Quando e' festa, per noi e' sempre peggio degli altri giorni. Bisogna dare i dovuti riposi ai nostri collaboratori, e alla fin fine il lavoro e' molto piu' pesante che in un giorno feriale qualsiasi.
E' successo anche oggi.
Sono l'unico medico in servizio. Mi rendo conto che oggi bisognerà correre.
Mi occupo della coda dei pazienti ambulatoriali.
Pazienza: ci vuole solo calma e sangue freddo. Uno dopo l'altro finirò anche tutti questi malati che hanno deciso di venire in giorno festivo, con la "chimera" che durante le "public holidays" ci sia meno gente.
Oggi abbiamo comunque una lista operatoria con tre fratture, ma il ritmo degli interventi viene interrotto da due tagli cesarei d'emergenza.
Adesso comunque ho finito l'ultimo paziente. Osservo l'ambulatorio, ora così silenzioso e vuoto.. Trascino i piedi. Sono davvero stanco in questo lungo periodo di sciopero in cui si lavora tantissimo, di giorno e di notte, ma offro tutto al Signore.
Oggi poi è San Giuseppe, ed è la festa dei lavoratori. Penso quindi che io abbia vissuto la giornata odierna nel modo migliore, in unità con tanta gente sfruttata e stremata da condizioni di lavoro che in molte parti del mondo non sono certo così rosee.
Pregherò per tutti coloro che hanno la schiena spezzata e che per tanti sforzi magari ricevono uno stipendio da fame. Sono felice davanti a Dio di essere uno di loro.
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