sabato 16 novembre 2019

Senso di fallimento

Ieri mattina la giornata in sala è stata "agitata" da una grossa emergenza: un addome acuto in un bambino di 5 mesi e mezzo.
L'addome era disteso; la lastra dell'addome diretto dimostrava anse dilatate; l'esplorazione rettale una massa che arrivava al sigma.
Il bimbo era stato ricoverato poche ore prima e quindi possiamo con fiducia dire che non abbiamo causato alcun ritardo.
Il problema è che questo paziente aveva accusato gli stessi sintomi da una settimana e purtroppo in vari dispensari tutti avevano sempre e solo pensato ad una infezione intestinale da ameba. Era quindi molto tardi quando abbiamo deciso di operare, anche se non per colpa nostra.
Abbiamo addormentato il bambino, usando solo l'ambu e ventilando a mano perchè il nostro ventilatore anestetico non funziona da mesi.
Peter, il nostro anestesista, è stato davvero bravissimo e coraggioso.
Si trattava di una lunga invaginazione intestinale, dalla valvola ileo-cecale al sigma.



La devaginazione è risultata molto difficile ed ha causato perforazioni coliche su un organo disteso e parzialmente necrotico.
Abbiamo perciò dovuto fare un'ampia resezione con anastomosi ileo-colica al trasverso.
E' stato molto impegnativo in un bimbo di circa 5 chili di peso corporeo, ma tutto è andato bene.
Pietro era molto preoccupato dalla febbre e temeva che già il piccolo fosse in sepsi.
Lo abbiamo coperto di antibiotici ed abbiamo sperato, con il cuore in gola.
Lo abbiamo visitato mille volte nelle prime ore del post-operatorio, e sembrava tranquillo. Lo stesso posso dire per l'ultima volta che l'ho visto alle 23: addome trattabile, non dolore e paziente sveglio.
Poi, alle 4 del mattino è arrivata la telefonata che non mi aspettavo: corri in ospedale ma il bimbo pare sia già morto.
Sono corso, vincendo la guerra con il sonno, ma non sono arrivato in tempo. Non c'era attività cardiaca nè respiratoria.
Il bimbo era già deceduto per ragioni a noi oscure: sepsi? alterazioni elettrolitiche?
Certo il ritardo nel giungere alla diagnosi ha contribuito all'esito funesto di questa storia che ha reso me e Pietro molto tristi per tutto il giorno.
Che strazio poi quella mamma disperata che si rotolava sul pavimento piangendo!
Ma la vita del medico è costellata anche di queste esperienze così dure da vivere!

Fr Beppe


1 commento:

  1. La vita di noi sanitari e costellata di tante soddisfazioni che ci da il fatto di aiutare gli altri ma a volte siamo sottoposti a vivere delle esperienze dire congee la morte ma non sono fallimenti è solo il normale evolversi di situazioni già troppo compromesse... Caro Fr. Beppe sei un angelo sceso dal cielo grazie per la tua opera.. il tuo servizio a Matiri salva il questo effimero mondo in cui viviamo

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Grazie per il commento.

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