lunedì 25 luglio 2022

Il buon ed il meno-buon volontario

Quello che voglio dire stasera può essere preso bene oppure male, ma credo che sia importante che esprima alcuni pensieri.
Il volontariato è una realtà stupenda in cui credo molto e che promuovo dal oltre 20 anni: normalmente i volontari sono bravissime persone che si offrono cariche di entusiasmo, spirito di servizio e capacità di adattamento.
Il volontario è inoltre un portatore di freschezza ed entusiasmo nella continuazione del nostro lavoro. Troppo spesso la routine ci può rendere cinici, incapaci di condividere fino in fondo il dolore altrui. Diventiamo freddi, come paralizzati nei sentimenti dal contatto troppo continuo con la sofferenza e con la morte.
Corriamo il rischio di voler dare a tutti lo stesso livello di attenzione, perchè abbiamo paura di coinvolgerci troppo con alcune persone che poi dovremo lasciare, o perchè muoiono o perchè guariscono e se ne vanno.

I volontari invece sanno dare importanza alle piccole cose: ad un sorriso, ad una delicatezza verso i pazienti... Essi diventano un silenzioso richiamo a non lasciarci travolgere dal rullo compressore del quotidiano che rischia di trasformarci in “macchine operatrici” senza sentimenti e senza vero coinvolgimento. Sanno piangere davanti ad un bimbo che muore di malaria o di fronte ad una piccolina che viene consumata dall’AIDS...e con queste lacrime, quasi impercettibilmente, mettono un freno al nostro continuo correre che ci porterebbe a dire: “Ma quante storie! Non c’è tempo per piangere per i morti, bisogna lavorare per chi è ancora vivo!”.
I volontari sono anche la nostra “cassa di risonanza” e molto spesso lavorano per noi in Italia più di quanto non potessero fare quando erano qui in Kenya: organizzano raccolte fondi, concerti, attività parrocchiali...che contribuiscono grandemente al nostro budget.
Detto questo, desidererei ora sottolineare alcune caratteristiche a mio avviso necessarie per tutte le persone che vorrebbero fare o hanno fatto volontariato da noi.

1. SENSO DI ADATTAMENTO: sappiamo tutti che un ospedale rurale in Africa non può essere ben organizzato come un moderno ospedale italiano.
La struttura qui potrebbe essere paragonata ad un enorme reparto contenente 140 posti letto, divisi tra specialità molto diverse tra loro.
A tutto questo si aggiunge il flusso continuo e in progressivo aumento negli ultimi tempi, di pazienti ambulatoriali.
Inoltre come ho già detto, lo staff locale è molto ridotto rispetto agli standard italiani, per cui a volte non riusciamo a seguire il singolo paziente come invece si potrebbe fare in Italia.
Il cibo poi a Matiri è estremamente monotono, non è sempre preparato con i canoni culinari che potremmo aspettarci in un hotel ( il riso è spesso scotto, soprattutto se si arriva tardi dall’ospedale; il menù è più o meno fisso e si ripete ogni giorno). La monotonia del cibo a Matiri è un aspetto da tenere in conto, anche se il volontario può comprarsi cibo separatamente al supermercato. I volontari che lo desiderano possono comunque cucinare il proprio cibo. La doccia non ha l'acqua calda. la biancheria bisogna lavarla a mano perchè non c'è una lavatrice.
2. UMILTA’ sia nel servizio che nel giudizio globale della realtà africana.
Nel servizio, pur essendo molto bello che i volontari ci portino ad un continuo miglioramento, è necessario fare appello alla pazienza personale per accettare che i cambiamenti suggeriti avvengano per piccoli passi. A volte è necessaria una rivoluzione mentale per il nostro personale che è stato formato con altri criteri
A questo riguardo, nel volontariato, credo che valga quanto ci ha detto un vecchio missionario: “Per i primi tre anni osserva e basta...se vuoi veramente tentare di capire. Dopo puoi cominciare ad esprimere qualche umile parere.”
Un volontario umile non giudica tutto dal primo giorno; non si pone il primo giorno nella posizione di primario; non si mette a comandare ed a pretendere che il personale gli dia gli strumenti che magari usava in patria, semplicemente perchè non li abbiamo. Non considera il
lavoro fatto precedentemente al suo arrivo come spazzatura, e sa benissimo che l'ospedale rimarrà aperto anche dopo la sua partenza, e che continueremo a servire i malati.
Un volontario arrogante e presuntuoso creerà il vuoto attorno a sè, e pian piano sarà isolato dal personale.
Un volontario umile, capace di accogliere il punto di vista di tutti, rispettoso del lavoro del personale locale, gentile ed affabile, sarà amato dal personale.I suoi insegnamenti rimarranno e porteranno ad un miglioramento duraturo, mentre le imposizione dell'arrogante saranno cestinate minuti dopo la sua partenza
Termino questo lungo scritto sottolineando che il volontariato è una realtà molto bella e utile.
Sono felice di aver riaperto, dopo il COVID. Abbiamo bisogno dei volontari!
Giudico l’esperienza di volontariato positivamente, anche se, come in ogni situazione umana, ci sono stati dei problemi. Ritengo comunque che il volontariato sia qualcosa di dinamico e che anche gli elementi apparentemente negativi possano tramutarsi in punti di partenza per una revisione onesta e per un miglioramento futuro.

Mi auguro che il Signore ci aiuti a crescere per correggere quanto abbiamo sbagliato in questi anni e per sviluppare al massimo le potenzialità del volontariato che, a mio avviso non sono state ancora pienamente raggiunte.

Fr Beppe


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