Alzarsi da letto alle 6.30 come uno zombi perchè ieri hai finito tardissimo.
Andare a Messa con un passo da novantenne, tanto sei stanco.
Sapere che la lista programmata degli interventi inizia alle 8, e dopo messa praticamente si inizia subito.
E poi correre, correre e ancora correre tutto il santo giorno: interventi lunghissimi e difficoltosi (oggi 6 ore per due interventi), coda di pazienti che ti aspettano ogni volta che metti il naso fuori dalla sala, ecografie e gastroscopie a ripetizione.
Finire l'ultimo cliente ambulatoriale dopo le 18 e poi renderti conto che in cappella crolli letteralmente dal sonno e fai un pisolino tra una ave maria e l'altra del rosario, lottando con gli occhi che continuano a chiudersi.
Dopo cena poi, trascinare i piedi per il controgiro serale in ospedale, sperando che le visite ed i nuovi ricoveri non siano tanti.
Sentire una depressione profonda quando i malati sono bisognosi ed hanno bisogno di te..e sono già passate le 22!
Questa è ormai la mia vita a Matiri praticamente tutti i giorni...niente di nuovo sotto il sole: a Chaaria era ancora peggio, ma ora forse sento di più la stanchezza perchè divento vecchio.
Devo accettare anche questo.
Fr Beppe Gaido
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