martedì 5 maggio 2020

Toglimi quelle medicine

L’episodio più gustoso della giornata di ieri è avvenuto dopo cena, quando stavo facendo il giro serale.
Sono passato in sala parto perchè ero un tantino preoccupato per una gravida a cui avevo indotto il travaglio con il misoprostol sin dal nmattino.
L’ho trovata in preda a doglie fortissime, ma con una dilatazione cervicale che non era quella che mi aspettavo. Onestamente avrei sperato che avesse già partorito.
Appena mi ha visto, la donna mi ha afferrato per un braccio, e, attribuendo il dolore insopportabile alla medicina che avevo inserito nel suo corpo, continuava a ripetermi: “toglimela, toglimela”.
Ho tentato di fale capire che due piccole compresse inserite nell’organismo varie ore prima erano certamente scomparse e completamente dissolte nel suo sangue.
Lei però insisteva e diceva che la medicina gliela dovevo togliere comunque, perchè il dolore era troppo.
Ho tentato un piccolo trucchetto, che per altro sarebbe risultato molto utile dal punto di vista clinico, e le ho rotto le membrane: ne è fuoriuscito liquido amniotico chiaro e senza problemi.
La cosa da una parte mi ha rassicurato sul fatto che il travaglio stava comunque procedendo bene ed insieme mi ha dato la possibilità di dire a quella mamma che con le acque era uscita anche la medicina: ora quindi gliel’avevo tolta!
La mamma però ha ribattuto: “non è vero! Toglimela: voglio vedere la compressa! Adesso comunque stai con me finchè nasce mio figlio...non lasciarmi sola!”.


Ero un po’ disperato a quella richiesta perchè nella mia ultima visita avevo trovato una dilatazione di appena tre centimetri. Ci sarebbero volute ancora molte ore! Le contrazioni mi sembravano comunque troppo forti e mi chiedevo perchè la cervice non si fosse ancora dilatata dal mattino.
Ho quindi deciso di provare con un buscopan in vena, non per fermare le contrazioni (necessarie per il parto), ma per rilassare un po’ quella cervice e permettere dunque una dilatazione un po’ più veloce.
Subito dopo aver iniettato il farmaco (che ovviamente dà anche secchezza delle fauci), la mamma mi ha chiesto un bicchiere d’acqua.
Mi sono allontanato per pochi minuti e sono tornato con quello che lei mi aveva chiesto.
Ha bevuto avidamente e subito dopo mi ha detto: “sento le spinte e mi pare che il bambino stia nascendo”.
“Ma figurati. Non è possibile! Dieci minuti fa avevi tre centimetri di dilatazione. Ci vorrà ancora un po’ di tempo ed un po’ di pazienza da parte tua. Lo so che soffri, ma è così”.
Lei però è corsa sulla barella, ha dato due spinte, e, sotto i miei occhi sgomenti, è apparsa la testa del bambino.
Ho avuto appena il tempo di chiamare l’infermiera ed il piccolo era già nato...un bel maschietto senza problemi e con un pianto vigoroso.
L’infermiera della notte, esterrefatta quanto me, ha semplicemente detto: “davvero un parto precipitato!”.
Per fortuna comunque non ci sono state complicazioni per la mamma che non ha sanguinato nel post-partum ed oggi è andata a casa senza problemi.
Salutandomi, ha sorriso sorniona.
Evidentemente ricordava con ilarità la sceneggiata della sera prima, che oggi ci faceva sorridere solo perchè ha avuto un lieto fine.

Fr Beppe

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