Mi chiamo Murine (il nome e’ inventato ma la storia e’ verissima).
Dieci giorni fa sono stata colpita da un colpo di panga all’arto superiore destro, durante un litigio per un po’ di legna da ardere.
Subito dopo l’incidente mi sono accorta che la mia mano era penzoloni e che non riuscivo ad estendere le dita.
I miei familiari mi hanno aiutata con il primo soccorso: mi hanno legato uno straccio stretto stretto sulla ferita e poi abbiamo iniziato il lungo viaggio verso l’ospedale.
Arrivati presso la struttura pubblica non abbiamo potuto ricevere alcun servizio perche’ la sala operatoria non funzionava a motivo dello sciopero.
Era notte e sono tornata a casa senza ricovero e senza neppure un analgesico. Non ho chiuso occhio per il male.
Il giorno seguente, ricordando lo sciopero, siamo andati direttamente a cercare ospedali missionari.
Sono arrivata a Matiri, dove il medico ha subito eseguito una toeletta chirurgica, prescrivendo anche antibiotici. Ha apposto una doccia gessata e si è scusato con me del fatto che non avrebbe potuto operarmi subito per la ragione che che la sala era superimpegnata.
Mi hanno promesso l’intervento per stamattina.
Alle 11 era gia’ fuori della sala.
Mi hanno detto che avevo tutti i tendini estesori della mano sezionati, ed insieme avevo anche una frattura di un osso del carpo, che essi hanno fissato con delle piccole viti.
Ora sono ingessata e porto il braccio al collo per ridurre l’edema che e’ veramente importante.
Il dottore mi ha detto che ha fatto davvero tanta fatica a trovare i miei tendini dopo 10 giorni, ma che alla fine ci e’ riuscito. Mi ha anche rassicurata circa la frattura, che non dovrebbe avere conseguenze sulla motilità della mano.
Fr Beppe Gaido
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