Quando e' festa, per noi e' sempre peggio degli altri giorni. Bisogna
dare i dovuti riposi ai nostri collaboratori, e alla fin fine il
lavoro e' molto piu' pesante che in un giorno feriale qualsiasi.
E' successo anche oggi.
Mi occupo della coda dei pazienti ambulatoriali che oggi prevedo quasi infinita.
Pazienza: ci vuole solo calma e sangue freddo. Uno dopo l'altro
finiremo anche tutti questi malati che hanno deciso di venire in
giorno festivo, con la "chimera" che durante le "public holidays" ci
sia meno gente.
Mentre faccio del mio meglio per assistere per primi i pazienti
provenienti dal Nord, a motivo del fatto che vengono da molto lontano,
il ritmo delle visite viene interrotto da due tagli cesarei
d'emergenza.
Anche oggi non è mancato lo psichiatrico che mi ha preso per un
braccio ed è riuscito a lasciarmi i segni delle unghie prima che il
watchman entrasse di corsa a darmi una mano.
Adesso comunque ho finito l'ultimo paziente. Osservo l'ambulatorio,
ora così silenzioso e vuoto; oggi ho operato anche tre fratture. Non
ho amici che mi aiutano e quindi, zoppicando, le ho operate da solo..
Oggi poi è San Giuseppe, ed è la festa dei lavoratori. Penso quindi
che io abbia vissuto la giornata odierna nel modo migliore, in unità
con tanta gente sfruttata e stremata da condizioni di lavoro che in
molte parti del mondo non sono certo così rosee come in Europa.
Pregherò per tutti coloro che hanno la schiena spezzata e che per
tanti sforzi magari ricevono uno stipendio da fame. Sono felice
davanti a Dio di essere uno di loro.
Fr Beppe Gaido
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il commento.