sabato 20 marzo 2021

Gestosi gravidica

Sono le 3 di notte quando il cercapersone mi sveglia. Inutile deprimersi: questa è la mia vita e non ci sono altri che possano essere chiamati al posto mio “Vieni a vedere una donna che ha convulsioni!”
Penso ad una emergenza medica e spero di tornare a letto velocemente.
Invece trovo una donna gravida a termine, in preda a continue convulsioni ed in stato di agitazione psicomotoria grave. La sua pressione è estremamente elevata a 240/150, ed il suo corpo è generalmente tutto gonfio.
Cerchiamo di inserirle un catetere e di prepararla per la sala: vorremmo fare un’esame dell’urina per poter diagnosticare se ci sono proteine, ma ne ricaviamo solo sangue.
Chiamiamo l’anestesista all’istante perchè il cesareo di emergenza è l’unica possibilità di salvare quella donna e forse anche il suo bambino.


Non è possibile preparare la donna per la sala fino all’arrivo dell’anestesista: siamo in quattro a tenerla, ma lei si contorce come un serpente nel suo coma agitato.
Poi finalmente l’anestesista arriva e seda la donna in sala parto per la necessaria preparazione preoperatoria e per il magnesio solfato che infondiamo subito al fine di controllare le convulsioni. Per la pressione usiamo idralazina endovena, unico farmaco a nostra disposizione
Entriamo quindi in sala, e l’anestesista approfondisce la sedazione, pregandomi di estrarre il feto molto rapidamente, al fine di evitare che l’anestetico danneggi le sue funzioni respiratorie.
Ma la donna ha un’altra convulsione sulla barella dell’antisala ed espelle il feto con parto naturale.
Cambiamo rapidamente il nostro piano di lavoro: estraiamo la placenta e rianimiamo il bambino.
Le sue condizioni respiratorie fanno rabbrividire. E’ inoltre molto piccolo, anche se appare completamente a termine: forse l’ipertensione in gravidanza è durata per vari mesi ed ha causato una cronica ipossia che ha condannato il piccolo ad un importante ritardo di crescita.
Purtroppo la mamma non era mai andata per alcuna visita di controllo prenatale: se lo avesse fatto, forse si sarebbe potuto sapere in precedenza del suo disturbo ipertensivo, e qualcosa si sarebbe potuto fare per prevenire l’attacco eclamptico.
Rianimiamo il neonato e lo mettiamo in incubatrice: contro ogni nostra aspettativa il bimbo pian piano migliora, ed ora, a distanza di circa 24 ore dal parto, è in condizioni stabili.
Con la mamma invece non ce l’abbiamo fatta.
Le convulsioni sono state controllate dal magnesio solfato, ma lei è rimasta in coma. La pressione è rientrata, ma non avevamo urina nel sacchetto del catetere: l’ipertensione deve aver danneggiato i reni.
Seguiamo quella bella ragazza di appena 20 anni per varie ore. Il prossimo sistema a collassare è stato quello respiratorio. Si è verificato edema polmonare con respiro gasping. Abbiamo intubato, ma, non avendo ventilatore, abbiamo bloccatto l’anestesista a pompare con
ambu.
Poi è stata la volta del cuore. Abbiamo massaggiato a lungo, abbiamo usato adrenalina, ma alla fine il cuore si è fermato.
Abbiamo informato il marito, ed è stata la parte più dura: ha perso la moglie ed ha un neonato a cui pensare.
Che mistero sono la gravidanza ed il parto!
La gravidanza ed il parto naturale sono naturali e fisiologici solo per modo di dire: sono naturali quando si ha la fortuna che vada tutto bene; non ci sono però gestazioni o parti privi di rischi. Le complicazioni sono alle porte e non sempre sei in grado di gestirle, persino in ospedale: ecco perchè ostinatamente chiediamo alle nostre donne di afferire alla clinica prenatale e di non partorire a casa.

Fr Beppe Gaido



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