sabato 9 settembre 2023

POVERO NON E' SINONIMO DI SANTO

Tabitha mi dice che vuole cambiare la terapia perche' tutte le
medicine che le ho dato non le hanno assolutamente arrecato alcun
giovamento. Dice che l'ameba e' sempre positiva e che ormai le devo
prescrivere qualche nuovo farmaco, magari uno di quelli costosi...
perche', come tutti, anche lei pensa che una medicina piu' e' "cara" e
piu' funziona.
Io le dico che vorrei rivedere un esame parassitologico, e le chiedo
se e' in grado di produrmi un campione entro la fine della giornata,
in modo che lo possa analizzare io stesso al microscopio.
Tabitha tentenna, e poi dice che e' gia' andata di corpo e quindi non
sara' in grado di darmi nulla fino all'indomani mattina. Per questo mi
chiede di poter andare a casa con il contenitore e di tornare il
giorno seguente con le feci raccolte a domicilio. Abita vicino e
quindi penso che possa andare bene , perche', se viene immediatamente
in ospedale, il campione non sara' ancora seccato.
Tabitha e' una delle "cosiddette povere"; cioe' fa parte di un gruppo
che storicamente riceve aiuti alimentari ed a cui pago le medicine. E'
poliomielitica, vedova, sola e senza lavoro. I suoi figli, a quanto
pare, non possono aiutarla perche' sono piu' miseri di lei, e per di
piu' entrambi epilettici.
La rivedo il giorno dopo, e chiedo al laboratorista di preparare il
campione per me. Il tecnico, che abita vicino a Tabitha, non ce la fa
piu' a stare zitto, e mi sussurra in un orecchio: "Lo sai che voi
Bianchi siete normalmente solo delle mucche da mungere?"
Rimango attonito per un attimo, perche' da lui non me lo aspettavo:
"cosa intendi dire? Chi e' che mi ha fregato questa volta?"
E lui continua parlando sottovoce: "Tu le dai le medicine gratis, non
e' vero? Non ti sei mai chiesto perche' non produce mai i campioni di
feci qui in ospedale? Sei troppo ingenuo: per altre cose non puo'
ingannarci... per esempio l'esame per la malaria lo facciamo
prelevando il sangue direttamente dal dito. Per le feci e' diverso:
lei porta a casa i contenitori e comincia a cercare pazienti. Si fa
pagare il test 10 scellini di meno di quanto non costi qui; le feci
quindi non sono sue ma quelle del suo cliente. Lei poi viene
l'indomani, ed l'esame e' chiaramente positivo per l'ameba o per
altro. Si fa prescrivere la medicina piu' costosa possibile, in modo
da poterci guadagnare bene, quando la rivendera' a prezzo ridotto all'
acquirente di quel giorno. E' un mercato che va avanti da moltissimo
tempo".
Mi sento paralizzato da quanto ho sentito. Che delusione provo nel
cuore! Venire ingannato proprio da quelle persone che ho aiutato di
piu', a cui ho dato tutto... e per un sacco di anni. Il cuore umano e'
veramente un mistero. Non avrei mai pensato che Tabitha potesse farmi
questo. Ci avrei messo la mano sul fuoco che lei era mia amica... e
invece! Bisogna proprio attaccarsi al Signore, e comprendere che, alla
fin della fiera, siamo tutti soli. Poi mi convinco sempre di piu' che
il distribuire gratuitamente non serve a nulla, perche'
deresponsabilizza e offre il fianco ad abusi del genere.
Non ho voglia di parlare con Tabitha. Incarico quindi uno degli
infermieri di comunicarle che da oggi non usufruira' piu' di alcun
servizio gratuito da parte mia, ed aggiungo: "comunque diglielo che ho
scoperto tutto il suo business poco pulito, e ne sono molto
amareggiato".

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