Sia domenica che oggi la prima lettura della Messa ci ha proposto il brano degli "Atti degli Apostoli" che descrive la primitiva comunità cristiana di Gerusalemme, dove tutti erano un cuor solo ed un'anima sola, e dove a nessuno mancava il necessario, perchè coloro che avevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato e lo mettevano ai piedi degli Apostoli, che poi distribuivano secondo le necessità di ognuno. Una comunità quindi dove nessuno era nella miseria grazie alla condivisione con gli altri; dove si viveva uniti, un cuor solo ed un'anima sola; dove si pregava e si lodava Dio insieme.
Per me la prima comunità di Gerusalemme è sempre stata il modello più alto che ispira la mia vita cristiana.
Penso che sia il più alto esperimento di "comunismo cristiano": mettevano tutto in comune e poi distribuivano il ricavato secondo il bisogno di ognuno; si volevano bene, tanto da essere "un cuor solo ed un'anima sola"; erano uniti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella preghiera.
Come ogni tentativo di "comunismo cristiano" purtroppo non è durato molto, a causa dei molti limiti insiti nella natura umana: già negli "Atti" leggiamo infatti del brutto caso di Anania e Saffira, i quali vendono il loro campo ma non danno tutto, e per questa ipocrisia vengono puniti.
Dalla lettura delle lettere di san Paolo poi veniamo a sapere che il modello della primitiva comunità cristiana di Gerusalemme non si è rivelato sostenibile, in quanto le altre Chiese fondate da Paolo dovevano organizzare delle collette per sostenere economicamente la comunità di Gerusalemme.
Nonostante questo, tale esperimento di comunità cristiana rimane un faro illuminante, un'utopia a cui tendere ogni giorno, nonostante i nostri limiti e le nostre contraddizioni, un sogno che diventa anche forza interiore a provarci sempre senza scoraggiarci.
Io continuo a crederci e continuo a provare giorno dopo giorno a metterlo in pratica nella mia vita...i risultati sono scarsi, ma la tensione ideale rimane.
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