martedì 27 giugno 2023

HARAMBEE: UNA FORMA BELLISSIMA DI SOLIDARIETA'

Oggi pomeriggio sono stato a casa di Kaimenyi. C'era la Harambee, o
Maketha in Kimeru, perche' sua sorella ha ricevuto la possibilta' di
iscriversi alla scuola per tecnici di laboratorio, ma a casa non ci
sono soldi.
Perdere l'occasione del college sarebbe stato un peccato perche' e'
cosi' difficile entrarvi, ma anche iscriversi costituisce un peso che
le povere finanze della famiglia non riescono a sostenere.
Ecco perche' hanno organizzato la HARAMBEE.
Si tratta di una festa popolare, in cui ci sono musiche e canti.
Quando arrivi, qualcuno ti accoglie con una brocca di acqua calda per
farti lavare le mani; poi ti viene offerto il pranzo, e quindi ti
siedi tranquillamente nel cortile della famiglia che ha organizzato la
funzione, parlando con gli altri membri del villaggio che sono
intervenuti numerosissimi.
Dopo un po' di tempo il coordinatore della festa (master of ceremony),
usando un microfono collegato a dei grossi amplificatori presi a
prestito, comincia la Maketha vera e propria: ci sono beni in natura
che vengono venduti all'asta. Ogni singolo prodotto (puo' essere una
gallina, una canna da zucchero, frutta o uova) e' presentato
all'assemblea con un prezzo di base simbolico. A questo punto inizia
la gara di solidarieta. I presenti cominciano ad alzare il prezzo fino
a quando non si trova un nuovo acquirente: a questo punto, con
solennita' il master of ceremony conta fino a 3 e poi aggiudica
l'oggetto in questione a chi ha offerto di piu'.
La cosa continua per molte ore: la gente si diverte e sorride.
Partecipano in tanti; si scherza insieme. E' davvero una festa di
villaggio. Anche i poverissimi, riconoscibili dai miseri vestiti e a
volte dalla assenza di calzature, vogliono contribuire con i pochi
scellini a loro disposizione. I bambini poi sono i signori della
festa: si rincorrono qua e la', ridono e danzano; mangiano frutta e si
divertono a ripetere le azioni dei grandi.
Alla fine della festa, prima della preghiera conclusiva, ognuno si
presenta personalmente alle persone che hanno organizzato l'Harambee,
e consegna, in busta chiusa, quanto aveva deciso di dare.
Il pomeriggio odierno e' stato molto positivo per Kaimenyi. La gente
e' stata assai generosa, e la cifra raccolta supera l'ammanco ancora
necessario per poter pagare la scuola. Lo vedo molto felice, e mentre
ritorno a piedi verso l'ospedale, rifletto su questa idea solidale che
ho visto solo in Kenya.
L'Harambee e' un concetto molto profondo, ed anche semplice nello
stesso tempo: si parte dalla considerazione che tutti, prima o poi,
possono essere nel bisogno. Oggi sono io ad avere un problema: puo'
essere un ricovero ospedaliero, un intervento chirurgico o un corso di
studi da pagare come nel caso di oggi. Domani sara' il mio vicino ad
essere nelle stesse condizioni. E' quindi naturale che io aiuti i miei
compaesani nella necessita', perche' se oggi lo faccio io, posso
essere sicuro che domani loro faranno altrettanto quando le
difficolta' arriveranno a casa mia. Questo e' davvero un bel concetto
di solidarieta' tra poveri, e noi Europei dobbiamo imparare molto da
loro. Io per esempio non l'ho mai visto fare in Italia!
L'Harambee si basa poi su un'altra idea forza che a me piace
moltissimo e che potremmo sintetizzare come: "l'unita' fa la forza!".
Infatti, anche se ognuno puo' contribuire solo pochi scellini, ma
tutti partecipano generosamente e massivamente, alla fine della
giornata si raccolgono cifre impensate di denaro. E' come una
circolazione di ricchezza che la popolazione mette collettivamente a
disposizione di un membro in un momento particolare della sua vita,
sicura che poi il favore verra' restituito a tempo debito.
Che bella questa idea, che dovremmo esportare anche in Italia.
Grazie Kenya; grazie gente povera che sapete insegnare ai ricchi.

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