Era un incidente stradale.
Il paziente è arrivato con una frattura bilaterale del femore, clinicamente evidente.
Mentre lo stavamo ricoverando e gli offrivamo il "pronto soccorso", ha improvvisamente smesso di respirare.
Non lo avevamo neppure portato in radiologia per le lastre.
Con il fonendoscopio ci siamo accorti che il paziente era anche in arresto cardiaco.
Ci siamo attivati per la rianimazione cardio-polmonare, con ambu e con massaggio cardiaco.
Nietta è corsa a prendere il defibrillatore.
Altri cercavano la vena e provavano a prelevare sangue per gli esami
Abbiamo defibrillato per due volte, ma il paziente non si è ripreso ed è morto davanti ai nostri occhi.
Probabilmente c'erano altre lesioni agli organo interni, ma non siamo arrivati in tempo, nè per ecografia addominale, nè per lastra del torace, e tantomeno per TAC cerebrale.
I parenti hanno visto il nostro impegno e non si sono lamentati.
Siccome il poveretto non era ancora neppure ufficialmente ricoverato, e la cartella clinica non era ancora stata aperta, i congiunti hanno deciso di riportarselo a casa.
Siamo molto scossi: la traumatologia è sempre un'emergenza e sovente ci sono altri problemi interni che a noi possono sfuggire.
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