martedì 13 settembre 2022

Alta morbidità

Dall’inizio dell’anno abbiamo eseguito 7 prostatectomie.
Quattro casi hanno avuto un post-operatorio abbastanza normale.
Un paziente ha sviluppato enormi coaguli in vescica ed ha dovuto essere riportato in sala per ben due volte.
Un altro caso ha avuto deiscenza della ferita chirurgica per due settimane, ma poi fortunatamente tutto si e’ risolto bene.
Un altro operato ha dimostrato delle irregolarita’ della mucosa a livello del lobo medio, irregolarita’ che si estendevano alla mucosa vescicale: l’istologico ha rivelato trattarsi di un carcinoma vescicale con estensione sulla mucosa del lobo medio della prostata.
Non e’ morto nessuno e tutti e 7 sono stati dimessi.
Il post-operatorio e’ stato comunque difficile per tutti, con vari episodi di coaguli che ostruivano il catetere nonostante il lavaggio continuo; qualche paziente ha sviluppato urina purulenta per vari giorni nonostante antibiotici ad ampio spettro; un operato ha complicato con emorragia uretrale dopo la rimozione del catetere in ottava giornata. In un caso abbiamo dovuto trasfondere il malato varie volte.

La nostra piccolissima esperienza a Matiri, dove non facciamo molte prostatectomie, ancora una volta dimostra che questo è comunque l’intervento con la piu’ alta morbidità.
Cio’ e’ dovuto in parte all’eta’ stessa del paziente (sono chiaramente molto anziani), in parte alle varie comorbidita’ (due degli operati di quest’anno per esempio erano anche diabetici).
Il post-operatorio e’ quindi molto esigente per il personale di reparto (mantenere il lavaggio continuo; provvedere alle lavature vescicali ogni qualvolta il catetere si blocchi; la lunga permanenza a letto con il rischio di trobosi venosa profonda, le medicazioni, l’igiene a letto).
La difficolta’ inerente alla prostatectomia non e’ quindi tanto l’intervento stesso che ormai facciamo in 45 minuti senza troppe ansie... l’ansia comincia in reparto subito dopo la sala, e dura finche’ il malato va a casa. Qualcuno va male da subito con sanguinamento e coaguli; altri vanno benissimo finche’ hanno il lavaggio continuo, e poi si mettono a sanguinare come dei vitelli per la caduta l’escara dopo l’asportazione del catetere.
Anche per quanto riguarda la complicazione dissociativa dopo anestesia spinale, la prostata e’ al primo posto: e’ frequente che un vecchietto, normale prima dell’intervento, diventi confuso e violento, tanto da strapparsi il catetere e la flebo dopo la spinale. Per fortuna anche questa complicazione e’ autolimitante ed i nonnini ritornano in se’ dopo pochi giorni.
Stamattina abbiamo fatto l'ottava prostatectomia e quindi ricomincia per me la settimana ansiogena del post-operatorio: è andato tutto bene in sala, ma già mi hanno chiamato per un blocco del catetere da coaguli nel tardo pomeriggio. Incrociamo le dita e speriamo in bene.
In conclusione, possiamo dire che la prostatectomia non e’ un’operazione estremamente difficile, ma il post-operatorio e’ davvero complicato.

Fr Beppe Gaido



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