sabato 29 giugno 2024

EMERGENZE

E' sera tardi; mentre tentiamo di andare a letto, sentiamo del trambusto nella sala d'attesa. Ci affacciamo perché sappiamo che è inutile tentare di svignarcela... tanto poi ci chiamerebbero lo stesso. Vediamo arrivare la barella trainata dai nostri "watchmen": su di essa scorgiamo un giovane tutto coperto di sangue. I parenti hanno una lettera della polizia che dice: "assalito da una persona da lui conosciuta".

Normalmente le dinamiche dei crimini non ci interessano più di tanto. Per noi questo è un paziente che ha sanguinato molto e che ha bisogno di immediato soccorso. Ci mettiamo al lavoro e ci rendiamo conto che il sangue viene principalmente da una profonda ferita sulla fronte dove un'arteria fa zampillare sangue al ritmo del battito cardiaco.

Cerchiamo prima di tutto di arrestare l'emorragia, ma il compito non risulta così facile: il paziente continua a perdere sangue, e la pressione non cessa di diminuire. Il giovane diventa confuso e si dimena sulla barella. Assisterlo diventa ancora più complicato. Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti gli infermieri notturni e di almeno uno dei "watchmen". Con grande fatica cerchiamo di incannulare una vena: i vasi sono collassati ed anche l'infermiera più brava suda sette camicie prima di riuscirci. Però alla fine riusciamo a dargli una sacca di sangue che fortunatamente avevamo in frigo; e con questo le condizioni migliorano. Riusciamo ad isolare e suturare l'arteria che era stata recisa e procediamo alla chiusura della ferita.

A questo punto ci accorgiamo di un altro colpo di "panga" al braccio. Non ce ne eravamo accorti prima perché la ferita era coperta da grossi coaguli. Anche i tendini sono stati recisi e dobbiamo lavorare a lungo al fine di evitare che il giovane perda per sempre l'uso della mano.

E' passata la mezzanotte quando applichiamo un gesso e lasciamo agli infermieri il compito di lavare e mettere a letto il nostro paziente ora completamente stabile anche se ancora confuso.

 

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