troppe guerre del passato e del presente, tante vite stroncate dalla pandemia Covid, non ci hanno insegnato nulla.

Cicerone ha evidentemente torto, e la storia non è "magistra vitae".

Io comunque credo che sia importante lottare per la vita e credere nella pace, nonostante il buio che ha invaso il mondo.

 


sabato 25 novembre 2023

LE NOSTRE CONTRADDIZIONI

Tra giovedì e venerdì ha diluviato per 36 ore, di giorno e di notte.

Ieri avevamo una lista operatoria lunga, ma al mattino ci siamo accorti che la biancheria lavata era ancora bagnata ed inzuppata d'acqua nei vari stenditoi. Non c'è stato il sole mai, e quindi anche la biancheria sotto le tettoie non è asciugata.

Abbiamo dovuto ingegnarci per non posticipare gli interventi: abbiamo sterilizzato dei camici monouso del periodo COVID, abbiamo recuperato le ultime lenzuola del nostro magazzino, le abbiamo tagliate a metà e le abbiamo sterilizzate.

Alla fine abbiamo operato tutti, anche se quei camici di carta ci facevano sudare tremendamente.

Il campo operatorio ieri era bianco invece di verde, ma poco ci importava. L'importante era finire la lista.

Stanotte non ha piovuto, ed anche oggi splende un sole rovente: mi sono svegliato presto per andare a Messa, ma con sorpresa ho visto che lo sciacquone del gabinetto era vuoto. Ho provato ad aprire la doccia: non una goccia d'acqua. Lo stesso da tutti i rubinetti.

Mi sono vestito senza lavarmi e sono andato in ospedale: l'acqua mancava ovunque.

Il Direttore, Padre Emilio, mi ha informato che è un grosso problema alla pompa che dal fiume Mutonga porta l'acqua non solo all'ospedale ma a tutta Matiri. Il problema è grande e non si sa quando lo risolveranno.

E' una situazione di una ironia tremenda: piove fino a far straripare i fiumi, ma noi siamo senz'acqua in tutto l'ospedale.

Venerdì diluviava e non avevano teli e camici perchè ancora bagnati.

Oggi, sabato, abbiamo teli e camici asciutti, ma non possiamo operare perchè non abbiamo acqua in sala operatoria...ed alla fine, anche oggi sono i malati a pagare il prezzo più alto.

Non abbiamo lavato i pazienti in reparto, se non il minimo, con acqua piovana raccolta da un certo numero di cisterne. Non abbiamo lenzuola o pigiami puliti per i pazienti perchè la lavanderia non ha acqua, e quindi non funziona.

Anche io mi sento sporco, non potendo fare la doccia.

Se non fossi tremendamente depresso dalla situazione, ci sarebbe proprio da ridere!!!

venerdì 24 novembre 2023

MORSO DI SERPENTE


Dennis ha due anni ed è arrivato in ospedale gravissimo: repiro superficiale che si è trasformato subito in apnea, edema polmonare e schiuma alla bocca.

Aveva sull'alluce destro dei segni come di morso di serpente.

Giocava fuori e nessuno della famiglia ha visto l'animale; sono comunque corsi subito in ospedale...per fortuna non vengono da lontano!

Ci siamo attivati in fretta ed abbiamo messo in atto tutte le procedure di rianimazione: ossigeno, ambu, adrenalina, cortisone. Presumendo che si trattasse di un serpente, abbiamo praticato subito anche l'anti-veleno multivalente.

Il bimbo è rimasto incosciente per molto tempo, e la rianimazione è stata estremamente stressante, sotto gli occhi spaventati della mamma.

Fortunatamente però stavolta è andata bene, e Dennis è migliorato completamente.

E' ora sotto copertura antibiotica, al fine di prevenire cellulite della zona attorno al morso. Continua con cortisone ed anti-istaminici, ma è fuori pericolo

 

martedì 21 novembre 2023

DREAMS OF A SIGN SURGEON


I have always believed that being a doctor and a surgeon is a call, a vocation.

I think that a doctor is called to promote, defend and improve the life of his patients.

As a Sign surgeon I do that every day trying to restore the life of people who have seen everything turned upside down, due to an accident and a fracture. I am well aware that I repair bones but I mend lives in the same time.

It is my joy and my fulfillment when I see a person coming to theater in great pain and unable to move, and then I meet him the following day walking in the ward with crutches and above all with very little pain. It is rewarding to follow up patients and to realize that slowly they go back to normal life, they use the limbs like before the accident and that nobody would even realize that they had a fracture.

