Mohamed, un uomo proveniente da Marsabit, è stato ricoverato con sintomi classici della peritonite diffusa. Dal dolore epigastrico alla palpazione, io pensavo si trattasse di ulcera duodenale perforata.
L’eco dimostrava infatti liquido libero in addome. Nuovamente siamo entrati in sala con procedura d’emergenza ed abbiamo operato senza sapere bene quello che ci sarebbe toccato affrontare (davvero una laparatomia esplorativa).
Anche per lui la diagnosi iniziale non era corretta: non si trattava infatti di un’ulcera perforata, ma di una terribile forma di peritonite da appendicite perforata retrocecale. Mohamed non ha avuto perforazioni intestinali; purtroppo però, una cotenna aderenziale ha causato una breccia nella parete vescicale. Abbiamo fatto l’appendicectomia con qualche difficoltà, ed in più abbiamo dovuto riparare la vescica. Mohamed sta andando bene. Ieri gli abbiamo tolto il sondino nasogastrico ed oggi abbiamo iniziato a dargli un po’ di thè e semolino. Mi pare che anche lui sia fuori pericolo. Lo dimetteremo tra alcuni giorni, alla rimozione dei punti e del catetere vescicale.
Gitonga, un uomo sulla cinquantina, pure lui come gli altri, aveva i sintomi classici dell’addome acuto. L’unico elemento di rilevo nella sua storia clinica passata era una erniorrafia inguinale destra alcuni anni prima. All’intervento ci siam trovati di fronte ad una enorme ernia interna con circa un metro di ileo incarcerato da aderenze, e completamente necrotico. Cercando di “srotolare” il volvolo che si era formato, ci siamo resi conto che si trattava di una necrosi dell’ileo che coinvolgeva anche l’ultima ansa. E’ stato quindi necessario eseguire un’ampia resezione ileale con rimozione del cieco ed anastomosi ileo-colica sull’ascendente. Gitonga al momento sta avendo un post-operatorio normale e pare senza complicazioni.
Fr. Beppe Gaido
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