Da ieri continuiamo a ricevere casi di ferite da arma da fuoco, dalla lontana Marsabit.
La ragione non la conosco bene: sembra si tratti di razzie di bestiame tra etnie diverse.
Sono ferite esposte, con ossa maciullate ed esplose.
Per tutti questi pazienti è appena iniziato un lungo calvario, che includerà toelette chirurgiche, fissatori esterni e solo dopo che
l'infezione sarà controllata ed i tessuti molli guariti, potremo pensare a fissazioni interne definitive.
In almeno un caso dubitiamo di poter salvare la mano, ma faremo del nostro meglio.
Queste sono emergenze che vengono ad aggiungersi a liste operatorie già molto onerose.
In sala lavoriamo non stop, dal mattino alla sera tardi e senza neppure una pausa pranzo, ma i pazienti in arrivo sembrano sempre più numerosi di quelli che siamo riusciti ad operare. E' sempre una lotta
contro il tempo: vorremmo operare subito, ma spesso i pazienti aspettano anche 48 ore prima dell'intervento.
Fr. Beppe Gaido
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