Credo che sia importante rispettare la fede ed i valori di tutti, ovviamente però nel limite del possibile.
Rispetto chi va in chiesa e chi non ci va.
Rispetto cattolici, protestanti, musulmani e membri di qualunque altra religione.
Come medico però a volte mi trovo davanti a situazioni stressanti, quando devo rispettare il "credo" di alcuni miei pazienti.
Una delle situazioni più complesse è quella in cui mi trovo a dover operare in emergenza un Testimone di Geova o un membro di una chiesa tradizionale locale chiamata "Kabonokia": essi rifiutano in modo categorico di essere trasfusi.
Essendo un'emergenza, non puoi dilazionare l'operazione. Il paziente però ti mette davvero tra l'incudine ed il martello: non vuole essere trasfuso, e tu sai che sanguinerà durante l'intervento.
Spesso i parenti addirittura firmano che il loro congiunto sia lasciato morire, piuttosto che essere trasfuso.
Pure oggi sono stato in una situazione simile: una donna con grossi fibromi uterini; anemia e sanguinamento genitale importante. Testimone di Geova convinta, e totalmente contraria alla trasfusione.
Ho fatto l'operazione con tantissima ansia. La paziente era in anestesia generale, e tra me pensavo che, se le cose si fossero messe molto male, avrei comunque trasfuso prendendomene la responsabilità.
Fortunatamente però siamo riusciti a fare l'intervento senza troppo sanguinamento. La paziente si è svegliata bene e non l'ho trasfusa.
Sono comunque situazioni molto ansiogene, ogni volta che si ripresentano.
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