Sabato è stata una giornata campale, sia in ospedale che soprattutto in sala operatoria.
Uno di quei giorni che ti fanno sentire davvero un medico missionario!
In sala a partire dalle 8 di mattina e fino alla sera alle 18, con circa 5 minuti per trangugiare un po' di pranzo...e lo fai non per i soldi, ma per aiutare la gente, ed i poveri soprattutto.
Anche oggi l'ortopedia l'ha fatta da padrona, ma pian piano stanno facendo capolino anche altre specialità chirurgiche: oggi, oltre a una amputazione di arto inferiore ed una dislocazione di ginocchio, abbiamo infatti operato anche una miomectomia ed una conizzazione di cervice uterina.
La storia del ragazzo di 15 anni che ho amputato oggi al di sopra del ginocchio, è davvero triste: ricoverato altrove con frattura di femore e poi abbandonato in un letto per 8 giorni, in attesa che la sua famiglia trovasse i soldi per acquistare il chiodo endomidollare che avrebbe risolto il suo problema.
Poi la situazione è precipitata.
La gamba è diventata fredda come la morte ed ha iniziato a gonfiare paurosamente. In quell'ospedale hanno fatto una fasciotomia d'urgenza, ma ovviamente era troppo tardi.
Hanno quindi dimesso il paziente ed hanno detto ai parenti di scegliere un ospedale dove il ragazzo avrebbe potuto essere aiutato...naturalmente senza dire loro quello che invece hanno scritto nella lettera di dimissione: "gangrena dell'arto inferiore con assenza di polso popliteo, tibiale e pedidio".
I parenti hanno scelto Matiri e sono rimasti sconvolti quando a loro ho detto che l'arto era morto e che bisognava amputare.
Ovviamente sono molto poveri, non hanno assicurazione sanitaria e non possono pagare l'ospedale.
Ho detto comunque di ricoverare il ragazzo, senza chiedere alcuna caparra.
L'altro problema è stato il sangue: il paziente era infatti anemico, con emoglobina di 5 grammi e noi non avevamo sangue in ospedale.
I parenti inoltre sono andati in negazione freudiana, e non hanno firmato il consenso all'amputazione.
Venerdì quindi non ho potuto amputare, ma ho attivato l'ospedale per trovare un po' di sangue. L'impresa è stata difficilissima ed alla fine mi sono trovato con una sola sacca di sangue.
La gangrena è peggiorata rapidamente e la puzza di carne morta ha infestato l'ospedale.
Anche questo purtroppo ha aiutato i parenti a decidere, e sabato abbiamo avuto il consenso all'intervento. Ovviamente bisognava intervenire subito, senza opporre la scusa del week end. Aspettare oltre avrebbe significato la morte del paziente.
Amputazione difficilissima, con piani anatomici modificati dall'infezione e dall'edema; paziente instabile dal punto di vista anestesiologico a motivo dell'anemia (abbiamo trasfuso l'unica sacca a disposizione in sala operatoria).
Comunque alla fine possiamo dire che il paziente è vivo e che la triste decisione di amputarlo a 15 anni di età è stata l'unica possibile.
Ho promesso al padre disperato, che dopo l'intervento piangeva come un bambino, che lo avrei aiutato sia per le spese ospedaliere che per trovare in futuro una protesi per il suo ragazzo.
Ho una sensazione mista nel cuore: da una parte sono contento di aver amputato perchè altrimenti il paziente sarebbe morto di setticemia; dall'altra sono molto triste al pensiero che con un chiodo di Sign inserito al momento opportuno, subito dopo l'incidente, questo paziente oggi sarebbe in grado di camminare ed avrebbe entrambe le gambe.
Fr Beppe
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