Sono le due del mattino ed il telefono mi risveglia da un sonno profondissimo.
L'infermiera della maternità mi dice che ha una donna in travaglio per cui non sente il battito cardiaco fetale.
Mi dirigo verso l'ospedale con il cuore pesante e con tanto sonno negli occhi.
Arrivato presso la maternità, vedo la paziente piangere disperatamente, con l'infermiera che tenta di consolarla.
So che sarà un'ecografia difficile, soprattutto per le condizioni emotive della paziente: prima gravidanza e feto morto.
Dopo un po' di ricerca con la sonda ecografica, vedo però che il battito cardiaco fetale è presente, seppur rallentato. Quando do la notizia alla paziente, lei smette di singiozzare ed inizia a ripetere: "Thanks, God!!"
Bisogna quindi cambiare il piano d'azione: se il feto fosse stato morto, avremmo indotto il parto con oxitocina. Sarebbe stato un travaglio lungo ed un dolore grande per la donna, già al corrente della morte endouterina della sua creatura.
Ora però di tratta di una emergenza con distress fetale. Bisogna agire subito.
Prepariamo in fretta il cesareo: nasce una grossa bimba di 3700 grammi. E' coperta di meconio e piange poco. La rianimiamo immediatamente, e dopo pochi minuti arrivano le vigorosa strilla che aspettavamo.
Ora la mamma ha smesso completamente di piangere e può abbracciare la sua piccolina direttamente in sala mentre le chiudiamo la cute.
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