Orthopedic surgery is very expensive, and in Developing Countries that has created a gap between the rich, who can afford buying implants, and the poor, who will probably heal with disabilities because unable to afford surgery.

In the past, I have seen so many cripple people, surviving as beggars in front of churches, simply because their fracture was never treated.

Through Sign, that doesn't happen anymore, at least within the catchment area of our hospital.

Sign has actually allowed me to fulfill another aspect of my call: in fact I believe a doctor must not be discriminative and, above all, he must never refuse treatment because of finances. Doctors are called to treat everybody, but with special attention and preferential choice for the poor.

Sign implants are free and I can therefore operate everybody, without asking them to pay anything for the implant. Thanks to Sign we are now slowly creating equality between the rich and poor: no more patients on traction for months because they cannot buy an implant; no more deformities and disabilities because operation was never done. Only God knows how many poor people are now walking freely because of the free implants from Sign!

The Sign Family is also for me a place of professional growth.

A good doctor and surgeon never stops learning, studying and updating because he is aware of the fact that it is much more what he doesn't know, compared to what he is confident about. The Sign family is for me a big occasion of continuous formation, through the webinars, the conferences in the USA, and even the daily feedbacks on our surgeries that we receive from Dr Zirkle and other experts. Actually I keep growing professionally every day and my skills are improving with the help of so many other surgeons.

In the Sign Family we share the same vision and we all believe that doctors are servants of humanity. On a personal note, I think that my life must be completely donated, 24 hours a day and that self sacrifice and total dedication are an integral part of my ideal of doctor and surgeon.

Thanks a lot, Sign Family for being a pillar in my continuous effort of unconditional love and service to the poor and the sick.

Dr Giuseppe Gaido

PS: THIS SMALL ARTICLE APPEARED ON THE SIGNFRACURE NEWSLETTER OF APRIL 30TH, INTERNATIONAL DOCTORS' DAY

lunedì 20 novembre 2023

due mesi dopo

DUE MESI FA SCRIVEVO QUESTO


FRATTURA- DISLOCAZIONE ESPOSTA

L'incidente automobilistico è successo ieri sera alle 10.

Il paziente è arrivato a Matiri alle 4 di questa mattina.

A vedere la situazione c'era da mettersi le mani nei capelli.

Le ossa erano fuori  come da frattura esposta ed il piede era in posizione abnorme con una evidente deformità.

Il piede era già un po' freddo come da sindrome compartimentale.

E' come se il paziente abbia tentato di frenare prima dell'impatto tremendo.

La lastra era altrettando spaventosa.

Non potevamo attendere.

Questa era una vera emergenza ortopedica, ed ogni momento di ritardo esponeva il paziente al rischio di amputazione.

Ci siamo attivati in fretta, ed in tempi brevissimi siamo entrati in sala.

Abbiamo lavato molto la ferita e le ossa esposte, per tentare di arginare il pericolo di osteomielite.

La riduzione della dislocazione è stata tutt'altro che semplice, ma ci siamo riusciti, lentamente e  con fatica.

Abbiamo fatto quindi del nostro meglio per ricostruire i legamenti lacerati della caviglia.

Da ultimo abbiamo messo un fissatore esterno.

Ora ci affidiamo agli antibiotici per prevenire l'osteomielite.

Il paziente sta bene dopo la sala: non ha male ed è stabile. Anche il piede è ora caldo.

Starà in fissatore esterno per 45 giorni e poi valuteremo se avrà bisogno di fissazione interna, che oggi non avremmo potuto eseguire a causa del rischio di infezione.

 

OGGI QUESTA STORIA SI CHIUDE: ABBIAMO TOLTO IL FISSATORE ESTERNO UN MESE FA. NON C'E' INFEZIONE. IL PAZIENTE HA AMBULATO CON STAMPELLE PER  UN ALTRO MESE. OGGI LO VEDO DEAMBULARE SENZA SOSTEGNO. NON HO FATTO FISSAZIONE INTERNA. UN BEL SUCCESSO

