lunedì 29 aprile 2024

ALLA DOMENICA


La mattinata era stata abbastanza tranquilla e dopo la Messa eravamo riusciti a visitare tutti i pazienti operati in settimana ed a dimetterne un buon numero.

Dopo le due del pomeriggio l'ospedale era stranamente calmo, con pochi pazienti ambulatoriali, nessuna mamma in travaglio e nessuna emergenza all'orizzonte. Sono quindi riuscito a riposare un po' ed a farmi anche una bella dormita.

Poi però alle 17.45 vengo chiamato dall'infermiere dell'ambulatorio, che appare abbastanza scosso e preoccupato.

"E' successo un incidente stradale. Si tratta del solito mototaxi troppo carico di passeggeri. Ci sono due feriti: uno è in condizioni discrete, ma l'altro è davvero malmesso".

La scena che mi trovo davanti è tremenda: nella stanza c'è sangue ovunque; il paziente giace sulla barella; è ancora tutto imbrattato di terra ed urla di dolore chiedendo dei calmanti.

Ci sono ferite in varie parti del corpo,soprattutto al lato destro del corpo; ci sono tagli sul viso, sulla mano, sulla gamba e sul piede.

Ma la cosa che preoccupa di più sono le fratture: siamo di fronte ad un politrauma con entrambi gli arti inferiori spezzati in più frammenti, con una frattura dell'estremo prossimale dell'omero ed un'altra del bacino.

Il paziente è anche ipoteso e dobbiamo rianimarlo con liquidi in vena.

 L'eco addome fatta d'urgenza  sembra escludere che ci siano emorragie interne o rotture di organi.

Con estrema fatica, soprattutto a causa del dolore che gli causiamo ad ogni movimento, eseguiamo le indagini radiologiche.

Per riuscirci dobbiamo ricorrere ad un anestetico: anche la morfina infatti non è stata sufficiente.

Dopo esserci chiariti con le lastre la tremenda situazione ortopedica del nostro paziente (ci vorranno forse 6-7 ore di intervento per fissare con chiodi, placche e viti le varie ossa rotte), decidiamo che il paziente va prima stabilizzato.

Cerchiamo sangue, che non trasfondiamo, ma lasciamo in stand-by.

Facciamo gli esami di laboratorio di routine: dai parenti sentiamo che il giovane paziente di 28 anni ha anche un diabete giovanile.

Tutti decidiamo che le condizioni cliniche ci orientano verso una emergenza da dilazionare a domattina, quando il paziente sarà stabile, quando avremo tutti i dati del laboratorio e quando tutto lo staff sarà presente.

Non aggiungeremo altri pazienti alla lista operatoria perchè per questo caso ci vorrà tutto il giorno...ed incroceremo le dita, sperando che vada tutto bene.

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