E' stato un intervento impegnativo ed altrettanto formativo.
Ancora una volta ho imparato dai pazienti, che sono i nostri veri
maestri di vita.
Si trattava di una donna ricoverata la notte precedente.
Mi avevano chiamato perchè all'infermiere pareva un addome acuto.
L'avevo visitata mezzo addormentato, ma mi sembrava che non si
trattasse di una paziente chirurgica. Avevo quindi messo la terapia,
ritenendola un caso di gastrite o di ulcera peptica.
La mattina seguente la donna non era migliorata affatto; me l'hanno fatta
rivedere, ma ancora non mi pareva chirurgica. Ho confermato la terapia
instaurata e mi sono permesso di dire agli infermieri una frase di cui
ancora mi pento, perchè superficiale: "penso che ci sia una componente
di esagerazione nella sintomatologia lamentata dalla paziente".
Alle 17 gli infermieri mi hanno chiamato nuovamente nel reparto donne: erano
preoccupati e volevano che visitassi di nuovo la paziente che si
contorceva nel letto e, quando in piedi, doveva camminare gobba per
ridurre i dolori addominali lancinanti.
Ho ripetuto loro che gli esami non mi parevano suggestivi di
addome acuto e che l'ecografia non indicava una perforazione di
viscere addominale. Pure la palpazione della pancia non suggeriva un
chiaro peritonismo, anche se era un po' più rigida rispetto al mattino.
"Apriamola comunque, ed andiamo a vedere di cosa si tratta...tanto per
non avere rimorsi dopo", ho poi deciso.
Ed in effetti la situazione era davvero chirurgica, e meno male che
siamo intervenuti: c'era una appendicite retrocecale (probabilmente
cronica e ricorrente), accompagnata da estesissime aderenze, che
avevano causato due volvoli ileali. La donna era chiaramente occlusa,
e siamo arrivati appena in tempo per prevenire la necrosi intestinale.
Abbiamo eseguito l'appendicectomia; abbiamo liberato le aderenze ed
abbiamo derotato i due volvoli.
E' stato un intervento lungo, ma fortunatamente non è stato così
difficile con le aderenze e con i volvoli. L'appendice retrocecale ci
ha dato qualche preoccupazione, ma poi siamo riusciti a
toglierla...soprattutto non abbiamo causato alcuna perforazione
intestinale.
All'uscita della sala operatoria gli infermieri della notte mi hanno
semplicemente chiesto: "e allora?"
Ho loro spiegato la situazione della paziente nei dettagli e poi ho
semplicemente detto: "il malato ha sempre ragione, ed io sono stato
superficiale a non crederci".
Fr Beppe
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