martedì 14 novembre 2023

PIOVE IN PO' TROPPO

Piove. Fortissimo. Fa un rumore come di risacca, sarà per quello che
la notte scorsa mi sono svegliato sognando di essere in spiaggia.
Dopo tanto pregare, è arrivata la stagione delle piogge. Un muro
d'acqua, come una cascata dal cielo tutta la notte. Difficile da
descrivere: immaginate un cielo sereno, pieno di stelle, con una luna
grande e luminosa da fare ombra. E di colpo non qualche goccia, ma
milioni di milioni di pezzi di nuvola, che non si capisce da dove sian
saltati fuori.
Il problema è che adesso piove troppo. Campi allagati, case portate
via, persone annegate.
Probabilmente non ne sapete niente, perchè già ci sono problemi in
Italia per le alluvioni. Ma anche qui è molto brutto in certe zone del
Nord, dove per esempio vive Ruyo.
L'ho conosciuta ieri, Ruyo. Pelle ambrata, il naso sottile sopra ad un
sorriso impertinente. Si capisce subito che è una bambina sempre
allegra. Probabilmente non ha mai visto molti bianchi: ci guarda
divertita mentre la visitiamo, è un po' sorpresa perchè la mia mano,
in fondo, non è molto diversa dalla sua.
Ha fatto diversi giorni di strada con il suo papa' per arrivare da
noi. Un uomo molto alto, con il turbante e il volto segnato. Il vento,
il sole delle terre deserte da cui arriva. Era spaventato: la sua
bambina, il suo piccolo fiore, per due volte aveva perso i sensi ed
era caduta a terra convulsando. Hanno provato ad andare all'ospedale
vicino a casa, ma non c'erano farmaci. Così sono partiti, nonostante
le piogge, senza sapere quanto ci avrebbero messo, senza sapere quando
sarebbero potuti tornare.
E' un bell'esempio di quello che chiamiamo "African time". Tutto è
nelle mani di Dio, quel Dio per cui " I secoli si susseguono per
perfezionare un piccolo fiore di campo", come ha scritto il grande
poeta Tagore.
Al contrario di noi, "noi che non abbiamo tempo da perdere,
E non avendo tempo dobbiamo affannarci
Per non perdere le nostre occasioni.
Siamo troppo poveri per arrivare in ritardo."
Più vivo qui e più me ne convinco.
Siamo noi i veri poveri, noi che navighiamo nello spreco, che abbiamo
bisogno di riempire lo stomaco delle nostre solitudini con grandi
abbuffate di "cose". Noi, che facciamo la gioia delle grandi
industrie, perchè non siamo mai soddisfatti, non ne abbiamo mai
abbastanza. Che viviamo aspettando il fine settimana, e poi un'altra
settimana per avere un altro fine settimana...senza accorgerci che la
Vita è quella cosa strana che ci passa accanto.

Finita la visita, Ruyo si è rimessa il velo. Una manovra complicata
per le sue dita goffe di bambina. Un giro intorno alla testa, uno
intorno alle orecchie, un altro intorno alla testa… e intanto mi
sorrideva. Finchè è potuta ripartire, con le sue medicine ed il suo
papà, convinti entrambi che lei guarirà, "mungu akipenda" , a Dio
piacendo, come ci ripetono di continuo, non per abitudine, ma perchè
lo credono veramente. Mi piace molto questo nostro rapporto con i
musulmani, questo credere che c'è un solo Dio, come una sola montagna
alla cui cima si può giungere passando da sentieri diversi. Ma alla
cima prima o poi ci si arriva tutti.
Guardando gli occhi sorridenti di Ruyo mentre si annoda il chador me
ne convinco sempre più.
Sono sicuro che esiste la possibilità di vivere insieme in armonia, di
capirsi a vicenda, di accettarsi con le proprie differenze. Camminando
a piccoli passi. E cominciando con un serio esame di coscienza. Mi è
sempre piaciuto molto quello che ha scritto Tiziano Terzani qualche
anno fa, riflettendo proprio sui conflitti di civiltà, sulla loro
assurdità: le cause della Guerra sono dentro di noi. Sono in passioni
come il desiderio, la paura, l'insicurezza, l'ingordigia, l'orgoglio,
la vanità.
Dobbiamo cambiare atteggiamento. Cominciamo a prendere le decisioni
che ci riguardano e che riguardano gli altri sulla base di più
moralità e meno interesse. Facciamo quello che è giusto, invece di
quello che ci conviene. Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi.

Ora vi saluto e vi abbraccio, chiedendo scusa per quanto forse questa
breve lettera sarà confusa, ma capitemi: è sera tardi e butto giù dei
pensieri così come mi vengono, senza filtri.
Vorrei lasciarvi con un cosa che ho letto qualche giorno fa, una
preghiera scritta da Dom Pedro Casaldaliga, un grande vescovo e poeta
brasiliano. E' il Padre Nostro degli Oppressi.

