Dieci giorni fa si era presentata nel nostro ospedale una giovane
donna che lamentava febbre e dolori addominali. Aveva sulla faccia
delle lesioni che ricordavano molto il lupus vulgaris della
tubercolosi, ma diceva di averli da molto tempo.
L'ecografia addominale ha dimostrato la presenza di una grossa massa
solida a livello cecale ed una serie di linfonodi paraortici dilatati.
Abbiamo pensato ad un tumore intestinale con metastasi peritoneali,
anche se la donna aveva soltanto 30 anni età.
Eravamo indecisi se tentare l'intervento oppure se dichiarar la malata
inoperabile. Le abbiamo rivelato la nostra ipotesi diagnostica ed
anche la prognosi che ci pareva davvero infausta. Lei ha accettato in
modo stoico la notizia del possibile cancro in fase avanzata.
Ci turbava la febbricola, ed anche il fatto che i globuli bianchi non
erano aumentati nonostante l'ipertermia.
Eravamo indecisi tra il tentativo eroico di un intervento chirurgico e
la scelta della chemioterapia.
Alla fine abbiamo deciso di intervenire, anche perchè temevamo che la
malata si potesse occludere da un momento all'altro: "se siamo
fortunati facciamo una emicolectomia e togliamo tutti i linfonodi
neoplastici; se invece la cosa si manifestasse impossibile, tenteremo
delle anastomosi che by-passino il tumore ed impediscano alla malata
di morire occlusa".
Aprendo il peritoneo abbiamo visto che la massa non era solo del
cieco, ma di tutto il colon ascendente.
L'aspetto però a me era familiare e non mi pareva affatto maligno...
mi ricordava qualcosa di infettivo: ho preso in mano l'organo che
appariva durissimo; la sierosa che lo ricopriva era però intatta e
liscia, pur essendo edematosa. La massa non proseguiva oltre la
flessura epatica e pareva interessare solo la parete mediale del colon
destro... ragion per cui la paziente era ancora canalizzata.
La cosa più impressionante erano degli enormi linfonodi su un
mesentere edematoso e molto ispessito.
"A me non pare un tumore".
"La mia impressione è quella di un tubercoloma del colon; non
dobbiamo fare l'emicolectomia , ma solo una biospia linfonodale per
confermare la diagnosi: se ho ragione infatti, la terapia è medica e
la giovane donna potrà guarire completamente. La biopsia non la farei
sull'intestino, per evitare che si creino delle deiscenze".
Dopo una adeguata riflessione con i colleghi ln sala, abbiamo deciso
di procedere secondo le mie indicazioni. I linfonodi che speravamo di
rimuovere interi erano invece colliquati e contenevano materiale
chiaramente caseoso... cosa che mi ha molto rincuorato ed ha
rafforzato l'ipotesi diagnostica.
L'intervento è stato quindi più breve del previsto ed il
post-operatorio è stato buono e senza complicazioni.
L'istologico è arrivato oggi ed ha confermato la diagnosi di tubercolosi.
La donna sta davvero bene ed ha già iniziato la terapia
anti-tubercolare che dovrà continuare per un totale di sei mesi.
E' stata una paziente davvero fortunata: le avevamo parlato di un
tumore maligno praticamente inoperabile, ed invece ora le abbiamo dato
la bella notizia che la sua patologia è del tutto curabile con le
medicine. Siamo veramente contenti di come sono andate le cose.
La tubercolosi addominale ha manifestazioni proteiformi: a volte
abbiamo clienti con asciti di eziologia sconosciuta ed, in assenza di
cirrosi epatica, insufficienza renale o scompenso cardiaco, facciamo
diagnosi di tubercolosi addominali tramite prelievo di liquido
ascitico ed esame citologico. Altre volte mi è capitato di operare
delle persone con chiarissimi segni di peritonite: all'atto chirurgico
però non abbiamo identificato perforazioni viscerali; abbiamo invece
trovato solo un po' di liquido essudativo in peritoneo, ed un
intestino estremamente infiammato e tempestato in tutta la sua
lunghezza da una miriade di granellini bianchi, grossi come chicchi di
riso. Il prelievo bioptico su uno di queste lesioni aveva poi rivelato
la presenza di TBC (una specie di miliare sull'intestino).
Avremmo dovuto pensare subito alla tubercolosi nella nostra paziente,
perchè aveva febbre senza leucocitosi e mostrava sul collo segni di
lupus vulgaris. Ci siamo arrivati in modo un po' contorto, ma
l'importante è che siamo giunti alla diagnosi corretta, una diagnosi
per altro fausta e con prognosi ottima.
Fr Beppe
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