mercoledì 8 marzo 2023

8 Marzo

Oggi è l’8 marzo ed intendo porgere i miei più sentiti auguri a tutte le donne che leggono il blog, a tutte le volontarie ed a tutte le sostenitrici dei nostri progetti.
Da quando sono in Africa, la mia stima per la donna, per la sua forza e la sua indomabile dedizione ai valori più importanti della vita sono cresciuti in modo esponenziale.
Tante sono le figure femminili che mi hanno profondamente colpito negli anni della mia presenza in Kenya. La donna africana è come un monumento di pazienza, di laboriosità e di fedeltà di cui non puoi che essere profondamente impressionato.
Spesso, guardandomi intorno, quasi mi vergogno di essere un uomo, considerando lo stile di vita medio del cosiddetto “sesso forte”.
In Africa generalmente viviamo in società in cui il vero pilastro è la donna; nessuno potrà esaltare abbastanza l’operato ed il valore delle “mamme”, che sono quelle che si alzano al mattino prima di tutti, vanno a mungere la mucca quando è buio, preparano la colazione per il marito ed i figli ancora addormentati, accompagnano i bambini a scuola e vanno nei campi con la “panga” a fare tutti i lavori necessari; tornano a casa la sera a lavare la biancheria e preparano la cena al marito e ai piccoli; se i bimbi sono malati, sono sempre loro a correre in ospedale per salvarli dalla morte.
In occasione della festa della donna è immediato per me ripensare a tante mamme ricoverate anche ora nel nostro ospedale per una malattia dei loro bambini.
Sono lì totalmente donate alla loro creatura: la vegliano, la custodiscono, la ripuliscono, la allattano. Soffrono con i loro piccoli quando facciamo loro del male, per esempio per incannulare una vena, o quando quotidianamente dobbiamo eseguire una dolorosissima medicazione per la cura di un'ustione. Rivedo tante “mie” donne che alla fine sanno sempre placare il loro piccolo e spesso il seno è la medicina migliore per tutti i dolori.
Ricordo mamme allattare in posizioni da contorsionista mentre il bimbo piange disperatamente durante una procedura chirurgica od una iniezione.
Ripenso a tutte le volte in cui vorrei ascoltare il torace di un paziente pediatrico, ma il pianto forsennato mi impedisce di sentire.
Poi la mamma gli offre il seno, e, come per incanto, il bimbo si dimentica di quella ‘brutta faccia’ di uomo-bianco che tanta paura gli aveva fatto pochi minuti prima.
Il piccolo inizia a succhiare animatamente; i suoi occhi vagano nello spazio senza fissare alcun punto in particolare; ed il mio fonendoscopio, quasi per magia, può posarsi sulla sua schiena senza provocare reazioni di pianto. La visita diventa facile e veloce, ancora grazie alla mamma.
Il potere dell’amore materno! Pensare a questo sempre mi confonde e mi fa bene. Vorrei saper imitare la dedizione, la costanza e la forza di tale amore!
Però, quando i bimbi stanno meglio, sono capaci anche di giocare con loro. Si fanno schiaffeggiare con dei buffetti sulla guancia; fan finta di morsicare il mento della loro creatura; ingaggiano piccoli inseguimenti.
In ospedale di papà ne vediamo molto pochi: capita qualche volta di ricoverare un padre insieme al figlio piccolo, ma questa è un'eccezione piuttosto sporadica.
L'amore di una madre non si può eguagliare. Lo si può solo emulare molto lontanamente. Un amore fedele, fatto di dedizione e sacrificio, fino a donare la vita per i figli.
Buona festa a tutte le donne!

Fr. Beppe Gaido


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