lunedì 13 maggio 2024

L'ABBIAMO SALVATA

 

La giornata è iniziata prestissimo. Erano le 5 quando Concetta mi ha chiamato al telefono. Non riuscivo a svegliarmi, visto che il precedente cesareo era finito a mezzanotte. Ho vinto la stanchezza ed ho risposto. Lei mi ha detto di correre perchè c'era un caso di maternità con la mamma in coma. Mi ha detto che le condizioni generali erano così scadenti che la paziente avrebbe potuto morire in pochissimo tempo. Mi sono vestito in 3 minuti e sono corso, dimenticandomi persino gli occhiali. Non era quello che mi aspettavo. Credevo fosse un caso di gestosi, e pensavo di dover fare un altro cesareo. Invece mi sono trovato davanti una giovane donna in stato di agonia. Repirava appena: noi medici diciamo che aveva "gasping", che in parole semplici significa quel modo di respirare degli ultimi minuti.

Aveva una placenta ritenuta ed aveva sanguinato tutta la notte. Infatti aveva partorito per strada mentre cercava di raggiungere l'ospedale. Donne di buona volontà l'avevano aiutata nel parto, ma erano forse inesperte e non avevano legato bene il cordone ombelicale. Il parto era avvenuto verso mezzanotte, e la mamma era giunta a Matiri alle 5 di mattina, quasi completamente esangue. Ci siamo attivati. Abbiamo trovato la vena femorale, e l'abbiamo trasfusa velocemente. Abbiamo rimosso la placenta e pian piano la mamma si è ripresa, ha cominciato a parlare e sembrava completamente fuori pericolo. Ha chiesto della sua bambina, ed è stata felice di sapere che la bimba era in perfette condizioni. Ha iniziato a mangiare qualcosa e non la finiva più di raccontare di come era stata trasportata prima in bicicletta, poi su una carriola e quindi su un "matatu" preso in affitto dal coniuge.

Ero pieno di gioia. Gli occhi si chiudevano per la brevissima notte di sonno, ma il mio cuore era pieno di umana soddisfazione.

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