E SE FOSSE GESU'?
Erastus è stato trasportato nel nostro ospedale dalla polizia.
Ha una piccola ferita lacero-contusa sulla gamba destra.
Il problema è che ci sono frammenti ossei che spuntano dal taglio: si tratta quindi di una frattura esposta.
Il poliziotto è veloce a dire che si tratta di un povero che non ha nessuno e che in genere vive di elemosina al di fuori delle chiese. Per le mie orecchie, ormai avvezze a questi discorsi, il messaggio subliminale è chiarissimo: "non aspettarti alcun contributo economico da nessuno".
"Che cosa è successo?" chiedo io, glissando l'argomento che mi era stato appena proposto.
"Non conosciamo bene la dinamica, ma pare che gli sia caduto un pietrone sulla gamba".
La mia riflessione è molto lineare: se lo mando altrove, nessuno penserà di operarlo perchè non ha soldi; se non facciamo l'intervento subito, l'osteomielite distruggerà certamente l'osso esposto ed il risultato finale potrebbe essere una amputazione o anche una setticemia.
"Ricoveriamolo subito; programmiamo una lastra e l'intervento di fissazione interna".
Il poliziotto vuole essere sicuro di quello che ha sentito: "sappi che nessuno verrà a pagare, e che noi come istituzione non possiamo venirti incontro finanziariamente".
"E se questo poveraccio fosse Gesù in persona, lo manderesti via senza aiutarlo?" chiedo all'ufficiale che evidentemente apprezza la nostra decisione, rispondendomi con un largo sorriso.
Mentre scrivo queste due righe, Erastus è già operato: gli abbiamo messo un chiodo di Sign nella tibia, ed abbiamo fondata speranza che ritornerà a camminare come prima.
A causa di una chiamata in maternità alle 3 di notte, oggi non ho pregato molto in cappella; ma sono in pace, perché Gesù lo abbiamo incontrato ugualmente, e non gli abbiamo chiuso il nostro cuore.
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