Per fortuna non sono molto frequenti, ma negli ultimi mesi ne abbiamo avuto due: una era una frattura del gomito ed un altra del femore prossimale.
In genere l'arma è un fucile.
Sono fratture complicate, in cui l'osso scoppia in mille frammenti.
La pallottola è inoltre rovente ed ai danni ossei si associano ingentissimi problemi ai tessuti molli, quasi come in una ustione.
I rischi di infezione sono altissimi in quanto si tratta di fratture esposte, con importante contaminazione del terreno su cui il paziente è caduto o si è trascinato.
L'iter terapeutico è in genere lunghissimo: si inizia con generose toelette chirurgiche e si instaurano antibiotici ad ampio spettro.
All'inizio si sceglie la fissazione esterna, cercando di conservare il più possibile l'allineamento dei capi di frattura. Il paziente viene poi dimesso e medicato a domicilio finche i tessuti molli guariscono completamente.
Bisogna poi togliere il fissatore esterno e passare ad una fissazione interna con vari tipi di infissi: questa operazione è in genere molto complessa, sia perchè la frattura pluriframmentaria da pallottola genera anche significative perdite di osso, e sia perchè bisogna rimuovere un sacco di callo osseo abnorme, con rischi di sanguinamento.
Quasi sempre è necessario pure impianto osseo.
Oggi abbiamo terminato il nostro iter terapeutico con una persona ferita a giugno: era la quarta volta che lo portavamo in sala.
E' stato un lavoro molto difficile, ma ci auguriamo che ora il paziente possa camminare e non richieda altre operazioni.
PS: nella foto la mia prima operazione a Matiri nel luglio 2019. Era una frattura di radio e ulna.
Fr Beppe
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