Le giornate scorrono veloci, quasi non sai piu' in che giorno vivi. Lunedi', sabato o domenica sono piu' o meno la stessa cosa.
La stanchezza e' tanta, ma e' forte il desiderio di donare il massimo, possibilmente con il sorriso sulle labbra e senza lasciar trapelare il tuo sfinimento: il paziente infatti non sa che non ce la fai piu'. Lui ha i suoi problemi e pensa che tu li possa risolvere. Non sarebbe giusto far pagare a lui il fatto che sei stremato.
L'ascesi del sorriso, come Chiara Lubich la chiama, e' a volte cosi' difficile ed esigente. Non e' un gioco sentire la morte dentro e donare agli altri un servizio empatico e pieno di amore.
Pero' io ci credo ed e' quello che mi sforzo di fare ogni giorno.
Non sempre ci riesco, ma, dopo ogni caduta, rinnovo mio impegno, e continuo a provarci.
Quando alla sera faccio il mio esame di coscienza, gioisco interiormente, se sono riuscito ad accogliere i pazienti con amore, rispetto e gentilezza.
Sento invece acuto dolore ogni volta che ho la percezione di non essere stato buono o paziente con chi mi sciorinava i suoi problemi.
E' una lotta quotidiana, caratterizzata da vittorie e sconfitte.
Oggi voglio semplicemente rinnovare il mio impegno di amore incondizionato per i poveri ed i sofferenti e di servizio fino al sacrificio della vita.
A volte ci riesco e ne ringrazio Dio.
Talvolta sono povero e non ci riesco; tratto male quei malati che sono la mia stella polare e la mia ragion d'essere...ed allora chiedo perdono a Dio, e spero di fare meglio il giorno dopo.
L'impegno c'e' sempre. I risultati invece non ci sono sempre.
Ma caparbiamente mi voglio impegnare in questa direzione e so che con l'aiuto di Dio nulla e' impossibile.
Fr Beppe
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