venerdì 9 giugno 2023

ALL'ALBA DOPO UNA EMERGENZA

Cammino lento verso la mia stanza dopo un difficile cesareo notturno.
Sono ormai le 5.30 e vengo attirato dal cielo, che ha iniziato a
schiarire. Ha un colore strano, ancora tendente al nero verso ponente,
mentre a oriente si vede una fascia debolmente rosea al di sopra
dell'orizzonte che poi sfuma in un grigio chiaro verso le zenit. Il
sole non e' ancora sorto, e le stelle ormai si sono fatte invisibili a
causa della soffusa luminosita' che permette gia' di intravvedere il
contorno delle cose. Gli uccelli tessitori fanno un baccano della
miseria e si affannano a centinaia per riparare i loro nidi dopo
l'acquazzone notturno, mentre in lontananza i galli si danno
l'appuntamento e cantano a squarciagola, uno dopo l'altro, per
ricordarci che non c'e' piu' speranza per noi di tornare a dormire.
Sotto il lampione dell'ospedale osservo migliaia di ali di insetto. E'
come un tappeto semitrasparente, che ogni giorno spazziamo via ed ogni
giorno si riforma. Che strana la creazione, soprattutto durante la
stagione delle piogge: ci sono miriadi di animaletti volanti, che alla
sera popolano l'aria e volteggiano senza stancarsi attorno alla luce
elettrica; poi al mattino sono gia' tutti morti. La vita e' veramente
un mistero: ci sono creature nate solo per morire; ci sono insetti che
non hanno sopravvivenze superiori alle 12 ore. Qualcuno mi dice: "sono
esseri svantaggiati nella scala evolutiva", ma a me piace pensare in
un altro modo: non e' il tempo che conta, ma l'intensita' con cui
vivi. Anche queste creature sono state pensate da Dio, e la loro
esistenza non e' inutile, come non lo e' quella del fiore del campo
che "al mattino fiorisce, e alla sera e' falciato e dissecca".
Guardo ancora il cielo e mi riempio gli occhi per un attimo, prima di
ritirarmi in camera per qualche istante: non posso infatti riprendere
le battaglie quotidiane senza distendermi un attimo sul letto.
Rischerei di fare tutto malamente e di trattare con insofferenza
quegli stessi pazienti che sono la mia "stella polare", la mia vera
"ragion di vivere" qui in Kenya

Beppe

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