lunedì 29 novembre 2021

Le piogge e la semina

In una società agricola come la nostra, tutti aspettano le piogge con ansia.
La stagione umida porta con sè la possibilità di raccolti e quindi fa svanire dall’orizzonte lo spettro della fame.
Quando la gente vede le prime precipitazioni e spera che esse continuino, il campo diventa la preoccupazione principale: bisogna dissodare, arare, seminare. Poi, dopo due settimane circa occorre diserbare (con la panga e piegando la schiena), per evitare che la gramigna si mangi tutto l’humus e non ci sia nutrimento a sufficienza per le pianticelle seminate di recente.
Anche chi è malato in genere, se può, posticipa l’ospedale e va a piantare le sementi nella propria shamba, a meno che la malattia sia del tutto urgente e non dilazionabile.
Il lavoro agricolo ha la precedenza su tutti i problemi di salute cronici e pianificabili: una carie dentaria può attendere, se non è più che dolorosa. 


Un intervento chirurgico programmato lo si posticipa, magari dopo il raccolto, quando in tasca c’è qualche soldo in più. Una gastrite può aspettare! Soltanto per le urgenze, gli incidenti o per la maternità l’ospedale ha la priorità sui lavori agricoli!
A Matiri la siccità è stata prolungata, ma da quattro giorni ha iniziato a piovere anche qua.
Qui si coltivano praticamente solo legumi. A pochi chilometri da Matiri si coltiva invece il miglio.
Pure qui quindi i campi si stanno riempiendo e l’ospedale ha un po’ di pazienti in meno...ma non ce ne accorgiamo tantissimo, in quanto l’ottanta per cento dei nostri malati ha fratture complesse, per cui non si può aspettare.

Fr Beppe

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