giovedì 28 marzo 2024

RIFLESSIONI DI UNA VOLONTARIA


 Parecchi giorni sono ormai passati dal mio rientro in Italia, dopo aver trascorso 3 indimenticabili settimane in quel piccolo angolo di mondo immerso nella natura.. così lontano dal nostro immaginabile. L'esperienza vissuta a Matiri è stata così grande ed intensa, che non è facile sintetizzarla in poche righe. Le emozioni provate sono state tante.... cercherò di esprimere quelle più significative.

 

Sebbene, a fatica, sia ritornata alla mia solita vita, mi è praticamente impossibile ignorare il ricordo dell'Africa lontana. Ogni luogo scoperto, ogni persona incontrata è riuscita ad entrare così profondamente nel mio cuore da lasciarmi dentro un incancellabile segno, una forza che mi permette di vedere la realtà presente sotto una nuova luce. La luce dell'Amore e del Volersi Bene. Fuori dal tempo e dallo spazio, nel posto più vicino all'anima dell'uomo, tra lacrime e sorrisi, sconfitte e conquiste, ogni giorno è stato unico.

 

Laggiù, più che mai, ho avuto modo di mettermi alla pari del povero, sperimentando l'importanza del donarsi, per la sola e semplice volontà di farlo!... e solo chi ha "sperimentato" e vissuto esperienze simili, può affermare quanto questo sia arricchente!

 

Rivestendo il ruolo di infermiera mi sono inserita, pian piano, nello "sconvolgente" mondo ospedaliero di Matiri. E sì, devo proprio ammettere che anche questo è stato un impatto alquanto "traumatizzante"... sentire, ovunque, le grida dei bambini, portati in spalla dalle loro madri, dopo in lungo cammino. La maggior parte di essi deve lottare contro la malaria o la polmonite: è straordinario vedere come una trasfusione e qualche antibiotico rappresentino l'arma vincente!

 

A volte è stato davvero difficile accettare e condividere le modalità operative del personale locale: per noi può essere incomprensibile l'ipotesi di utilizzare lo stesso deflussore per tre giorni per esempio! Oppure utilizzare gli stessi contenitori per residui alimentari, farmaci, sangue, senza grossa separazione.. ma grazie ad un buon spirito di adattamento (che  ritengo fondamentale!) ed alla capacità di andare oltre i nostri preconcetti, alla fine si riescono a superare pire queste difficoltà!

Venti giorni non sono molti, ma si sono rivelati sufficienti per farmi comprendere l'importanza del vivere e di toccare con mano la realtà africana. Non basta venirne a contatto unicamente attraverso riviste… attraverso la televisione... per conoscere pienamente l'Africa, penso sia necessario vederla con i propri occhi!

Solo così ci si rende veramente conto dell'immenso disagio che talvolta la caratterizza. E, nello stesso tempo, solo in questo modo possiamo realmente comprendere le fortune che, fin dalla nascita, possediamo in questa agiata vita europea.

 

La fortuna di avere un padre ed una madre… la fortuna di avere una casa accogliente, con acqua, luce, gas... la fortuna di avere una macchina... di possedere dei vestiti integri e puliti... la fortuna di avere un'istruzione, la sola possibilità di studiare. E' sconvolgente pensare a come, prima di partire, sottovalutassi l'importanza di tutto questo.

Mi è bastato un incontro con gli street-boys... le lacrime di una mamma che piangeva il suo bambino ucciso dalla malaria... gli innocenti sguardi di tanti bambini ammalati di varie patologie... la povertà che si manifesta in ogni angolo di strada che si percorre, per capire l'assurdità di tante nostre preoccupazioni, di tanti nostri problemi, il più delle volte nati da un mondo dominato dal Benessere.

E' stato veramente scioccante, per me, passare da una realtà che, senza rendercene conto, ci offre ogni cosa, ad un'altra sovrastata e fortemente condizionata dalla povertà.

 

Ma è stato anche bello scoprire la felicità e la gioia data dalle piccole cose, da un semplice abbraccio, da un sorriso... dal Bene che ci si può scambiare l'un l'altro, senza alcun prezzo!

 

In ospedale è impressionante osservare la rapidità con cui si apre il cerchio della vita e la stessa rapidità con cui si conclude. Ricordo la prima sera in cui ho assistito alla morte di un bimbo... ciò che ho provato in quel momento va al di là di ogni parola... voglio solo aggiungere e qui concludere che è stato bello affidare al Signore quella piccola creatura ormai trasformata in un angioletto...

 

 

Una volontaria

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