Operiamo dal lunedì al sabato e magari anche la domenica mattina. Altra cosa piuttosto costante in questo periodo è di non riuscire a finire la lista operatoria, vuoi perchè gli interventi sono tanti; a volte si complicano e diventano più lunghi del previsto, e vuoi per le innumerevoli emergenze che si intrufolano e ci sballano i piani di lavoro.
Ieri sera è successa ancora una volta una scena molto frequente che mi pesa molto sul cuore ogni volta che capita. Avevamo operato tanto ed i casi erano andati tutti bene: avevamo anche salvato la vita di una persona con una gravidanza extrauterina, che ovviamente non era in lista ma aveva avuto precedenza assoluta all'intervento.
Anche ieri l'ultimo paziente del proramma operatorio era stato rimandato (era troppo tardi per un intervento così lungo!) e gli avevamo mandato a dire di mangiare. Lo avevamo assicurato che sarebbe stato operato questa mattina: lui, invece di comprendere la nostra stanchezza, e di apprezzare il fatto che lo avremmo operato comunque, mi ha atteso davanti alla porta della sala per esprimemi in modo piuttosto "vivace" il suo disappunto per essere stato rimandato.
Stanco come ero, è stato difficile per me controllare i nervi e gli ho risposto che noi lavoriamo al massimo, dal mattino alla sera, inclusi i week end, e che più di così non riusciamo a fare. Ci sono rimasto proprio male: possibile che non capiscano quanto lavoriamo e quanto ci sacrifichiamo per loro?
Ogni uomo è davvero un'isola e si crede sempre il centro del mondo. La tentazione è stata forte di dimetterlo e di dirgli che non lo avremmo più operato...ma mi sono contenuto. Il suo caso era pietoso: cicatrici deturpanti e contratture post ustione su tutta la gamba destra. Non potevo mandarlo via senza intervento.
Ho mandato giù la saliva e non ho risposto.
Più tardi gli ho mandato a dire che avremmo fatto l'intervento oggi, e così è stato .Naturalmente questa sera il paziente è contento, nonostante l'inevitabile dolore post-operatorio. Il grazie forse ce l'ha nel cuore, ma non lo esprime. Ha saputo esprimere la sua rabbia e la sua frustrazione ieri sera. Oggi non sa verbalizzare la riconoscenza, che probabilmente prova interiormente.
Pazienza!
La ricompensa l'avremo dal Signore e non dagli uomini.
Fr Beppe
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