L'ultima settimana è stata molto complessa dal punto di vista delle emergenze. Abbiamo infatti avuto due occlusioni intestinali, e purtroppo in entrambi i casi si trattava di tumori del colon che ci hanno richiesto impegnativi interventi di emicolectomia. Le operazioni sono durate quasi quattro ore ciascuna, ed hanno succhiato gran parte delle mie energie. Ma l'esito finale mi ha incoraggiato molto, pur attendendo ancora l'esito dell'istologico.
Una di queste occlusioni è arrivata domenica mattina, e mi ha quindi impedito di andare a Messa ma so che quel giorno la mia Eucarestia è stata il corpo di quella donna che sarebbe morta senza l'operazione urgente.
Ieri poi abbiamo avuto un caso di ernia femorale incarcerata ed irriducibile in una bambina di appena due anni.
E' arrivata in ospedale dopo le 18, quando eravamo già molto stanchi, dopo una lista operatoria esigente. L'ernia era irriducibile dal mattino e la bambina piangeva moltissimo e non mangiava.
La tentazione è stata quella di dire che avrei operato al mattino; mi sentivo molto stanco.
Ma poi ho capito che la mia era una scelta egoistica: non era focalizzata sul bene della bambina, ma sul mio bisogno di riposare.
I sensi di colpa sono arrivati subito, ed ho cambiato il mio piano terapeutico: intervento d'urgenza subito.
Meglio stremato, ma senza rimorsi!
Lo staff è stato molto collaborativo e generoso e per le 21 eravamo fuori della sala.
La bambina stava bene ed era sveglia.
L'intervento è andato liscio e l'ansa intestinale incarcerata era vitale. L'abbiamo ridotta ed abbiamo fatto una erniorrafia semplice.
Se avessimo aspettato l'indomani ad operare, forse sarebbe stato troppo tardi, forse la bimba sarebbe stata peritonitica ed avremmo dovuto ricorrere a resezione intestinale, con rischi chirurgici ben più elevati.
Sono molto felice per questa stupenda bimba che ora succhia al seno di sua mamma.
Le emergenze sono sempre molto esigenti dal punto di vista emotivo, ma poi ti lasciano un grande senso di pace e di realizzazione.
Fr. Beppe
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