Sto visitando un paziente in ambulatorio, quando vengo chiamato
urgentemente in sala parto. Il bimbo dell'ultimo cesareo e' veramente
in pessime condizioni. Non respira, e' cianotico e l'attivita'
cardiaca e' lentissima.
Dalle narici aspiriamo un liquido verde e densissimo: "ha inspirato
molto meconio… Prendi subito l'adrenalina, e iniziamo la rianimazione
cardiorepiratoria".
La medicina viene iniettata lentamente attraverso il cordone
ombelicale. Lucy afferra il piccolo torace tra le dita e ritmicamente
usa i pollici per il massaggio cardiaco. Io infondo aria e ossigeno
con l'ambu.
Sono minuti eterni, in cui il nostro sudore scorre abbondante anche a
causa del calore della culla termica. Il colore viola delle sue labbra
pian piano cambia al roseo, grazie al ritmico pompare e all'ossigeno
che entra abbondante attraverso la minuscola sonda di Mayo.
Il battito cardiaco, dapprima non superiore ai 30 al minuto,
gradualmente risale fino a valori normali per un neonato.
Compaiono i primi sforzi respiratori: per vari minuti sono solo
gasping, ma poi lentamente il bimbo assume una respirazione regolare,
dapprima molto superficiale ed in seguito sempre piu' valida.
A questo punto prendo il pupo per i piedi e lo sculaccio decisamente…
finalmente reagisce con vigore ed emette un forte pianto. Ce l'abbiamo
fatta; lo abbiamo ripreso per la punta dei capelli.
Oggi ha vinto la vita. Questo bambinone di 4400 grammi proprio non ne
ha voluto sapere di andarsene ancor prima di aver visto il suo primo
giorno di vita.
Ora posso tornare dal mio paziente che e' rimasto a lungo ad
attendermi sulla barella dell'ambulatorio.
Fr Beppe
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