Fratelli nostri che vivete nel primo mondo…
Affinchè il suo nome non venga ingiuriato
Affinchè venga a noi il Suo regno e sia fatta la Sua volontà
Non solo in cielo ma anche in terra,
Rispettate il nostro pane quotidiano,
Rinunciando allo sfruttamento quotidiano,
Non fate di tutto per riscuotere il debito che non abbiamo fatto
E che vi stanno pagando i nostri bambini, i nostri affamati, i nostri morti,
Non cadete più nella tentazione del lucro, del razzismo, della guerra;
Noi faremo il possibile per non cadere nella tentazione dell' odio e
della sottomissione
E liberiamoci, gli uni e gli altri, dal male.
Solo così potremo recitare insieme
La preghiera della famiglia che il fratelllo Gesù ci insegnò.
Padre Nostro, Madre Nostra, che sei in Cielo e in Terra.


Il cuore esiste solo per donarlo, con una lacrima e una canzone.(R.Tagore)

lunedì 13 novembre 2023

SCENDE LA PIOGGIA

Carissimi amici,
è arrivata la stagione delle piogge che quest'anno è particolarmente
abbondante. Piove tutta la notte e spesso anche durante il giorno. Da
una parte questo è certamente un dono di Dio, perché acqua è sinonimo
di buoni raccolti e di qualcosa da mettere sulla tavola anche per i
più poveri. Un buon raccolto assicurerà il pagamento delle rette
scolastiche a tutti quei genitori sempre angosciati dal fatto che i
loro figli possono essere mandati a casa dalla "Secondary School" se
il denaro non arriva in tempo. Alcuni mesi fa ho assistito al caso di
un ragazzo di Wajir ( nel Nord del Kenya. Zona poverissima e tuttora
alle prese con la fame, in quanto si tratta di area desertica) mandato
via da una scuola superiore perché al totale della retta mancavano dei
soldi, che suo padre aveva promesso di pagare a tempi brevi.
Pioggia vuol anche dire che le cisterne dell'acqua piovana vicino alle
case sono ora piene, e permetteranno di evitare i viaggi al fiume con
la tanica sulle spalle almeno per qualche mese.
Però indubbiamente la pioggia è sempre un problema per il nostro
ospedale che si trova a più di 4 km dall'asfalto ed è raggiungibile
solo attraverso strade terribilmente sconnesse, dove si sprofonda
nella polvere durante la stagione secca e dove si annega nel fango
argilloso durante la "rainy season". Sulla strada si aprono voragini
enormi che pian piano la trasformano in un torrente in piena. Spesso i
ponticelli crollano sotto il peso della corrente. Le condizioni della
nostra strada fanno sì che moltissimi pazienti decidano di non
intraprendere il cammino faticoso per raggiungere Matiri, sempre così
sperduta e poco collegata. Quando possono si recano ad un centro
vicino a casa, ricevendo lì qualche cura del caso e rimandando di
qualche settimana la visita al grande ospedale.
Altri decidono di fare a meno dell'ospedale completamente: si
rivolgono a guaritori tradizionali o decidono per esempio di partorire
a casa, aiutate da levatrici non qualificate.
C'è poi da dire che in una cultura di sopravvivenza come la nostra i
lavori dei campi prendono il primo posto su tutto: nessuno penserebbe
ad una cura odontoiatrica quando c'è da togliere l'erbaccia nel campo;
e se ci sono alcune ore di sole, si corre nella "shamba" con la
"panga" in mano, cercando di completare il lavoro prima che riprenda a
diluviare.
La pioggia in qualche modo aumenta il senso di isolamento e di
impotenza: siamo qui a disposizione, con tutto il personale pronto, ma
la gente non viene, o forse spesso non riesce a raggiungerci..
Ma è pur vero che la stagione delle piogge porta altri aspetti
positivi da non sottovalutare, come la possibilità di studiare e di
prepararci meglio a curare i nostri pazienti, un po' più di tempo per
pregare e per chiedere al Signore di essere sempre la nostra forza,
una maggior tranquillità per assistere e visitare i nostri malati già
ricoverati.
Come rifiutare per esempio una ecografia alla spalla di un vecchietto
che mi chiede di posare la sonda direttamente sul punto dolente? O
come non fare l'elettrocardiogramma al paziente iperteso che ha fatto
magari 4 giorni di viaggio per raggiungere Matiri da Marsabit?
L'ospedale è più silenzioso e riflessivo quando piove, quasi per
prepararsi al grande afflusso di pazienti che aspettiamo da metà
Dicembre in poi, fino almeno alla fine di giugno. La stagione delle
piogge è anche molto più ricca di insetti di ogni tipo: dalla mantide
religiosa alle libellule, dagli scarafaggi agli scarabei, dai mosconi
alle anofeline che sempre ci ricordano che la malaria non è debellata.

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