martedì 29 ottobre 2019

Povero tra i poveri?

Da sempre sono alla ricerca della condivisione di vita con i poveri.
Mi affascinano le parole di Charles de Foucauld che "vuole essere povero tra i poveri". Mi toccano gli insegnamenti di Padre Andrea Gasparino che ci ricorda che "solo i poveri comprendono i poveri".
Ma è ovvio che povero io non sono, anche se onestamente posso affermare di spendere la mia vita 24 ore su 24 nel servizio incondizionato dei poveri e degli ammalati.
Io ho un sacco di cose che loro non hanno: me lo ricordo quando faccio una doccia calda alla fine di una estenuante giornata di lavoro; me ne rendo conto quando manca la corrente elettrica e dobbiamo usare il generatore: quanta gente nelle baracche non saprà mai se la luce c'è o non c'è perchè a casa non ha nè elettricità nè pannello solare.
Lo sento ogni volta che sono seduto in macchina, mentre la strada è piena di persone che devono camminare per ore ed ore per raggiungere la loro meta.
E' ovvio che non sono povero quando posso prendere un aereo e tornare in Europa o andare negli Stati Uniti, e neppure lo sono quando scrivo al computer come in questo momento.


E' sempre un difficile equilibrio da realizzare: "povero tra i poveri" è certamente un grande ideale, ma per curare la gente ci vogliono anche tanti soldi.
Se avessi scelto la povertà assoluta in mezzo ai poveri, certamente darei una grande testimonianza, ma non potrei aiutare nessuno materialmente, nè tantomeno chirurgicamente.
Un ospedale ha spese enormi; la gestione di una sala operatoria costa un occhio della testa, e lo stesso dicasi per l'acquisto di un ecografo o di un gastroscopio; e che dire delle medicine e di tutto il resto.
Ecco quindi che povero è chi spende tutto quello che ha per i poveri ed i bisognosi: non si tiene nulla per sè, ma lo usa per chi è nel bisogno. Povero è chi non tiene per sè neppure il tempo ma è sempre a disposizione.
Noi abbiamo tanto strumentario costoso in ospedale, ma nulla è per noi: quello che abbiamo, lo usiamo esclusivamente per il servizio dei bisognosi.
Rimane poi il fatto che la mia povertà si esprime anche nel lavoro intenso e nella donazione del mio tempo, dei miei talenti, delle mie conoscenze e del mio lavoro, a beneficio dei bisognosi.
Indubbio è anche il fatto che tutto quello che ricevo con offerte e donazioni, lo impiego esclusivamente per il servizio degli altri.
In questo senso, spero di essere anche io "povero tra i poveri", anche se dormo in una casa in muratura e non in una capanna di fango

Fr Beppe


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