martedì 22 ottobre 2019

Buio pesto

Sono le 17, e sto quasi finendo il mio ultimo intervento.
Improvvisamente manca la luce.
So che qui il generato re non è automatico e gli addetti alla manutenzione possono essere lontani.
Mi metto quindi la torcia frontale continuo a chiudere la breccia operatoria, senza preocccuparmi più di tanto. Dopo tutto sono stato più di un mese senza scialitica!!!
Ci vogliono 35 minuti prima che il generatore venga attivato...ma ormai ne siamo abituati, e l’intervento era concluso.
Alla sera faccio il giro in reparto dopo cena al rombo del vecchio generatore.
Padre Emilio mi dice che potrebbe spegnersi da un momento all’altro, se il personale non si è ricordato di comprare diesel.
Vado comunque a letto quando ancora il motore del gruppo autogeno continua a consumare carburante.
La chiamata in sala parto arriva alle 5 di mattina.
Vado in bagno dopo essermi svegliato di soprassalto e provo ad accendere la luce. Non succede niente e rimango nelle tenebre.
“Ovviamente il diesel non è bastato!”
Mi avvio verso l’ospedale che è avvolto nel buio.


Raggiungo gli infermieri in sala parto. Si tratta di un parto
distocico che comunque riesco a gestire con ventosa ostetrica. La cosa più difficile è che in sala parto ci sono le tenebre.
Ce la facciamo grazie alle torce frontali della sala operatoria ed all’aspiratore neonatale a pedale.
Che stress però!!!
Un parto al buio è davvero un incubo!
Ci vorrebbe davvero un buon sistema di pannelli solari che coinvolga anche la sala parto, in modo che si possa gestire un parto notturno in condizioni “umane”, anche quando non c’è elettricità di notte.
Ma anche oggi ce l’abbiamo fatta. Mamma e bambino sono in ottime condizioni.

Fr Beppe


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