La donna urla di dolore; c'è tanto meconio come spesso capita nelle presentazioni podaliche. Per fortuna però il battito cardiaco fetale è buono.
Visito la paziente, ma sento che il podice del bimbo è ancora alto. La cosa mi scoraggia e quasi penso che comunque si debba andare in sala per il cesareo.
Poi però la mamma ha una forte spinta e il sederino del bimbo scende quasi al piano perineale.
A questo punto parto con le manovre del parto podalico: era un po' che non lo facevo, ma certe cose non si dimenticano, è come andare in bicicletta; dopo un attimo, riprendi tutta la tua competenza e sicurezza.
Afferro l'inguine del nascituro, e questo mi permette di far uscire prima il podice e poi le gambine.
Poi continuo a trazionare mentre la mamma spinge: libero prima la spalla superiore e poi quella inferiore.
A questo punto bisogna girare il bambino, metterlo a schiena in su e con la faccia rivolta verso l'osso sacro della mamma.
Poi l'ultima manovra congiunta: la mano sinistra che tiene i piedini in alto, l'indice dalla mano destra nella bocca del bambino, per aiutarlo dolcemente, con un movimento rotatorio a venire alla luce.
Tutto questo avviene in pochissimi secondi.
Dapprima il bimbo è cianotico, ma noi lo stimoliamo, aspiriamo le secrezioni, lo sculacciamo...ed in pochi secondi lui si mette a piangere in modo vigoroso.
La mamma è esausta e non sa neppure sorridere, ma so che è molto contenta.
In meno di 45 minuti posso tornare in camera.
Sono davvero contento di questo parto!
E’ sempre dura essere chiamato di notte per un cesareo.
Però, il momento in cui si tira fuori dal ventre materno una creatura vivace e scalpitante, che urla a squarciagola e ti fa la pipì addosso
mentre la passi all’assistente di sala, è davvero esaltante e commovente. Ti senti un po’ partecipe della gioia di quella donna; ti pare di aver fatto veramente qualcosa per lei e per il figlioletto... onestamente, un po' ti senti anche papà!
Fr. Beppe Gaido
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