martedì 24 marzo 2020

Accoltellamento serale

Sono le 18.30 ed avrei davvero bosogno di staccare un attimo.

E' da stamattina alle 8 che corriamo, ed anche la pausa pranzo è stata di 5 minuti.
Mentre già penso di potermi rilassare un attimo prima di andare a pregare, vengo chiamato in ambulatorio; chi richiede la mia presenza ha la faccia tesa e l'espressione del viso alquanto scossa: "Beppe, vieni che ci sono emergenze!"
Naturalmente non mi faccio attendere. Nello studio dei clinical officers mi ritrovo davanti due persone insanguinate che giacevano in barella in preda ad un forte dolore. Sono entrambi ubriachi, e, sotto i fumi dell'alcool, si sono accoltellati a vicenda.
Il vecchio è quello che se l'è vista più brutta: ha una pugnalata nel bel mezzo dell'addome, proprio in regione ombelicale, e dalla ferita fuoriescono abbondantemente le anse intestinali.
Il giovane piange dal male, ma onestamente è meno grave: si è preso una coltellata sulla coscia che obiettivamente ha leso solo il muscolo e non ha interessato vasi sanguini, ed una ferita da taglio sul braccio, che comunque lui riesce a muovere bene.


E' sempre un dramma decidere a chi dare la priorità, ma onestamente abbiamo solo due mani e lo staff non è davvero molto a quest'ora della sera.
Ci pare di dover dare priorità all'anziano ubriacone perchè è il più grave.
Entriamo in sala in pochi minuti e ci accingiamo ad una complessa operazione di chirurgia addominale. Ha parecchie perforazioni intestinali: alcune riusciamo a suturarle, mentre per altre bisogna ricorrere alla resezione ed anastomosi del viscere.
L'operazione si protrae per oltre due ore, ma va molto bene. Credo che il paziente se la caverà.
A questo punto, un infermiere si ferma in "sala 1" a chiudere la cute, mentre io vado in "sala 2" per suturare il secondo ferito.
Non so chi sia l'assalitore e chi l'assalito, perchè il coltello ce lo avevano entrambi, e tutti e due hanno tentato seriamente di fare del male all'altro.
Finisco il secondo paziente che sono quasi le 22.
Quando porto le cartelle in reparto con i piani terapeutici post-operatori, mi rendo conto che, per ironia della sorte, ora i "duellanti" sono vicini di letto: non c'erano altri posti disponibili.
Ho quindi dato indicazioni chiare al personale della notte di tenere gli occhi ben aperti, per vedere come si comporteranno, l'uno nei confronti dell'altro, quando l'anestesia e la sbronza saranno passate per entrambi.

Fr Beppe

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per il commento.

POST IN EVIDENZA

I HAVE A DREAM

  Sono sempre stato un sognatore. Tanti sono stati i modelli che mi hanno aiutato a continuare a sognare: tra tutti cito Martin L...