Visito Kanana verso le 11 di mattina. Ha una gravidanza prolungata.
Noi medici diciamo che ha una post-maturita’ del feto.
Lei e’ sicura dell’ultima mestruazione. Faccio l’eco e confermo la presenza di segni di pericolo: liquido un po’ ridotto, grosse calcificazioni sulla placenta. L’eta’ gestazionale sembra di cica 43 settimane: bisogna agire subito, perche’ a questo stadio il bambino potrebbe morire in utero ad ogni momento.
Pensiamo alle possibilita’ di fronte a noi: il feto non sembra enorme.
Il canale del parto sembra adeguato. La mamma non vorrebbe un cesareo in quanto si tratta di un primo figlio e la cicatrice potrebbe obbligarla a ridurre il numero di gravidanze successive.
Io mi trovo in pieno accordo e decidiamo per un parto medico, inducendo le contrazioni con oxitocina: la dose e’ corretta, il follow up senza problemi. Il battito rimane buono costantemente man mano che le doglie si instaurano ed aumentano in intesita’ e durata.
L’induzione procede ottimamente come tempi: siamo in linea con il grafico del partogramma e non abbiamo segni di distress fetale. Ogni tanto sento Kanana urlare di dolore, ma non sono preoccupato: Judith continua a ripetermi: “good contractions. No problems”.
Il bimbo nasce in tempi record. Alle 5.30 pm gia’ stiamo aspirando le secrezioni dal naso del piccolino: e’ un maschio, piange forte, respira bene (con un parolone di quelli che piacciono ai medici, scriviamo nella sua cartella che l’Apgar e’ di 10, cioe’ perfetto).
La mamma e’ entusiasta: ci chiama tutti e ci vuole abbracciare anche se si trova ancora sulla barella. Sorride ogni volta che le passo vicino. Io tiro un sospiro di sollievo e mi apparto nuovamente nel mio studio dove riprendo l’ambulatorio.
Fr. Beppe Gaido
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