giovedì 14 novembre 2019

Padre e figlio

Visito un signore piuttosto anziano a cui ho fatto un intervento per frattura di femore circa 6 settimane orsono.
Non va male. Le ferite chirurgiche sono guarite e lui riesce a camminare, pur avendo bisogno delle stampelle.
Potrebbe anche stare meglio, avere un callo osseo più solido, piegare le ginocchia maggiormente, ma la paura di aver male lo ha portato a camminare senza caricare e fidandosi troppo dei sostegni.
Gli ho consigliato di buttare le stampelle e di provare a caricare da solo, promettendogli che in tal modo il dolore pian piano migliorerà.
Mentre sto scrivendo la documentazione in cui richiedo un altro controllo a due mesi, la moglie entra con il prossimo paziente.
Le chiedo di aspettare, ma lei mi ricorda che il prossimo paziente è il loro figlio.
Guardo la lastra del ragazzo e rimango stupito dal fatto che anche lui è un mio paziente ortopedico, operato per frattura di femore e tibia.
Lui sta decisamente meglio del padre. Cammina senza stampelle e piega il ginocchio senza problemi. Non ha praticamente dolore.
A questo punto mi viene spontanea la domanda: "Eravate sullo stesso veicolo che ha avuto l'incidente?"
Il padre ride e mi ricorda la loro storia un po' rocambolesca: il figlio ha avuto un incidente di mototaxi e si è fratturato femore e tibia. Io l'ho operato con successo. 


Qualche giorno dopo, il padre è venuto a trovarlo in ospedale con un altro motociclo, ed è caduto a sua volta, fratturandosi il femore. E' stato quindi ricoverato ed operato prima ancora che il figlio venisse dimesso.
Strana storia di sfortune familiari, ma almeno con un lieto fine.

Fr Beppe




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