venerdì 15 dicembre 2023

AMPUTARE UN ADOLESCENTE

La storia del ragazzo di 15 anni che ho amputato oggi al di sopra del

ginocchio, è davvero triste: ricoverato altrove con

frattura di femore e poi abbandonato in un letto per 8 giorni, in

attesa che la sua famiglia trovasse i soldi per acquistare il chiodo

endomidollare che avrebbe risolto il suo problema.

Poi la situazione è precipitata.

La gamba è diventata fredda come la morte ed ha iniziato a gonfiare

paurosamente. In quell'ospedale hanno fatto una fasciotomia d'urgenza,

ma ovviamente era troppo tardi.

Hanno quindi dimesso il paziente ed hanno detto ai parenti di

scegliere un ospedale dove il ragazzo avrebbe potuto essere

aiutato...naturalmente senza dire loro quello che invece hanno scritto

nella lettera di dimissione: "gangrena dell'arto inferiore con assenza

di polso popliteo, tibiale e pedidio".

I parenti hanno scelto Matiri e sono rimasti sconvolti quando a loro

ho detto che l'arto era morto e che bisognava amputare.

Ovviamente sono molto poveri, non hanno assicurazione sanitaria e non

possono pagare l'ospedale.

Ho detto comunque di ricoverare il ragazzo, senza chiedere alcuna caparra.

L'altro problema è stato il sangue: il paziente era infatti anemico,

con emoglobina di 5 grammi e noi non avevamo sangue in ospedale.

I parenti inoltre sono andati in negazione freudiana, e non hanno

firmato il consenso all'amputazione.

Giovedì quindi non ho potuto amputare, ma ho attivato l'ospedale per

trovare un po' di sangue. L'impresa è stata difficilissima ed alla

fine mi sono trovato con una sola sacca di sangue.

La gangrena è peggiorata rapidamente e la puzza di carne morta ha

infestato l'ospedale.

Anche questo purtroppo ha aiutato i parenti a decidere, e oggi

abbiamo avuto il consenso all'intervento. Ovviamente bisognava

intervenire subito. Aspettare

oltre avrebbe significato la morte del paziente.

Amputazione difficilissima, con piani anatomici modificati

dal'infezione e dall'edema; paziente instabile dal punto di vista

anestesiologico a motivo dell'anemia (abbiamo trasfuso l'unica sacca a

disposizione in sala operatoria).

Comunque alla fine possiamo dire che il paziente è vivo e che la

triste decisione di amputarlo a 15 anni di età è stata l'unica

possibile.

Ho promesso al padre disperato, che dopo l'intervento piangeva come un

bambino, che lo avrei aiutato sia per le spese ospedaliere che per

trovare in futuro una protesi per il suo ragazzo.

Ho una sensazione mista nel cuore: da una parte sono contento di aver

amputato perchè altrimenti il paziente sarebbe morto di setticemia;

dall'altra sono molto triste al pensiero che con un chiodo di Sign

inserito al momento opportuno, subito dopo l'incidente, questo

paziente oggi sarebbe in grado di camminare ed avrebbe entrambe le

gambe.

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